Dal buio alla luce

Chi è cieco non vede o meglio vede tutto nero. E, chi vede nero, cioè brancola nel buio non sa cosa fare. I due ciechi della parabola non sanno che fare ma al passaggio di Gesù hanno la loro prima illuminazione. Capiscono che chiedendo aiuto a Gesù, possono tentare di uscire fuori dal buio, hanno la possibilità di percorrere una strada nuova. Nessuno dice loro cosa fare o come fare. I due ciechi capiscono che devono agire che non possono restare fermi. Se restano fermi e privi di iniziative, infatti, non potranno cambiare mai nulla della loro triste condizione e finiranno peggio, molto peggio. Quindi si rivolgono a Gesù e per prima cosa si riconoscono peccatori e chiedono a Gesù di avere pietà di loro. Mettono via l’orgoglio e si fanno umili. È un passaggio assolutamente necessario se si vuole rinascere, se si vuole, finalmente, ritrovare la via giusta nella vita e conquistare la felicità. Se si è ciechi e non si vede che fare la prima cosa, ripetiamo, è buttare via l’orgoglio e i pregiudizi e riconoscersi peccatori che chiedono di essere accolti. Con la rabbia, il nascondimento e la sciocca furbizia non si ottiene nulla. Si resta al buio incapaci di sapere da che porte andare.

A questo punto Gesù entra nella loro casa cioè nel loro cuore e chiede se loro credono in Lui (Gesù) cioè se hanno la fede. È questa, infatti, che potrà cambiare la loro vita.

Pensiamo per un attimo a noi, a come stiamo, a quale è la nostra situazione concreta e se crediamo che la Fede possa aiutarci ad aprire gli occhi e a ricominciare ad agire per cambiare la vita. Alla domanda di Gesù i due ciechi hanno il coraggio e la forza di dire “Si, o Signore”. Ecco, questo è il miracolo. Riconoscere che da soli non possiamo fare nulla, che per vedere cosa fare abbiamo bisogno di riacquistare la vista e avere fiducia che se noi ci mettiamo all’opera allora Gesu ci aiuterà. Questo ulteriore passaggio fa si che il miracolo avvenga e Gesu, infatti, dice loro: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». Cioè il “vero miracolo lo compiono i due ciechi che fidandosi di Gesù ora possono agire. La loro azione avrà successo nella misura in cui hanno fiducia in Gesù e nelle loro capacita di cambiare la loro condizione. I due ciechi sono così invitati a porre in essere azioni concrete attraverso le quali iniziano a vedere che fare e a come cambiare la loro vita riconquistando la felicità perduta. Gesù concede loro fiducia in proporzione alla loro volontà di abbandonare il loro orgoglio, i loro progetti personali per abbracciare i progetti di Dio. I due ciechi chiedono misericordia, e ottengono la fiducia necessaria ad agire e per vivere la vita buona del vangelo. Una vita che accetta i sacrifici, che accetta la sofferenza, che è vita operosa e saggia, sobria e semplice, … vita vera. Questo è, ripetiamo, il miracolo. Riprendere in mano la propria vita avendo nel cuore la fede in Gesù che ci guida a fare scelte sagge che seppur dure possono veramente cambiare la nostra vita e ridare all’esistenza la gioia. Siamo chiamati a liberarci del superfluo a riconoscere le cose essenziali, a recuperare ogni risorsa per risanare la vita. Ma stiamo attenti, il passaggio di Gesù nella nostra vita è adesso, è questo il momento presente. Ed infatti appena i due ciechi si affidano alla forza della fede riacquistano la vista e la possibilità di rimettersi in cammino. Non è Gesù che fa. Gesù è solo colui che da fiducia e che aiuta ad aprire gli occhi. Ad agire saranno sempre i due ex ciechi ma questa volta la loro azione, basata sui valori del vangelo, darà loro la possibilità di agire e sperare.

Insomma cambiare la nostra vita dipende da noi, dipende dalla capacità di riconoscerci bisognosi dell’aiuto di Gesù di riconoscerci peccatori bisognevoli di misericordia. Dipende dalla capacità di lasciare le cose inutili, quelle che ci distraggono dalla vita reale, dagli affetti, dalle cose vere, dalla possibilità di costruire futuro. Gesù infatti ci darà la fiducia persa da chissà quanto tempo.

Ora che abbiamo capito la storia di questo “miracolo” che, in fondo è un atto di riconoscimento dei propri fallimenti ma anche occasione per ricevere il perdono e la vita nuova possiamo attivare il nostro agire che prevede di servirci di ciò che abbiamo e che siamo chiamati a valorizzare. Abbiamo tante cose da sfruttare per costruire futuro e tante altre inutili e fuorvianti. Gesù ci incoraggia e ci da fiducia. Prendiamo il coraggio tra le mani e iniziamo a lavorare sodo e senza sosta, facendo scelte giuste e responsabili per recuperare il tempo perduto e le energie sprecate. Diamo valore a ciò che abbiamo, mettiamoci a lavoro attivando nuove idee senza inseguire sogni impossibili.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

   Parola del Signore

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