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Lascia che i morti seppelliscano i loro morti

Siamo chiamati a passare all’altra riva cioè a lasciare le cose vecchie per vivere la novità del Vangelo. Passare all’altra riva, perciò, significa lasciare andare le cose del passato, le persone, le situazioni, le storie e perfino i legami che ci hanno bloccato la vita per iniziare una vita nuova, una vita che mette l’Amore al primo posto. E, Amare, significa volere il vero bene dell’altro. Amare qualcuno significa fare in modo che questa persona sappia vivere in autonomia e pienezza la propria vita. Di certo non possiamo e non dobbiamo sostituirci a nessuno e lasciare che ognuno faccia la sua strada e viva la sua responsabilità totalmente. Per questo come Gesù, come i profeti dobbiamo indurire il volto e camminare senza voltarci. L’unica cosa da fare è e sarà pregare perché ciascuno sappia fare buone scelte per la sua vita. Questo significa accogliere l’invito di Gesù e passare all’altra riva. Ad un certo punto della vita, infatti, anche noi siamo chiamati a camminare verso la nostra Gerusalemme e, quindi, non possiamo proprio fermarci a seppellire i morti. Gesù ci chiama a seguirlo sulla sua strada e a vivere di Lui e per Lui. Sarà in questo modo che potremo salvare la nostra vita e, contemporaneamente, aiutare gli altri a salvare la loro vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,18-22
 
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Parola del Signore.

Ti seguirò

A noi sembra che la Pazienza e la Mitezza siano i segni che emergono dal brano del vangelo di oggi. Sono i segni che dobbiamo fare nostri di fronte alla realtà del nostro tempo che ci invita, invece, a reagire alle provocazioni. No, non dobbiamo cedere a nessuna provocazione usando, appunto, le virtù della Pazienza e della Mitezza. Oggi, come ieri, e, più ancora domani, occorre saper dare risposte motivate e ragionate. Cuore e ragione devono aiutarci a restare coerenti nell’Amore, ad Amare realmente con parole, gesti e decisioni che rispondono ai criteri della Verità e del bene autentico. Potrà capitare di non essere compresi o, peggio, rifiutati … Questo potrà dispiacerci ma è per il vero bene dell’altro fare cose giuste. Fare il contrario per avere il plauso non è cosa buona né per noi né per l’altra o le altre persone. Arriverà il giorno nel quale tutto sarà chiaro e saremo apprezzati per aver fatto ciò che la verità ci impone e se mai quel giorno non dovesse arrivare mai, pazienza. Avremo detto e fatto ciò che dovevamo fare e questo ci basterà.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,51-62

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore.

Ti cercavamo

Dicono che il più grande successo di un padre e di una madre è diventare inutili . … Vero.

E poi, altri aggiungono … che il più grande successo dei figli sarà prendersi cura dei genitori e dei loro bisogni. Verissimo.

Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,41-51

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».  Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

Parola del Signore.

Rallegratevi con me

Il pastore che non cerca la pecorella smarrita viene meno al suo compito. Questo messaggio deve aiutarci a comprendere meglio il ruolo e il compito che spetta al pastore …. Gesù, infatti, spiega come il pastore della parabola “lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova”.

Il pastore mette tanto Amore nei suoi gesti. Il suo Cuore è pieno di passione e crede che nessuna azione è vana. Questo pastore non si lascia vincere dalla pigrizia. Egli vive la Speranza; Egli è la Speranza; Egli dona la Speranza. Anche noi facciamo come Lui.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,3-7

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

Parola del Signore.

Lo chiamerai Giovanni

A volte sono le cose impossibili quelle che si realizzano… guardiamo il cielo fidandoci.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 5-17

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso.

Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Parola del Signore.

Dai loro frutti li riconoscerete

Per capire se l’albero è buono il contadino guarda il frutto e Gesù ci avverte: “Guardatevi dai falsi profeti”. Eh, si. Dobbiamo essere consapevoli che c’è questa realtà, la realtà di chi cerca sempre di ingannare e raccontare falsità che possono metterci su una strada sbagliata. In questi casi Gesù ci invita a cercare di restare buoni osservatori facendoci aiutare dalla Parola di Dio: amando la Verità anche quando questa è difficile da accettare e raccontare; anche quando la realtà ci obbliga ad assumere decisioni non condivise; anche quando per Amore e solo per Amore dovremo portare la croce soffrendo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore.

