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Io sono La porta

Gesù si presenta come la porta delle pecore attraverso la quale si entra nell’ovile o si esce per andare al pascolo. Seguendo Gesù c’è libertà, si può entrare e uscire. Mentre nel recinto dei falsi pastori si resta prigionieri.

Gesù si contrappone ai ladri e ai briganti che non passano dalla porta ed entrano per rubare, uccidere e distruggere. Lui invece vuole dare la vita e in abbondanza. L’attacco di Gesù è a chi si approfitta del popolo per soddisfare le proprie manie di grandezza. La vera porta d’ingresso, quindi, è Gesù, è il suo Corpo che è il nuovo tempio. Il messaggio è, quindi, molto chiaro e abbastanza esplicito. Una piccola annotazione. Il pastore conosce (ama) le sue pecore e le sue pecore conoscono la sua voce (che trasmette amore e vita).

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,1-10

In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore.

Conosco le mie pecore

Oggi ci chiediamo, senza tante parole, chi è il buon pastore? Per noi il Buon pastore è qualcuno che ci conosce (in senso biblico ci ama); che ci cerca; che ci chiama conoscendo il nostro nome e la nostra storia e ci chiede di fare la nostra parte; che non ci lascia soli per evitare di mandarci per sentieri sconosciuti o per una valle oscura. Il Buon pastore è qualcuno che offre il suo bastone per sorreggerci; che ci ama e lo dimostra; che vuole portarci con Lui e che ci porterà al banchetto con Lui versando buon vino nel nostro bicchiere e non un vino qualsiasi ma il miglior vino possibile. Questo è il Buon pastore, questo è il suo ritratto. Egli è colui che ha mandato il Figlio per cercarci e, se non lo avesse fatto, sarebbe ancora lontano da noi. Ed invece il Buon pastore si è fatto prossimo, si è avvicinato e ci ha preso in carico senza giudicare, ci ha incoraggiato con parole buone chiamandoci a se e ci ha voluti vicini.

Questa speranza continua ad animare i nostri giorni, questa speranza non può morire, questa speranza deve farci vedere l’amore di Dio per noi perché anche se ci sono persone, situazioni e comportamenti che, oggi, ci opprimono sappiamo che tutto ciò finirà. Il male, l’indifferenza, l’emarginazione non può essere per sempre.

Dio ha un progetto anche per noi, anche per te e ciò che, oggi, ci opprime e ci pesa sarà benedizione e ci aiuterà a rispondere alla nostra vocazione con il coraggio e la forza che Dio ci dona e nessun altro potrà mai annullare perché la nostra chiamata viene dal nostro vero Buon pastore.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore.

Da chi andremo?

Se cammini in salita devi avere buone gambe e non basta, devi avere resistenza fisica e buona volontà e non basta. Per raggiungere la cima di una montagna bisogna avere tanta energia e sudare. Farlo è duro e non tutti sono disponibili a fare questi sforzi. Però, se decidi di spingere i tuoi passi fin sulla vetta di un alto monte potrai godere di un panorama meraviglioso, gettare lo sguardo oltre le nuvole e respirare aria purissima. Molti rinunciano a fare questo cammino e di fronte alla proposta se ne vanno. Accade la stessa cosa a chi ascoltava Gesù. Le sue parole e la sua proposta di vita appare dura: amare senza aspettarsi nulla in cambio; donare ciò che si ha a chi ne ha bisogno; condividere la vita con generosità; perdonare chi ci fa del male; non rubare ed essere onesti nel lavoro; fare realmente del bene. Quanto è difficile! Perfino molti dei suoi discepoli lo abbandoneranno. «Volete andarvene anche voi?» chiede ai discepoli Gesù e lo chiede, oggi, anche a noi. Egli attende la nostra risposta. Spera e crede che sia vera.

Ebbene a questa domanda così fondamentale Simon Pietro rispose: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

E noi, noi cosa rispondiamo? Siamo disposti a seguirlo davvero, oppure come molti dei suoi discepoli prendiamo un’altra strada o, peggio, rispondiamo di volerlo seguire e poi nella vita ci comportiamo come ci fa più comodo?

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,60-69

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola del Signore.

Pane disceso dal cielo

Gesù è il Pane disceso dal cielo, cioè il Figlio di Dio. Questa affermazione scatena i Giudei, cioè i capi religiosi. Questi uomini del tempio non possono accettare che Gesù sia un uomo divino. Se così fosse il loro ruolo di mediatori sarebbe inutile. La forza degli uomini del tempio, come si comprende bene, esiste se e solo se c’è distanza e separazione tra Dio e l’uomo. Loro, gli uomini del tempio, si pongono come mediatori nella relazione tra Dio e l’uomo ed è questo il potere del quale si appropriano. Gesù sconquassa questo privilegio e annulla il ruolo dei sacerdoti del tempio che non possono ammettere questa verità e, quindi, discutono per uccidere Gesù e rilanciare il loro ruolo di mediatori e, quindi, il loro potere. Gesù, invece, ci rende tutti figli di Dio capaci di dialogo con il Padre e, quindi, di relazione profonda, intima e personale. Questa verità è un riconoscimento che ci libera e ci rende figli amati da un Padre che ci dona, fin da subito, la vita eterna.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.

