Servo buono e fedele

«Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”.

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Viviamo il tempo dell’attesa del ritorno di Gesù. Prima di partire il nostro “Re” ci ha dato un compito: far fruttare le sue monete. Noi siamo servi e non padroni delle cose che abbiamo ricevuto e come servi siamo chiamati a “lavorare” per lui.

Al suo ritorno (non sappiamo ne il giorno ne l’ora) ci chiederà conto di come le abbiamo fatte fruttare. Ed è in quel momento che ciascuno di noi riceverà la sua ricompensa.

È cosi che non possiamo nascondere le “monete” ricevute ma farle “fruttare” significa rischiare ogni giorno impiegando gli insegnamenti del vangelo nella nostra  vita, significa vivere la regola dell’amore andando incontro all’altro sempre e comunque, significa avere il coraggio di parlare di Gesù vivendo il perdono e la misericordia verso tutti. Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e conosciuto. E cosi al suo ritorno il nostro Signore ci dirà: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.

Buona strada

Franca e Vincenzo 

 

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