Archivi categoria: Detti dei Padri

Il vecchio monaco

Un giorno un giudice della provincia sentì parlare dell’Abate Mosè e si recò a Sceta per vederlo; quando annunciarono al vecchio il suo arrivo, egli si levò per fuggire in una palude; quel giudice con i suoi lo incontrò e gli chiese: Dicci, o vecchio, dov’è la cella dell’Abate Mosè? Ed egli rispose loro: “Perché volete cercarlo? E’ stolto ed eretico”. Il giudice, quando giunse alla chiesa, disse ai chierici: Sentendo parlare dell’Abate Mosè, sono venuto a vederlo; ed ecco che mi venne incontro un vecchio diretto in Egitto al quale domandai dov’è la cella dell’Abate Mosè; ed egli ci disse: “Perché lo cercate? E’ stolto ed eretico”. Ma i chierici ascoltandolo si rattristarono e dissero: Com’è il vecchio che vi ha parlato in questi termini di quel santo? Ed essi risposero: Porta un abito vecchissimo, è alto e scuro. E i chierici dissero: E’ proprio l’Abate Mosè poiché non voleva che lo vedeste, per questo vi ha parlato così di sé. Il giudice se ne andò rafforzato nella fede.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri’ scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo osb-cam

Mercante di parole altrui

Un giorno un fratello andò dall’Abate Teodoro di Fermo e passò tre giorni a chiedergli di ascoltare la sua parola. Ma quello non gli rispose ed egli se ne andò triste. Allora un suo discepolo disse all’Abate: Padre, perché non hai parlato? Ecco che se n’è andato via triste. E il vecchio disse: Credimi, non gli ho parlato perché è un mercante e vuole vantarsi delle parole altrui.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Non conosciamo i nostri limiti

Un anziano diceva: Per questo non facciamo progressi, perché non conosciamo i nostri limiti e non abbiamo pazienza nel compiere l’opera che abbiamo intrapreso, ma vogliamo entrare in possesso della virtù senza alcuno sforzo.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Vita fraterna

L’Abate Anastasio aveva un libro scritto su pergamena finissima, che valeva diciotto soldi, e in esso aveva sia il Vecchio che il Nuovo Testamento in versione integrale. Una volta un fratello venne a trovarlo e vedendo il libro se ne andò con esso. Cos il giorno in cui l’Abate Anastasio andò per leggere il proprio libro e trovò che non c’era più, capì che il fratello l’aveva preso. Ma non gli mandò dietro nessuno, per chiederne notizia, per timore che il fratello potesse aggiungere una bugia al furto. Poi il fratello scese nella città più vicina per vendere il libro. E il prezzo che chiese fu di sedici soldi. Il compratore disse: Dammi il libro, affinché possa scoprire se vale tanto. Con ciò, il compratore portò il libro da vedere a sant’Anastasio e disse: Padre, dà un’occhiata a questo libro, per favore, e dimmi se pensi che dovrei comprarlo per sedici soldi. Vale dunque così tanto? L’Abate Anastasio disse: Si, è un bel libro, vale tutto quel prezzo. Così il compratore ritornò dal fratello e disse: Ecco il tuo denaro. Ho mostrato il libro all’Abate Anastasio che ha detto che è bello e che vale almeno sedici soldi. Ma il fratello disse: E’ tutto ciò che ha detto? Ha fatto altre osservazioni? No, disse il compratore, non ha detto altro. Beh! disse il fratello, ho cambiato idea, e dopo tutto non voglio vendere questo libro. Allora andò di corsa dall’Abate Anastasio e lo supplicò in lacrime di riprendersi il libro. Ma l’Abate non volle accettarlo, dicendo: Va’ in pace, fratello, te ne faccio dono. Ma il fratello disse: Se non lo riprenderai, non avrò mai più pace. Dopo quell’episodio il fratello abitò con l’Abate Anastasio per il resto della sua vita.

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Niente collera

Un confratello interrogò l’Abate Isidoro, il più anziano di Sceta, dicendo: Perché i demoni ti temono così tanto? Il vecchio gli disse: Da quando sono diventato monaco, cerco di non lasciare che la collera salga fino alle mie labbra.

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Badare all’anima

L’Abate Antonio disse: Come i pesci, se restano per lungo tempo a secco, muoiono, così anche i monaci, se restano a lungo fuori della cella o si trattengono con la gente profana, vengono distolti dalla meditazione che si sono prefissi. Bisogna dunque che come il pesce si getta in mare così anche noi corriamo in cella, per evitare, attardandoci fuori casualmente, di dimenticarci di badare alla nostra anima.

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Non litigare

Un anziano disse: Elimina la fiducia in te stesso, controlla la tua lingua e il tuo ventre, e astieniti dal vino. E se uno parla con te di qualsiasi argomento, non litigare con lui. Ma se dice bene, dagli il tuo assenso. Se invece dice male, digli: Tu sai quel che dici. Non litigare con lui a proposito di ciò che ha detto, e allora la tua anima sarà in pace.

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Odiate il male

Un anziano disse: La vita del monaco consiste in questo: lavoro, obbedienza, meditazione, ed è tale che egli non deve giudicare, né recare oltraggio, né lamentarsi. Infatti è scritto: Voi che amate il Signore, odiate il male [Sal., 97, 10]. La vita del monaco consiste in questo: non frequentare gli ingiusti, non guardare il male con i propri occhi, non essere curioso, non considerare e non prestare ascolto ai fatti degli altri, non rubare, ma dare più del dovuto; non avere cuore superbo né pensieri malvagi; non riempire il ventre, ma fare tutto con criterio. Ecco, essere monaco consiste in tutto questo.

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