L’accoglienza e la tenerezza negata

Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».

Gesù incontra una straniera che con umiltà gli si avvicina e implora il suo aiuto. Gesù le si rivolge con parole dure ma allo stesso tempo cariche di tenerezza riconoscendo nella mitezza di quella donna le caratteristiche del servo buono. Per gli ebrei i cani sono i pagani e gli idolatri che vanno esclusi. Gesù in contraddizione con i costumi del suo tempo e da ebreo, invece, l’accoglie  e tira fuori dal suo cuore il meglio. La donna si sintonizza sulle parole di Gesù e con mitezza, umiltà e fermezza  le riprende ed invoca il suo aiuto. E l’aiuto, le dice Gesù, le arriva dalle sue stesse parole, cariche di fede. Proprio da questa fede nascono le parole che risanano e donano alla donna la guarigione della figlia.

Straordinario. Ebbene questa Parola di tenerezza e accoglienza di Gesù a volte può essere negata da certi aspiranti maestri della legge che le interpretano  a proprio uso e consumo spargendo, invece,  sofferenza ed emarginazione. Questo è il male!!! Male autentico!!! Male che scava solchi nei cuori e lascia cicatrici evidenti sulla pelle delle vittime innocenti. Gli autori dovrebbero avere il coraggio della vergogna e stessa cosa dovrebbero provare i responsabili che, come e peggio di Pilato, se ne lavano le mani. Verrà  il giorno del giudizio per tutti e sarà implacabile.

 

2 commenti su “L’accoglienza e la tenerezza negata”

  1. L’accoglienza ela tenerezza sono frutto dello Spirito che abita in noi. Noi cristiani siamo chiamati a portare agli altri la tenerezza di Dio. Una mano che si muove verso l’altro per una carezza esprime la tenerezza di Dio verso di lui. Accarezzare un bambino e’ istintivo, ma proviamo ad accarezzare un anziano : Quanta gioia sprigiona questo gesto. Buona carezza a tutti.

    1. Si Pietro, tenerezze e carezze, sono segni della presenza di Dio e quando questi segni mancano nei nostri gesti quotidiani chiediamoci cos’è che non va in noi. Cosa ci impedisce di accogliere, di accompagnare e di essere segno di Dio in un mondo che ha bisogno di dono e condivisione. Che Dio ci aiuti ad essere suo segno e strumento per gli altri.

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