La lampada

La notte fa paura. Il buio ci impedisce di vedere. Quando non sappiamo prendere o non riusciamo a capire cosa e come fare, siamo nel buio. Le tenebre ci avvolgono e la tristezza si impadronisce di noi. È il male che prende possesso delle nostre persone e trasforma la vita in un inferno.

Ecco perché abbiamo bisogno di luce e di vedere bene se vogliamo camminare senza il rischio di cadere. Abbiamo bisogno di qualcuno che indirizzi le nostre scelte di vita quotidiana e sappia indicarci la strada. Gesù è la luce più potente, l’unica in grado di illuminare le nostre oscurità. Inutile cercare altrove. È Gesù che svela ogni cosa e che ci permette di guardare bene davanti a noi, di rischiarare l’orizzonte e offrirci una possibilità per scrutare in profondità il nostro quotidiano. È Lui l’unico capace, attraverso la Parola, di darci indicazioni sicure su come cercare strade giuste per sciogliere i nodi della vita.

Gesu ci chiama, quindi, ad ascoltare la sua Parola e a meditarla con costanza affinché siamo più capaci di fare le scelte giuste ed essere strumento di salvezza per noi e occasione per gli altri per intraprendere la via della salvezza.

Ma dove trovare Gesù? Due sono i luoghi certi: l’Eucarestia e la Parola. Ma ci sono anche altre opportunità che possiamo cogliere e che ci offrono la concreta possibilità di accarezzare le Sue piaghe o di asciugare il suo sudore o di profumare il suo corpo. Queste opportunità sono le occasioni che la quotidianità ci fa vivere ogni volta che incontriamo i fratelli che hanno bisogno e che ci chiedono aiuto o che, pur avendone necessità, non lo fanno per pudore, per vergogna o per qualsiasi altra ragione.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI LUNEDI 23 SETTEMBRE 2019

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

   Parola del Signore

Scegliere

Abbiamo voluto titolare queste nostre semplici riflessioni “scegliere”. Lo abbiamo fatto perché convinti che sia questo il nodo più importante da sciogliere. Si tratta, come sempre nella vita, di capire come vogliamo vivere. Si tratta di capire se vogliamo mettere al primo posto la relazione con Dio, oppure, scegliamo la ricchezza (cioè i nostri desideri, i nostri egoismi, le nostre cose, le nostre passioni, … noi stessi).

La furbata del servo disonesto, per esempio, (leggi il vangelo qui sotto), con la quale egli utilizza la ricchezza del suo padrone, pur essendo un’azione in se stessa qualcosa di riprovevole, nel concreto incide sulla vita di tante persone che avevano accumulate situazioni debitorie.

Di fronte a questo dato di fatto, il padrone finisce per lodare il servo disonesto per aver allevato le situazioni precarie di vita alcune persone pur avendo utilizzato le sue sostanze.

In questo modo il padrone (Dio-Padre) mostra quale è il metro con il quale giudica le nostre azioni. Egli dimentica i nostri errori ed esalta le cose buone che riusciamo a fare ai poveri. Non sembra essere attento nemmeno alle ragioni della povertà ma guarda l’azione concreta con la quale vengono alleviare le sofferenze dei poveri.

Oggi, insomma, riceviamo una nuova importante e significativa indicazione per la vita quotidiana da tener presente nelle nostre piccole e/o grandi scelte di ogni giorno.

Se scegliamo la ricchezza, se privilegiano i nostri egoismi, se viviamo difendendo i nostri esclusivi interessi trascurando gli altri o facendo finta di non vederli allora il padrone (Dio-Padre) al momento opportuno ci toglierà l’amministrazione dei beni e non sapremo a chi rivolgerci per trovare accoglienza.

È tempo di scegliere da che parte stare; è tempo di fidarsi di Dio-Padre che ci ama e non vuole perdere nessuno dei suoi figlio e tra questi ci siamo noi tutti, nessuno escluso.

Ora i ricchi o i loro amministratori (cioè noi tutti) sanno cosa fare dei loro beni, sanno che donare a chi non ha o a chi ha bisogno è la strada maestra. E, anche i poveri, sanno che accogliere i doni ricevuti con umiltà è gia via di salvezza.

Quando questo viaggio terreno avrà termine chi ha donato sarà accolto proprio da quei poveri che ha avuto la possibilità e la sensibilità di sostenere in questo mondo.

Questa è la via stretta che Gesù ci chiama a percorrere. Coraggio !!!

