Archivi tag: testimoni del vangelo

Non abbiate paura!!!

Se vivi da cristiano il destino è la persecuzione. Siamo al vertice della vita in Cristo. Ogni autentico cristiano è perseguitato dal mondo. Ma questo non deve impaurire. Spesso, infatti, la persecuzione appartiene non a chi si dice cristiano ma a chi vive da cristiano. Appartiene a chi vive con coerenza la fedeltà al Vangelo. Essere sinceri, esprimere un pensiero coerente con il Vangelo, essere semplice come un bambino rende invisi e per niente attraenti; vivere senza sotterfugi e alla luce del sole non paga anzi fa imboccare la via dei perseguitati. Ma questo non può e non deve impaurire. Gesù lo aveva predetto per sé e per i suoi discepoli fedeli … Il mondo vi odiera’ e sarete perseguitati.

Franca e Vincenzo osb-cam

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Bartolomeo: la santità che non ti aspetti

Ci è davvero simpatico Natanaele, poi chiamato Bartolomeo. Stava spesso  sotto un fico che per la Torah è l’albero della meditazione, e aveva amicizie tra i pagani come Filippo. Egli è uno che non è per niente dolce nel parlare. Diciamo che è uno che non media e spesso sputa sentenze. Eppure Gesù lo prende con se, lo valorizza, sa come prendere il meglio da questo uomo poco incline al compromesso ma capace di esprimersi attraverso un cuore grande che copre il suo pessimo carattere. Natanaele, conosce la Scrittura e sa che il messia non può venire da Nazareth eppure, nonostante questo, prevale il suo essere un cercatore di Dio e, soprattutto, emerge sempre il suo cuore puro incapace di ingannare.  Natanaele/Bartolomeo, insomma, è spigoloso e nulla lascia immaginare che Gesù lo scelga come apostolo. Ebbene nonostante il suo stile di parlare a volte a sproposito diventerà santo. Spesso è raffigurato con il Libro della Scrittura e un “coltello”, simbolo di durezza nel parlare, per scuotere l’attenzione. Un’immagine di santità che ci fa sperare tutti!!!

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Meditazione biblica mensile

Queste meditazioni bibliche mensili sono proposte per sostenere una ricerca di Dio nel silenzio e nella preghiera, anche nella vita quotidiana. Si tratta di prendere un’ora per leggere in silenzio il testo biblico suggerito, accompagnato dal breve commento e dalle domande. Ci si riunisce poi in piccoli gruppi, da 3 a 10 persone, a casa di uno dei partecipanti o in chiesa, per un breve scambio su ciò che ognuno ha scoperto, con eventualmente un momento di preghiera.
Comunità di Taize
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2017

Agosto

Luca 18, 15-17: Una fiducia molto semplice
Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso”. (Luca 18, 15-17)

In questo testo, Gesù e i suoi discepoli vengono disturbati portando loro dei bambini piccoli. Mentre i discepoli s’innervosiscono e lo manifestano, per Gesù questa situazione che non ha scelto diventa un’opportunità. Accoglie la situazione e i bambini e ne trae un insegnamento: Il regno di Dio appartiene a chi l’accoglie come un bambino.

Che cosa caratterizza i bambini? Innanzitutto, il fatto che essi non possono sovvenire da soli a tutti i loro bisogni. Se nella Bibbia gli orfani – insieme alle vedove e gli stranieri – sono i poveri e deboli per eccellenza, è proprio perché non hanno nessuno a difendere i loro diritti e non sono in grado di farlo da soli.

I bambini piccoli devono, più o meno frequentemente, a seconda della loro età, rivolgersi a una persona che li aiuti a realizzare quello che desiderano o che dia loro ciò di cui mancano. Pongono la propria fiducia nelle sue capacità di risolvere la situazione che è più grande di loro. E i più piccoli esprimono con forti strilli la loro insoddisfazione quando i genitori non vogliono o non possono offrire la soluzione attesa.

Anche nella nostra vita d’adulti, ci sono lacune che non possiamo riempire da soli. Imparare dai bambini, è imparare ad avere fiducia e a ricevere la nostra vita. Non abbiamo bisogno di auto-realizzarci! Invece di guardare la nostra vita come una risorsa da sfruttare al massimo, potremmo accogliere con gratitudine quello che ci è dato di vivere. Questo ci porterà pure a delle nuove relazioni con gli altri e con tutta la creazione.

Sarebbe già qualcosa fidarci di qualcuno più forte di noi e voler ricevere la nostra vita da qualcuno capace di offrirci la pienezza che ci manca. Ma Gesù ci propone ancora un’altra cosa: accogliere ciò che è più debole e aprirci a ciò che è limitato.

Il regno di Dio viene con potenza, ma molto spesso si manifesta sotto le apparenze della debolezza. L’orizzonte più ampio a volte ci è aperto da ciò che sembra più limitato. Gesù ci invita ad accogliere questa debolezza e quei limiti dandone l’esempio. Invece di vedere nei bambini che gli venivano presentati una fonte di disagio o una perdita di tempo, si lascia disturbare e vi scopre un’occasione per approfondire il suo insegnamento, una nuova possibilità di esprimere il suo messaggio.

