Chi è il mio prossimo?

La nostra fede produce opere buone? Oppure è piuttosto sterile, e quindi più morta che viva? Mi faccio prossimo o semplicemente passo accanto? Sono di quelli che selezionano la gente secondo il proprio piacere?  Queste domande è bene farcele e farcele spesso, perché alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia; il Signore potrà dirci: “Ma tu, tu, tu, ti ricordi quella volta sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell’uomo mezzo morto ero io. Ti ricordi? Quel bambino affamato ero io. Ti ricordi? Quel migrante che tanti vogliono cacciare via ero io. Quei nonni soli, abbandonati nelle case di riposo, ero io. Quell’ammalato solo in ospedale che non va a trovare nessuno ero io!

Papà Francesco

Dal Vangelo secondo
Lc 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Parola del Signore.

Due passeri

Siamo guardati a vista dal Signore. Egli ci conosce e protegge; guarda al nostro cuore ed è attento ai nostri bisogni. A volte ci sono fatti umani che ci sconvolgono la vita. Alcuni non dipendono da noi o dalle nostre scelte altri invece accadono e ci avvolgono dentro situazioni assurde e spiacevoli. Eppure in ogni cosa della vita dobbiamo essere capaci di non lasciarci vincere dal male e come il passero cercheremo di restare fiduciosi. Il Signore al quale abbiamo dato e diamo fiducia è accanto noi e non lascerà che il male prenda il sopravvento senza darci la forza di combattere la nostra buona battaglia. Egli cammina con noi e ci sosterrà nei momenti più difficili e complicati.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,24-33
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore.

Oggi ricordiamo i santi Aquila e Priscilla

Qualche anno fa, in questo stesso giorno, nel Monastero di Sant’Antonio Abate sull’Aventino, abbiamo prestato il nostro “giuramento” quali oblati. È stato un momento molto importante e significativo del nostro pellegrinaggio che chiudeva un cammino di conoscenza e di formazione e ne apriva uno diverso di maggiore impegno, fedeltà e testimonianza.

La badessa madre Michela e le monache insieme a don Innocenzo Gargano ci accoglievano e noi accettavamo una relazione stabile con loro. Tutto questo avveniva nel giorno nel quale la Chiesa ci fa fare memoria dei Santi Aquila e Priscilla, collaboratori di San Paolo. Questa coppia mise a disposizione dell’Apostolo Paolo la loro casa per aiutarlo nella predicazione della buona notizia.

Noi abbiamo voluto prendere il loro esempio come modello ed ecco perché la nostra casa si è fatta luogo nel quale accogliamo per incontri e o solo per condividere in semplicità la gioia della fede in Gesù Cristo. Questo stile di fare evangelizzazione è, a nostro parere, molto coinvolgente e ci mette continuamente in gioco, ci aiuta e aiuta le persone a comprendere che la fede è vita, vita concreta, reale e fa parte del vissuto quotidiano. Certo può capitare che ci sia qualcuno al quale questo stile di vivere la fede non piace, altri che lo osteggiano in maniera chiara o peggio velatamente. Ma questo è molto poco importante. Gesù al suo tempo aveva già avvisato che chi lo avrebbe seguito testimoniando la fede sarebbe stato oggetto di ostilità e perfino di persecuzioni. Oggi, nei nostri contesti, vengono adottate tattiche meno invasive o eclatanti ma non per questo fanno meno male … ci affidiamo al Signore che ci invita ad essere forti fidandoci di Lui: “non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”.

Buon cammino di fede a tutti

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,16-23
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore.

Strada facendo

Cari amici buongiorno. Questa mattina Gesù ci propone il programma per una vita, ci indica il sentiero sul quale camminare e ci offre un progetto attraente, avvincente e coinvolgente. Tutto si “farà” sulla “strada” e nel quotidiano dei giorni se ci lasceremo guidare dalle opportunità che la vita ci offre.

Mettiamoci davvero in gioco, … non è mai troppo tardi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,7-15
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

Parola del Signore.