Mi raccomando non aspettiamo la richiesta del povero, se sappiamo o lo abbiamo conosciuto o ce lo hanno detto, spetta a noi prendere l’iniziativa. CORAGGIO !!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 22 SETTEMBRE 2019

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore

Seguimi !!!

Seguimi !!! Lasciare tutto e seguire Gesù è la vera rivoluzione della vita. Fare un cambiamento totale e lasciarsi dietro ogni cosa. Non si tratta di una fuga dalla propria realtà ma è, invece, una scelta di vita decisiva, di qualcosa di veramente profondo. Si tratta di iniziare una strada nuova capace di coinvolgerci radicalmente. Forse ci saranno diffidenze; qualcuno manifesterà la propria contrarietà, altri magari saranno sorpresi o perplessi. Ci sarà anche chi tenterà di dissuaderci ma se il Signore chiama e noi avvertiamo nel cuore e nella mente la sua voce non possiamo più fare a meno di seguirlo. Non ci sono età, situazioni, eventi, persone che potranno bloccare questo percorso. Rispondere alla voce del Maestro che ci invita a seguirlo è necessario. Tutti siamo chiamati ad evangelizzare ma non tutti siamo chiamati a farlo allo stesso modo: c’è chi è chiamato ad evangelizzare in terra di missione, chi nella parrocchia, chi servendo nelle opere di carità, chi, invece, è chiamato a portare la sua testimonianza nella preghiera e nel silenzio. Ogni chiamata ha una sua ragione di essere, ogni vocazione è per contribuire a costruire il Regno di Dio secondo il progetto del Signore. Il vangelo di oggi ci racconta di come Matteo, il pubblicano, riceve la chiamata mentre è seduto al banco delle imposte e lui lascia tutto, un buon lavoro e la sicurezza economica e sociale per seguire Gesù sulle strade della Galilea.

Questa scelta di Matteo lascia pensare. È una scelta forte. Lascia una situazione sicura, una posizione invidiabile, delle certezze per seguire una strada che non ha sicurezze, che lo porta a vivere in maniera precaria e complicata. Matteo fa una scelta radicale, un cambiamento totale della propria vita. Non cambia per scalare il successo, non cambia per sete di potere, non cambia per maggiore guadagni. Anzi, la sua è una scelta controcorrente. Matteo lascia tutto e va con Gesù. Segue Gesù senza riserve. Sente nel cuore che questa è la via giusta.

Una bella testimonianza che ci spinge a uscire tutti dalle abitudini e dal perbenismo nel quale siamo stati abituati a camminare e dare una scossa di verità alla nostra vita. Possiamo farlo, anzi, dobbiamo farlo e vogliamo farlo !!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 21 SETTEMBRE 1019

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9,9-13

In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

Non perdiamo l’amore

Oggi ci sono tre cose che si perdono: una pecora, una moneta e un “figlio”. Ognuna di loro sta dentro altrettante parabole che Gesù propone a pubblicani e peccatori che ascoltano e a farisei e scribi che, invece, si avvicinano mormorando. Ma Gesù non si scompone. Ebbene, il pastore va in cerca della pecora perduta e, dopo averla ritrovata, tornato a casa invita parenti ed amici a rallegrarsi. Anche la donna che ha perduto la moneta, dopo averla ritrovata, invita amiche e vicine a rallegrarsi con lei. Gesù puntualizza che vi è gioia nei cieli per ogni peccatore che si converte. Ma è la terza parabola che ci permette di comprendere meglio il messaggio di Gesù. Il giovane che aveva sperperato il suo patrimonio e che decide di far ritorno a casa dal padre lo fa solo per fame, per un pezzo di pane. Non sembra convertito, appare, invece, affamato e disperato. Il padre lo vede in lontananza e gli va incontro, non aspetta le parole del figlio ma lo abbraccia. La gioia del papà e profonda, piena di una immensa misericordia che non chiede nemmeno parole … Questo è un Amore vero, autentico, pieno. È un Amore gratuito, un Amore che non conosce limiti, è, appunto, l’Amore di Dio. Un Amore che per noi è davvero complicato, quasi assurdo; un Amore che sconvolge i nostri pensieri e che ci provoca.

Il padre organizza anche una bella festa è ammazza il vitello grasso. Il fatto genera la reazione del figlio maggiore che non riesce a comprendere la gioia del padre per aver riavuto il secondo figlio sano e salvo.

Ancora una volta la mentalità di questo mondo incarnata dal figlio maggiore si insinua nelle nostre menti e ci fa reagire in maniera che appare logica, giusta, corretta. Eppure la giustizia di Dio è diversa. Dio accoglie sempre, abbraccia in ogni caso, gioisce profondamente del ritrovamento di ciò che era perduto in qualsiasi modo ciò è avvenuto. Non chiede nemmeno spiegazioni. Dio Padre ci da sempre un’occasione nuova, una nuova possibilità, non ci respinge mai.

