Non conosciamo i nostri limiti

Un anziano diceva: Per questo non facciamo progressi, perché non conosciamo i nostri limiti e non abbiamo pazienza nel compiere l’opera che abbiamo intrapreso, ma vogliamo entrare in possesso della virtù senza alcuno sforzo.

La saggezza del deserto: ,”Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Rinunciare al mondo

Un confratello rinunciò al mondo e diede ai poveri ciò che possedeva, ma mantenne poche cose in suo possesso. Si recò poi dall’Abate Antonio. Il vecchio, quando l’ebbe saputo gli disse: Se vuoi diventare monaco, vai al villaggio, compra della carne, mettila sul tuo corpo nudo e così torna qui. Una volta che il fratello ebbe fatto ciò, i cani e gli uccelli lacerarono il suo corpo. Giunto dal vecchio questi gli chiese se aveva fatto ciò che gli aveva ordinato. E mentre quello gli mostrava il proprio corpo straziato, sant’Antonio disse:

Coloro che rinunciano al mondo e vogliono tenere del denaro vengono assaliti e sbranati dai diavoli proprio in questo modo.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Vita fraterna

L’Abate Anastasio aveva un libro scritto su pergamena finissima, che valeva diciotto soldi, e in esso aveva sia il Vecchio che il Nuovo Testamento in versione integrale. Una volta un fratello venne a trovarlo e vedendo il libro se ne andò con esso. Cos il giorno in cui l’Abate Anastasio andò per leggere il proprio libro e trovò che non c’era più, capì che il fratello l’aveva preso. Ma non gli mandò dietro nessuno, per chiederne notizia, per timore che il fratello potesse aggiungere una bugia al furto. Poi il fratello scese nella città più vicina per vendere il libro. E il prezzo che chiese fu di sedici soldi. Il compratore disse: Dammi il libro, affinché possa scoprire se vale tanto. Con ciò, il compratore portò il libro da vedere a sant’Anastasio e disse: Padre, dà un’occhiata a questo libro, per favore, e dimmi se pensi che dovrei comprarlo per sedici soldi. Vale dunque così tanto? L’Abate Anastasio disse: Si, è un bel libro, vale tutto quel prezzo. Così il compratore ritornò dal fratello e disse: Ecco il tuo denaro. Ho mostrato il libro all’Abate Anastasio che ha detto che è bello e che vale almeno sedici soldi. Ma il fratello disse: E’ tutto ciò che ha detto? Ha fatto altre osservazioni? No, disse il compratore, non ha detto altro. Beh! disse il fratello, ho cambiato idea, e dopo tutto non voglio vendere questo libro. Allora andò di corsa dall’Abate Anastasio e lo supplicò in lacrime di riprendersi il libro. Ma l’Abate non volle accettarlo, dicendo: Va’ in pace, fratello, te ne faccio dono. Ma il fratello disse: Se non lo riprenderai, non avrò mai più pace. Dopo quell’episodio il fratello abitò con l’Abate Anastasio per il resto della sua vita.

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Franca e Vincenzo osb-cam

Niente collera

Un confratello interrogò l’Abate Isidoro, il più anziano di Sceta, dicendo: Perché i demoni ti temono così tanto? Il vecchio gli disse: Da quando sono diventato monaco, cerco di non lasciare che la collera salga fino alle mie labbra.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Stare in silenzio cercare la Pace

L’Abate Arsenio, quando abitava ancora alla corte imperiale, pregò il Signore dicendo: Signore, guidami alla salvezza. Ed ecco che gli giunse una voce che diceva: Arsenio, allontanati dagli uomini, e ti salverai. Sempre lui, avviandosi alla vita monastica, pregò di nuovo pronunciando le stesse parole. E udì una voce che diceva: Arsenio fuggi, sta’ in silenzio e ricerca la quies, giacché da questo deriva l’assenza di peccato.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Badare all’anima

L’Abate Antonio disse: Come i pesci, se restano per lungo tempo a secco, muoiono, così anche i monaci, se restano a lungo fuori della cella o si trattengono con la gente profana, vengono distolti dalla meditazione che si sono prefissi. Bisogna dunque che come il pesce si getta in mare così anche noi corriamo in cella, per evitare, attardandoci fuori casualmente, di dimenticarci di badare alla nostra anima.

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Franca e Vincenzo, osb-cam