Egli non solo accoglie i bambini, ma si identifica con loro. In un altro momento della sua vita, egli prende un bambino, lo mette davanti alla gente e dice loro: “Chi accoglie questo bambino, accoglie me” (Lc 9,48). In Gesù, Dio si mostra come colui che è debole e bisognoso. In Gesù, è lui che diventa vittima delle forze di questo mondo. È così che porta il suo regno. È il messaggio della croce: la potenza di Dio si manifesta nella debolezza e la morte di Gesù dà la vita.

Il Vangelo ci invita ad accogliere una pienezza di vita che verrà da uno più forte di noi. Per scoprirla, ci chiama ad aprirci a ciò che è debole e limitato, nella nostra vita e in quella degli altri. Se ascoltiamo questa chiamata in semplicità e fiducia, troveremo lì una fonte di speranza, creatività e gioia.

- Quali sono le caratteristiche dei bambini che mi sembrano più importanti? Com’è possibile “diventare un bambino” pur restando una persona adulta e matura?

- Dove ho visto la potenza di Dio sotto l’apparenza della debolezza umana?

- In che modo posso accogliere nella mia vita le persone bisognose e vulnerabili? Questo che cosa cambierebbe in me

La Pace va oltre le parole

A Fatima il Signore ci sta chiedendo di essere operatori di Pace perché la Pace è, per davvero il bene supremo. La Pace, infatti. è insieme all’unità un dono dello Spirito da perseguire con ogni mezzo e sappiamo che unità e Pace si possono realizzare solo se si cammina insieme, se camminiamo nella fraternità. se siamo capaci di essere a servizio l’uno dell’altro e se ci accogliamo reciprocamente.

Possiamo fare questo però se cambiamo il nostro cuore, se siamo capaci di chiedere il perdono e se c’è chi lo concede. Si tratta di avere il desiderio di guardarsi negli occhi in profondità, di parlarsi con sincerità comprendendo le ragioni dell’altro.

Per fare questo dobbiamo essere davvero uomini di Dio, uomini di preghiera, uomini che realizzano ciò che predicano. Il Vangelo, infatti, è vita vissuta e non parole predicate.

Vi do un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 34-35) […].

Amate i vostri nemici: Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori(Mt 5, 43-44).

 

 

Attenti agli intolleranti

Il Signore, questa domenica, invita a far crescere la zizzania con il buon grano; invita alla tolleranza, spinge alla tenerezza, suggerisce di non essere duri e zelanti e di guardare di più se stessi. Sono per davvero bellissime indicazioni per la vita di ogni giorno. Indicazioni che, purtroppo, molte volte, sono ignorate proprio da chi dovrebbe suggerirle ai cuori dei fratelli. Gli intolleranti, gli zelanti, i duri spesso, infatti, sono ciechi su se stessi e sulle proprie miserie e si chiudono nei confronti degli altri dai quali pretendono la perfezione, in nome di un pericoloso ? Tutto e subito?, ben diverso dalla pazienza di Dio.

Sempre più spesso, infatti, si incontrano cristiani che vorrebbero estirpare quella che, a loro giudizio, è la zizzania e tentano di eliminarla con la forza e l’arroganza dell’esercizio del potere. In questo modo si fanno giudici degli altri con parole e azioni che a volte sono palesi abusi. Si arrogano il diritto di umiliare gli altri e lo fanno in nome di Dio o di un ruolo che dovrebbe essere servizio d’amore. In questo modo negano la loro stessa missione non riuscendo più a trovare la pace e l’equilibrio interiore.  Vedono nemici ovunque e diffidano di tutto e di tutti. Ma tant’è. Sempre oggi.  il Signore invita ad essere piccoli, umili, semplici granelli di senape messi a dimora nei campi della vita quotidiana e a non scoraggiarsi perché proprio il piccolo granello di senape una volta cresciuto sarà capace di accogliere tra i suoi rami tanti uccelli (persone che vi trovano accoglienza e protezione).

Tutto questo perché sia palese che come un pizzico di lievito può far lievitare tre misure di farina allo stesso modo un solo cristiano può mostrare che l’amore è capace di vincere ogni intolleranza, ogni durezza, ogni odio o esercizio indiscriminato del potere.

 

La Maddalena donna liberata

Liberata dal male hai seguito il Maestro ascoltando i suoi insegnamenti, hai sofferto sotto la Croce, poi andando al sepolcro hai visto, per prima, la tomba vuota e dato l’annuncio. Hai parlato con quello che credevi un angelo e ti ha risposto chiamandoti per nome “Maria” e tu lo hai riconosciuto “Rabbini” (Maestro).

E così hai avuto forza per diventare “Apostola degli Apostoli”, segno di chi ha ascoltato, “visto” e creduto. Donna liberata e annunciatrice della risurrezione; donna coraggiosa e forte, segno e simbolo di una fede vissuta nel quotidiano.