La pagliuzza e la trave

Giudicare qualcuno e accusarlo è ipocrita. L’invito di Gesù è quello di guardare dentro di noi non fuori di noi. Accusare qualcuno è una specie di modo per giustificare se stessi mentre il nodo da sciogliere è dentro di noi.

Non c’è altro da fare se vogliamo davvero riprendere in mano la nostra vita e costruire un futuro possibile. Non possiamo dare sempre la colpa o la responsabilità agli altri. Se vogliamo essere veri uomini dobbiamo trovare il coraggio di essere veri con noi stessi, dobbiamo guardare la verità che abbiamo nascosto dentro di noi. Solo se riusciremo a fare questo potremo liberarci dai fantasmi che popolano la nostra notte e riuscire a vivere. C’è sempre un momento di verità che non possiamo evitare. Dobbiamo affrontarlo e vincere; dobbiamo avere il coraggio di scavare dentro di noi perché la questione e la soluzione è lì, dentro di noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore.

Cinque pani e due pesci

Cinque pani e due pesci per sfamare circa cinquemila uomini… Com’è possibile? Eppure è accaduto che chi possedeva queste poche cose le ha donate e donandole ha aiutato Gesù a sfamare una folla di cinquemila uomini. Sul punto il vangelo è chiaro: “Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste“. … Incredibile. È meraviglioso questo episodio. Un segno potente che ci spiazza. Spiazza soprattutto chi non sarebbe capace di donare qualcosa che possiede mentre un povero sa offrire anche il poco che ha e che se conservato per se potrebbe salvare la sua vita dalla fame. Ma è proprio questo poco condiviso che, invece, cambia la brutta realtà di questo mondo permettendo di sfamare una grandissima folla salvandola dalla fame. Questo messaggio è così grande, così rivoluzionario che, se ascoltato, può scatenare la più potente reazione a catena del mondo, può davvero cambiare il mondo intero rendendolo, fin da subito, per TUTTI (nessuno escluso, nemmeno chi è diverso, peccatore, ladro ecc.), quel Regno di Dio di cui parla Gesù… Facciamo tutti il nostro possibile.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,11b-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.

Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Parola del Signore.

Erba di campo

Selvaggia e libera, spontanea e rustica … l’erba di campo ricopre la nuda terra e la riveste di meraviglie. Tutto viene dal creatore che si prende cura di noi, che suscita emozioni, che spinge i nostri passi e il nostro cuore immaginando strade sempre nuove da offrirci per ridare cuore e coraggio a chi si sente vuoto e spento. L’invito è a cercare il regno di Dio qui e adesso, a cercare la sua giustizia perché la vita, ogni vita, riprenda forza e abbia il coraggio di essere figlia dello Spirito che soffia sempre e comunque dove e come vuole. Nessuno potrà ingabbiare il vento dello Spirito; nessuno potrà fermare il dono della vita bella che il creatore ha offerto; nessuno, proprio nessuno, dovrà preoccuparsi del domani, tutto, infatti, è nella mani di Dio con il quale siamo invitati a collaborare per costruire il regno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore.

Tesori in cielo

Sarebbe bello avere ancora il coraggio di guardarsi negli occhi; sarebbe bello riuscire ancora a stringersi le mani e meraviglioso abbracciarsi. Purtroppo i passi, spesso, troppo spesso, ormai, ci portano lontani. Abbiamo perduto il senso delle cose vere, della sincerità, della bellezza e viviamo inseguendo i fragili miti di questo mondo che vuole separare e distinguere, che ha distrutto il senso dello stare insieme.

Possiamo fare qualcosa per fermare questa deriva?

Possiamo solo tentare di non cedere anche noi ai fragili miti dell’isolamento, della separazione e dell’egoismo. Possiamo solo tentare di non farci avvolgere dal male che, spesso, si presenta come bene. È una lotta difficile che fa soffrire ma è necessaria per compiere un ultimo disperato tentativo di salvezza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore.