La nostra “regola” semplice

l giorno 2 gennaio 2014, memoria di San Basilio e San Gregorio di Nazianzeno, ci è stato chiesto di scrivere una regola e fondare un eremo di famiglia1 nel quale sperimentare e vivere l’ideale del monachesimo ed in particolare di quello benedettino – camaldolese, alimentando la cella interiore2 nella quale ogni creatura umana custodisce la scintilla di Dio.

……

La vita nell’eremo sarà caratterizzata dalla semplicità, dalla solitudine3 e dall’austerità.

Noi due non avevamo mai pensato a questa ipotesi e il fatto che ci sia stato richiesto ci ha spinto a percorrere questa strada verso la santificazione.

Vivendo il “mistero della famiglia” nell’eremo si vuole custodire, rivelare e comunicare l’amore di Gesù Cristo nel quotidiano. La grande tradizione del monachesimo cenobitico ed eremitico sono lo sfondo sul quale la vita della famiglia che vive questa “Regola” cerca di operare le scelte ordinarie di ogni giorno. Essa, allora, è una testimonianza creativa dello Spirito che nasce in cuori che aspirano a contribuire alla nuova evangelizzazione in un tempo così complicato e complesso come quello che stiamo vivendo.

Realizzare questa missione è desiderio che può trovarsi non solo in uomini e donne che scelgono la verginità per il Regno dei cieli ma anche in coppie di sposi che vivono pienamente e intensamente il proprio matrimonio in una “intima comunità di vita e d’amore coniugale fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie”, è nata “dall’atto umano col quale i coniugi mutuamente si danno e si ricevono4. Questi sposi che hanno costituito una vera comunità d’amore e la loro unione è segno-sacramento di un “grande mistero” (Ef 5,32), un segno che non soltanto rappresenta il mistero dell’unione del Cristo con la Chiesa, ma in più la contiene e lo irraggia per mezzo della grazia dello Spirito Santo che ne é l’anima vivificante5.

Dal “Prologo” della Regola dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

NB Il testo completo della Regola è disponibile sul nostro sito.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Dire “Grazie”

Questo primo giorno del 2018 nel quale ci facciamo gli auguri per il nuovo anno, la Chiesa ci propone la festa di Maria, Madre di Dio ed anche la Giornata della Pace. Desideriamo unire tutto  in una semplice  preghiera di ringraziamento  scritta da un campesino sudamericano e mettere, con piena fiducia, la nostra vita, nelle mani del Padre.

Franca e Vincenzo, oblati osb-cam

 

Signore,
alla fine di questo anno voglio ringraziarti
per tutto quello che ho ricevuto da te,
grazie per la vita e l’amore,
per i fiori, l’aria e il sole,
per l’allegria e il dolore,
per quello che è stato possibile
e per quello che non ha potuto esserlo.

Ti regalo quanto ho fatto quest’anno:
il lavoro che ho potuto compiere,
le cose che sono passate per le mie mani
e quello che con queste ho potuto costruire.

Ti offro le persone che ho sempre amato,
le nuove amicizie, quelli a me più vicini,
quelli che sono più lontani,
quelli che se ne sono andati,
quelli che mi hanno chiesto una mano
e quelli che ho potuto aiutare,
quelli con cui ho condiviso la vita,
il lavoro, il dolore e l’allegria.

Oggi, Signore, voglio anche chiedere perdono
per il tempo sprecato, per i soldi spesi male,
per le parole inutili e per l’amore disprezzato,
perdono per le opere vuote,
per il lavoro mal fatto,
per il vivere senza entusiasmo
e per la preghiera sempre rimandata,
per tutte le mie dimenticanze e i miei silenzi,
semplicemente… ti chiedo perdono.

Signore Dio, Signore del tempo e dell’eternità,
tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro, e, all’inizio di un nuovo anno,
io fermo la mia vita davanti al calendario
ancora da inaugurare
e ti offro quei giorni che solo tu sai se arriverò a vivere.

Oggi ti chiedo per me e per i miei la pace e l’allegria,
la forza e la prudenza,
la carità e la saggezza.

Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà,
chiudi le mie orecchie a ogni falsità,
le mie labbra alle parole bugiarde ed egoiste
o in grado di ferire,
apri invece il mio essere a tutto quello che è buono,
così che il mio spirito si riempia solo di benedizioni
e le sparga a ogni mio passo.

Riempimi di bontà e allegria
perché quelli che convivono con me
trovino nella mia vita un po’ di te.

Signore, dammi un anno felice
e insegnami e diffondere felicità.

Nel nome di Gesù, amen.