Cosa vuoi che io faccia per te?

Il grido del povero non resta inascoltato. Gesù passa e camminando è sempre in ascolto del grido dei poveri e di chi soffre.

Quando il grido di aiuto dei poveri parte dal loro cuore ed esprime il loro profondo desiderio di riscatto, le Parole di Gesù salvano e sono capaci di ridonare la vista, cioè la capacità di leggere la propria esistenza, in modo nuovo.

Gesù fa ciò che il nostro cuore chiede e ci aiuta a vivere e ad attraversare il nostro dolore donandoci la luce che rischiara.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,35-43
 
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». 
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Parola del Signore.

Vegliate pregando

Buona domenica. Anche questa domenica abbiamo abbiamo con noi due commenti audio. Il primo dell’amico Mirella Muia, eremita a Gerace in Calabra e il secondo dell’amico Padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese di San Gregorio a Rona

Ecco la seconda meditazione a cura di Padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, clicca qui

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Parola del Signore

Gesù troverà la fede sulla terra?

Un aquilone che vola alto nel cielo ci fa pensare alla speranza che non si perde di coraggio; che ama condividere con gli altri e non accumulare; che invita a servire piuttosto che a comandare.

Solo l’aquilone leggero, libero e fragile, infatti, può volare e salire in alto senza schiacciare gli altri. È questa l’immagine del Regno di Dio che nel Suo progetto vuole abitare il cuore dell’uomo .

Quando allora preghiamo il Padre nostro noi stiamo chiedendo al Signore di “vedere” il Suo Regno già presente in mezzo a noi. Un Regno dove si accolgono gli ultimi, gli scartati i poveri. Dove i poveri sono i protagonisti.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Franca



Gesù aveva detto “Beati voi poveri”, quelli che hanno fatto questa scelta della società
alternativa, “perché vostro è il Regno di Dio”. Non dice che il Regno sarà, il Regno c’è.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8
 
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore.

Mangiavano e bevevano

La vita in questo mondo per quante cose noi facciamo o tentiamo di fare resta e resterà sempre provvisoria e fragile. Abbiamo, invece, una vita eterna che non perderemo mai, la cui importanza e il cui valore, spesso, purtroppo, ci sfugge. È il momento di dare valore a ciò che veramente conta.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca 17,26-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore.

Il Regno di Dio è in mezzo a voi

Buongiorno. Anche questa mattina abbiamo il privilegio di poter condividere con voi la meditazione dell’amica eremita Mirella Muia, dell’eremo dell’Unità di Gerace. Buona giornata a voi.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

Parola del Signore.

Alzati e va

Tanti di noi hanno ricevuto, nella vita, doni grandi e straordinari o piccole attenzioni,spesso inaspettate, ma pochi riconoscono che si tratta di miracoli. Ma diciamoci la verità solo chi ha fede chiede il miracolo e solo lui sa riconoscerlo e ringraziare Dio. L’uomo è spesso senza gratitudine e, quel che è peggio, si crede un grande. Siamo piccoli invece e, spesso, siamo anche malati. Per guarire ci vuole un miracolo e pur avendone ricevuti li neghiamo. Beato chi sa riconoscersi umile e bisognoso di aiuto.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore.

Quale segno ci mostri?

Anche il cielo s’incupisce; anche il sole si nasconde. Il mistero di un Dio che nel Figlio decide di morire sembrerebbe celare la Verità ed invece la mostra e ce la rende chiara se, nel silenzio, apriamo il cuore al vero messaggio di Gesù.

Il tempio costruito da mani d’uomo non può contenere Dio. Dio è più grande di qualsiasi costruzione umana. Gesù rinnova l’alleanza cambiando, per sempre, ogni cosa. Nessuna istituzione può sostituire Dio e la nostra personale relazione con Lui. Non possiamo più rinchiudere Dio in quattro mura. Dio ci abita, abita il nostro cuore se siamo disponibili ad accoglierlo, se siamo aperti all’incontro vero con Lui, se abbandoniamo, una volta e per tutte, le costruzioni umane di ogni tipo. Dio è in una brezza leggera che ci accarezza, è in un fiore che si apre la strada tra i sassi o in un prato, è in ogni persona che incontriamo … Possiamo distruggere le mura di una costruzione, possiamo bruciare ogni cosa ma mai potremo toccare Dio che vive invisibile ai nostri occhi umani ma la cui presenza viva e vera ci avvolge e ci accompagna sempre. L’unico vero santuario è Gesù che ci cerca e ci viene incontro per farsi dono. Dono immenso e gratuito da accogliere e Amare.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-22
 
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Parola del Signore.

Accresci in noi la fede

Gesù chiede a noi di perdonare ma farlo non è facile e, diciamoci, la verità non ne siamo capaci e non vogliamo farlo. Neanche i discepoli sono propensi e, infatti, chiedono a Gesù: “Accresci in noi la fede”. Ma questa richiesta non è ricevibile. Gesù Ama e dona Amore ma non può accrescere la nostra fede. La fede, infatti, è la risposta dell’uomo all’Amore di Dio. È l’uomo che deve rispondere all’Amore di Gesù con la Fede. Se lo fa, sarà anche capace di perdonare e perdonando sarà un buon testimone del Cristo risorto. Un uomo di fede è capace di fare cose che per questo mondo sono impossibili. Un uomo di fede sarà capace di accogliere il male restando pacificato e saprà perdonare sempre e comunque. Un uomo di fede è sempre pronto a rispondere all’Amore con un atteggiamento di Fede.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,1-6
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Parola del Signore.