Vita del mondo

Ci sono parole capaci di creare cose nuove e grandi e ci sono però, altre parole, che distruggono. La Parola di Dio appartiene alla prima categoria, è una Parola suprema capace di dare Vita a questo mondo perché è Parola d’Amore, Parola che crea relazioni, Parola che costruisce cose eterne.

La Parola è come la carne di Cristo, Parola incarnata e donata che, quando è mangiata, ci trasforma, cioè trasforma il nostro spirito che si fida e affida allo Spirito di Dio.

Senza Parola d’Amore e senza la relazione con Dio, con gli altri e con il mondo non possiamo ne vivere umanamente, ne essere salvati.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,44-51

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore.

Eppure non credete

Abbiamo visto segni potenti nella vita e nel cielo, ricevuto doni grandi, assistito a rinascite e vittorie contro il male diffuso da furbi e prepotenti … eppure non crediamo. Il cuore è ancora chiuso e restiamo come paralizzati.

Vediamo che furbi e potenti arroganti dominano e schiacciano il popolo ma nessuno osa opporsi e, magari, noi stessi restiamo immobili spettatori in un mondo abitato da uomini-squali.

Non riusciamo a credere in chi, facendo la volontà del Padre, ci dà un esempio di vero servizio e umiltà. Il mondo, questo mondo, ha bisogno di chi, con docilità, si ribella ai potenti di turno e con pazienza li evita per fare del bene e trasformare la propria vita un capolavoro. Non è il danaro infatti a rendere un uomo grande, non è il potere a renderlo vero uomo non è il successo che gli darà la felicità. Questo tipo di persona resterà sempre un povero illuso, un traditore disonesto, un furbo sciocco che crede di essere intelligente… Queste persone sono solo degli illusi che si mettono al posto di Dio. Il giorno del giudizio arriverà e sarà pianto e stridore di denti.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,35-40
 
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore.

Tu non mi hai conosciuto

Per conoscere qualcuno occorre andare oltre il visibile a volte anche oltre le parole. Per conoscere davvero è necessario non solo frequentarlo ma saper leggere dentro, vedere in profondità. Per conoscere Gesù, quindi, è necessario saper vedere ciò che Gesù vuole dirci con le parole e i suoi gesti. Oggi, infatti, Gesù, sembra meravigliarsi della domanda di Filippo, forse, in verità, se ne rattrista. Ciò che di fatto Filippo non ha visto (chiedendo a Gesù “Signore, mostraci il Padre e ci basta”) è il profondo legame tra Gesù e il Padre. Si tratta di un legame unico che crea un’unità perfetta. Sono le sue opere, in realtà, a mostrarci l’amore tra il Padre e il Figlio e senza questo legame ci sarebbe stato un fallimento, il peggiore che si può immaginare. Ma questo tra Padre e Figlio è un legame di fede che (vale per Gesù e anche per noi) si può avere se e solo se siamo capaci di “dare il nostro cuore” all’altro. Solo nel caso nel quale si consegna liberamente il cuore e ci si affida al Padre, come ha fatto Gesù, allora possiamo trovare la pace nel cuore e avere e vivere una vita che lascia il nostro segno. Non possiamo sbagliare questa relazione, sarebbe davvero un fallimento senza appello.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,6-14

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre?
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.  E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Parola del Signore.

Voi mi cercate

Siamo continuamente in ricerca di ricchezza e di possibili soluzioni per risolvere i nostri problemi. Cerchiamo un Dio che ci doni cose, che ci protegga da malattie e dispiaceri. Cerchiamo felicità rincorrendo beni materiali, riconoscimenti, applausi e prestigio. Cerchiamo potere, successo e soldi. Tutto questo lo chiediamo a Dio dicendo: “Facci la grazia …”. Se poi questi nostri desideri non vengono appagati allora condanniamo Dio, lo ignoriamo concludendo che Dio non esiste. Gesù, invece, vive questo dramma e finisce in croce anche perché non aveva appagato i sogni e i desideri del popolo. Gli Ebrei, infatti, cercavano un liberatore dal potere di Roma ed invece Gesù è venuto per comunicare una vita diversa, una vita piena di gioia e ci ha chiesto una sola cosa in cambio, ci ha chiesto di credere in Lui. Gesù ci ha chiesto di avere Fede: questa è l’opera che Gesù ci ha chiesto di fare. Il resto, tutto il resto, è infelicità, dolore e pianto. Credere in Gesù è fidarsi e affidarsi alla sua persona alla quale, nel silenzio, confidare ansie e preoccupazioni sapendo di ricevere carezze al cuore e stelle da guardare, vento per sollevare i pensieri pesanti, acqua di sorgente per dissetare la nostra sete d’amore e nuovi orizzonti da raggiungere e ammirare sapendo che l’autore di queste opere è proprio il nostro Dio.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,22-29

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Parola del Signore.

Viene Gesù

Condividiamo la Lectio divina tenuta questa sera presso il monastero di Sant’Antonio Abate in Roma. Per ascoltare clicca qui

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,1-19
 
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose:

«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.