Nessuno è mai escluso dall’Amore di Dio e noi siamo chiamati da un lato a cogliere l’opportunità di tornare al Padre perché simili alla pecora smarrita, alla moneta perduta o al figlio che torna per un pezzo di pane e dall’altra a gioire per ogni relazione che riparte senza indagare sulle motivazione ma cogliendo questa occasione come una nuova opportunità. Complicato lo sappiamo ma questo, ci racconta Gesù, fa sempre Dio Padre con noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019

Lc 15,1-32
  Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore

Siamo peccatori

Non siamo giudici, siamo cristiani, cioè seguaci e imitatori di Gesù Cristo: chiamati ad Amare e a riconoscerci peccatori. Gesù ci fa capire come la via maestra è farsi compagni di viaggio dell’altro nella quotidianità dei gesti e con la semplicità di parole vere. Guardiamo le nostre vite e cerchiamo di convertirci. Aggrappiamoci alla necessità della misericordia. Restiamo solidali, autentici figli di Dio, fratelli che sanno soffrire in silenzio e gioire insieme. È una strada ardua, difficile da percorrere ma carica di pace. Ce la possiamo fare se saremo capaci di alzare lo sguardo al cielo e incrociare gli occhi di Gesù Cristo che ci tende la mano.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 13 SETTEMBRE 2019

Lc 6,39-42
  Può forse un cieco guidare un altro cieco?

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

   Parola del Signore

Misericordia

Amare, fare del bene, benedire, pregare e accogliere tutto, ma proprio tutto. Cosa altro dire? Riuscire in questa impresa è il vero senso della vita, l’unica cosa che conta, l’autentico successo.

Che il Signore ci sia a tutti la forza di compiere la sua volontà, oggi è sempre!!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 12 SETTEMBRE 2019

Lc 6,27-38
  Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

   Parola del Signore

La forza della preghiera

La forza che riceviamo dalla preghiera è cosi potente che può cambiare la nostra vita e trasformarla in qualcosa di unico. A darci l’esempio è Gesù che prima di prendere ogni decisione si ritira in un luogo solitario, alza le mani al cielo e prega. Gesù nella preghiera, infatti, chiede al Padre di illuminarlo e di manifestargli la Sua volontà. È un po’ quello che siamo chiamati a fare anche noi. Stare in disparte, cercare il silenzio, alzare gli occhi al cielo e invocare lo Spirito affinché le nostre scelte siano quelle gradite al Padre: è questa la via giusta.

Gesù fa cosi dovendo scegliere i suoi collaboratori più stretti e Luca ce lo racconta con poche significative parole.

Franca e Vincenzo

VANGELO DEL 10 SETTEMBRE 2019

Lc 6,12-19
  Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

   Parola del Signore

Prendi il largo

Prendere il largo, allontanarsi dalle cose scontate e cercare oltre. È Gesù che ci suggerisce cosa fare, quando farlo e come realizzarlo. Ci invita ad avere il coraggio di osare dopo aver ascoltato la sua Parola. Si tratta di seguire i comandi di Gesù e non i nostri desideri. Se saremo capaci di ascoltarlo, se riusciremo a seguire la volontà di Gesù, è sicuro che potremo realizzare cose buone e belle.

Nel leggere il passo del Vangelo di oggi noteremo che Pietro è stanco e sfiduciato. Pietro aveva lavorato tutto il giorno. Quante volte siamo stanchi di lavorare, guardiamo le nostre cose e ci sentiamo anche noi come Pietro. La vita ci ha dato tante amarezze. Non riusciamo a pensare, invece, ai tanti doni che abbiamo ricevuto. Guardiamo, purtroppo, solo in negativo. Eppure ci sono tanti doni che ci sono stati affidati. Pensiamo al dono di una compagna/sposa e a quello dei figli. Basterebbe questo a decretare il successo di una vita. E invece noi ci impegniamo solo nel cercare di ottenere qualche oggetto che appartiene solo ai nostri desideri, il denaro e il successo. E cosi c’è chi cerca di appagare i desideri personali e, spesso, si fa triste, si sente stanco e sfiduciato quando non riesce ad ottenerli. Un po’ come Pietro e i suoi compagni che hanno lavorato tutta la notte e non hanno pescato nulla. È a questo punto che ascoltano la voce e il suggerimento di Gesù e gettano le reti ancora una volta.