Ha dato tutto quello che aveva

Buona domenica.

Questa domenica abbiamo il privilegio di poter ascoltare i commenti (audio) alle letture di due carissimi amici:

  • quello di Madre Mirella Muia, eremita di Gerace.
  • oppure la lectio divina di dom Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. Cliccando qui

Un grazie speciale a tutti e due questi nostri preziosi amici .

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore.

Non potete servire Dio e la ricchezza

L’insegnamento di Gesù, purtroppo, è stato “tradito” fin dall’inizio spiega Alberto Maggi, frate dei Servi di Maria e di seguito riportiamo le sue parole precise.

Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6). Così disse Pietro allo storpio presso la porta del tempio di Gerusalemme, e l’infermo riprese non solo a camminare, ma addirittura a saltare, lodando Dio (At 3,8). Pietro, fedele all’insegnamento del suo Maestro di non accumulare tesori sulla terra (Mt 6,19), ha comunicato vita a chi la sentiva mancare. Poi i successori di Pietro hanno progressivamente abbandonato l’insegnamento di Gesù tradendolo spudoratamente, e la Chiesa si è trovata non solo a non riuscire a far camminare quanti ne erano impediti, ma, sovraccarica di oro e d’argento, è divenuta un ostacolo per quanti volevano procedere spediti nel cammino del vangelo“.

Sono parole molto esplicite e franche e propongono una realtà dura da digerire. Questa mattina, solo per chi vuole, dopo il vangelo riportiamo il seguito delle parole di Alberto Maggi.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,9-15
 
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
 
Parola del Signore.

(continua la riflessione di Alberto Maggi)

Infatti, già dai primi secoli, dimentichi dei severi moniti di Gesù sulla tentazione della ricchezza (Lc 6,24), i papi, e con loro tutta la gerarchia, hanno fatto la loro tragica scelta. Gesù ha ammonito che “Non potete servire a Dio e mammona” (Lc 16,13). A queste parole tanto chiare e severe, “i farisei, che erano attaccati al denaro, si beffavano di lui” (Lc 16,14). Ma la Chiesa gerarchica non solo ignorò le parole di Gesù, ma fece il contrario, e senza esitare scelse mammona, il denaro, l’interesse, la convenienza, e per arricchirsi usò ogni mezzo, cominciando dalla menzogna. Infatti, con spregiudicatezza costruì un falso documento che ebbe gravi ripercussioni su tutta la cristianità.

Con la “Donazione di Costantino”, la Chiesa affermò che l’imperatore aveva donato a Papa Silvestro (+ 335) tutti i domini dell’impero. E la Chiesa, presa dall’ingordigia della ricchezza, si allontanò sempre più dal vangelo: chiamata a servire i poveri si fece servire da questi. Dimentichi di un Gesù che aveva detto che non era venuto per farsi servire ma per servire (Mt 20,24-28), la Chiesa si trasformò in una struttura di potere: il papa pensò a se stesso come imperatore o re (il papa-re), e ovviamente i cardinali erano principi, i vescovi conti, e per gli umili preti era comunque una notevole promozione sociale ed economica arrivare a essere parroci.

Il papa, “Servo dei servi di Dio”, non solo non lavò più i piedi degli uomini, come aveva espressamente richiesto Gesù (Gv 13,14), ma se li fece baciare, e per secoli quanti da lui erano ricevuti lo facevano “Umilmente prostrati al bacio della sacra pantofola”. E pensare che Gesù aveva detto: “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cintura, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali…” (Mt 10,9).

Naturalmente nella Chiesa, quella che mai ha abbandonato il vangelo, si sono levate voci di denuncia, ma il potere della gerarchia era talmente forte da riuscire a neutralizzarle. Così finirono nel dimenticatoio parole di fuoco come quelle scritte da Antonio di Padova contro la corruzione del clero: “I sacerdoti, anzi, per meglio dire, i mercanti, tendono la rete della loro avarizia per ammassare denaro. Celebrano la messa per denaro, e se non fossero sicuri di ricevere i soldi, certamente non celebrerebbero la messa; e così il sacramento della salvezza lo fanno diventare strumento di cupidigia” (Sermone V Dom. Pentecoste 2,15). Ma che fossero parole al vento se ne rendeva conto lo stesso Antonio affermando che i prelati “anche se ascoltano una predica, non capiscono. Predicare ai chierici e parlare ai cretini: quale utilità in entrambi i casi, se non chiasso e fatica?” (Serm. X Dom. Pent. 1,9).

L’AUTORE – Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Macerata), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere. Ha pubblicato, tra gli altri: Roba da pretiNostra Signora degli ereticiCome leggere il Vangelo (e non perdere la fede)Parabole come pietreLa follia di Dio e Versetti pericolosi. E’ in libreria con Garzanti Chi non muore si rivede – Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vita.

Aquila e Priscilla