Gli operai sono pochi

Cari amici, ci sono pochi operai a lavorare nella vigna del Signore, ed è vero. Ma che genere di operai chiede il Signore? Chiede preti? Suore? Monache e monaci? Forse il vero appello riguarda tutti, tutti i battezzati, riguarda in sostanza ciascuno di noi. Allora si, è giusto pregare, dobbiamo pregare perché ci siano altri operai ma, e qui sta la novità, dobbiamo farlo perché ciascuno di noi divenga l’operaio che manca. Siamo noi che manchiamo. Anche noi, tutti noi, siamo chiamati a lavorare nel mondo per testimoniare la fede. Il tempo delle delega è finito. Ciascuno sia e si senta responsabile del proprio fare e, quindi, inizi a lavorare nella propria comunità e sia, perciò, l’operaio che manca. Questa è la rivoluzione che questo tempo ci chiede di fare nostra diventando protagonisti del cambiamento che cerchiamo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,32-38
 
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

Parola del Signore.

Li inviò a due a due

Carissimi sentiamoci e siamo tutti ma proprio TUTTI inviati dal Signore ad andare per le strade del mondo per vivere e testimoniare la nostra FEDE in Gesù. Siamo inviati con semplicità, nel quotidiano, senza aver bisogno di qualcosa in particolare e se non accolti possiamo passare oltre. Ebbene Gesù ci assicura che i nostri nomi sono scritti nei cieli e nessun potente della terra potrà cancellare o negare la verità di questa come di altre affermazioni di Gesù. Siamo figli amati, TUTTI.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20
 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore.

Vino nuovo

Cos’è questo “vino nuovo” di cui si parla nel vangelo di oggi? Noi crediamo che sia semplicemente la “gioia” che ha portato Gesù nel mondo. Ma se questa “gioia” non trova “otri nuovi” cioè contenitori nuovi non potrà portare vita nuova. Le “otri” di cui si parla sono i nostri cuori. Se, quindi, la gioia che ci offre Gesù non trova cuori desiderosi di accoglierla non porterà quel cambiamento di vita che desideriamo e speriamo nella Chiesa e nella nostra vita. Ecco allora che per accogliere e vivere pienamente la “gioia” cristiana occorre un “cuore nuovo”, un cuore che desidera accogliere questa gioia e inebriare ogni spazio di vita con le sue bollicine di leggerezza e di spirito buono per rendere questa vita sempre più bella e sempre più condivisa.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-17
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.
Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Parola del Signore.

“Non Sono venuto a chiamare i GIUSTI”

Gesù invita a rompere con il male, invita a spezzare le catene che legano la vita al peccato. Questi due passaggi hanno bisogno del pentimento (che genera tristezza). Ed è a partire dal pentimento (vero) che inizia il cambiamento di mentalità. Questi sono i GIUSTI che Gesù cerca. E questi GIUSTI per dimostrare il loro cambiamento agiranno concretamente per riparare il male fatto. Questa sarà la dimostrazione autentica del pentimento e del cambiamento di mentalità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,9-13
 
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.

Salito su una barca

Tra i vari particolari del vangelo di oggi c’è un piccolo dettaglio, forse poco significativo ma essenziale: Gesù sale su una barca e passa all’altra riva. Ebbene, se Gesù non fosse salito sulla barca per passare all’altra riva non avrebbe incontrato il paralitico e non avrebbe avuto modo di relazionarsi con gli scribi e non avrebbe nemmeno avuto modo di perdonare i suoi peccati e dirgli “Alzati e cammina”. Sono le stesse identiche azioni e le stesse parole che Gesù ripete da sempre a chi decide di incontrarlo. Vogliamo chiederci se anche noi siamo disposti a salire sulla barca e passare all’altra riva. Se anche noi desideriamo fare passi e compiere gesti capaci di essere occasione per cambiare. Buona navigazione a chi cercherà di passare all’altra riva.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,1-8
 
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore.

Pasci le mie pecore

Glorioso Apostolo Pietro,

ci rivolgiamo a te,

con la certezza di essere

compresi ed esauditi.

Tu che chiamato dal Signore,

con generosità lo hai seguito

e, divenuto suo discepolo,

primo fra tutti,

lo hai proclamato Figlio di Dio.

Tu che hai sperimentato

l’amicizia, sei stato testimone

della sua angoscia e della sua gloria.

Tu che, pur avendolo rinnegato,

hai saputo scorgere nel suo sguardo

l’amore perdonante.

Chiedi per noi al tuo Maestro e Signore

La grazia della sequela fedele.

E, se con certi nostri atti,

anche noi dovessimo rinnegare

il Cristo, fa che, come te,

ci lasciamo guardare da Lui

e, pentiti, possiamo ricominciare

il cammino della fedeltà e dell’amicizia

che concluderemo, insieme con te,

in cielo accanto a Cristo nostro Signore.

Amen

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,15-19

[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.  In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.

Aquila e Priscilla