Siamo invitati anche noi ad ascoltare la sua Parola e a fidarci di Lui e qui sta il miracolo della vita. Gesù ci invita a gettare la rete ancora. Questa volta, grazie al suo intervento nella nostra vita capace di mostrarci il vero volto del nostro cammino la rete si riempirà di una enorme quantità di pesci e saremo in grado di vedere un bellissimo risultato. Così sarà tutto più bello. Finalmente sentiremo la sua vicinanza, gli occhi e il cuore si apriranno su un mondo nuovo, più vero, più autentico. Come Pietro saremo meravigliati del risultato. Comprenderemo che è solo merito di Cristo e che tutto ciò che abbiamo è solo il frutto dell’Amore di Dio.

Forse avremo anche la forza di dire “Sono un peccatore” e, mettendo da parte il nostro stupido orgoglio aggiungeremo di “non meritare ciò che il Signore ci ha donato”. Gesù ci risponderà: “Non temere”. Egli vuole cosi abbattere ogni paura. Perché è la paura che ci blocca, è la paura che ci fa sbagliare, è la paura che ci ha rovinato la vita e che ci impedisce di avere fiducia nell’altro che ci vuole stare accanto.

Fissiamo lo sguardo su Gesù e pensando anche a Maria, mediatrice per eccellenza, sentiremo che lei ci spinge a seguire il figlio, invitandoci, come ha fatto con i servi nelle nozze di Cana, ad ascoltare Gesù. Maria, infatti ci dirà: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!».

VANGELO 5 SETTEMBRE 2019

Lc 5,1-11
  Lasciarono tutto e lo seguirono.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

   Parola del Signore

Gesù guarisce

Gesù è l’unico capace di guarirci davvero. È l’unico in grado di offrirci una guarigione del corpo e dello Spirito. Per questo Gesù è venuto e invocare la sua presenza, chiedere, con fiducia, che Lui si occupi di noi o delle nostre ferite, accogliere in noi la sua Parole è già un grande segnale di liberazione. Gesu, se noi gli apriamo il cuore, entra nella nostra vita, ci accarezza, si china sulle nostre ferite e sui nostri corpi e ci risanaguarisce le nostre esistenze donandoci forza e coraggio per affrontare i nodi della vita e per metterci noi stessi a servizio degli altri. Gesù, se lo accogliamo nelle nostre povere vite, si mette vicino a noi e ci impone le mani scacciando da noi gli spiriti del male che ci vogliono tristi, arrabbiati, lamentosi, impauriti e sempre agitati. Queste presenze del male hanno il potere di rovinare le nostre giornate ma di fronte a Gesù che prende possesso del nostro cuore e della nostra mente sono costrette a lasciarci affinché anche noi possiamo vivere con serenità la nostra vita.

Questo è venuto a fare Gesù sulla terra e per questo ci ha lasciato la sua Parola.

Cogliamo questa unica, vera e grande opportunità. Non ci sono controindicazioni. Ci sono, invece, solo vantaggi: c’è libertà, verità e pacificazione interiore. Provare con sincerità per vedere.

VANGELO DEL 4 SETTEMBRE 2019

Lc 4,38-44
  È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

   Parola del Signore

Preghiera di richiesta

(Condividiamo questa preghiera per fare, con fiducia, una richiesta di pace interiore)..

O Maria, Madre mia,
umile figlia del Padre,
del Figlio Madre Immacolata,
amata sposa dello Spirito Santo,
ti amo e ti offro tutta la mia vita.
Maria, piena di bontà e misericordia,
mi volgo a te in queste ore di amarezza per implorare il tuo aiuto,
Madre ammirevole, Madre della divina grazia, vero conforto nel pianto, l’avvocato più dolce dei peccatori, costante presenza di Dio, abbi pietà di me e di tutti quelli che amo.

Cuore Immacolato di Maria,
Tabernacolo e Tempio della Santissima Trinità, sede del vostro potere,
Sede della Sapienza, oceano di bontà, ottienici dallo Spirito Santo che il nostro cuore sia il tuo nido dove riposare per sempre.

Portami quello che mi serve così tanto, quello che con tutto il fervore della mia anima chiedo, per i meriti di Gesù e per i meriti vostri, se è per la gloria della Santissima Trinità e il bene della mia anima.
Vengo a te, vengo chiedere la tua potente intercessione, in questo difficile bisogno, per ottenere la soluzione a questo problema impossibile che mi provoca tanta disperazione e lo trovo irraggiungibile con le mie forze :

(fare, con fiducia, la richiesta di pace interiore)

per me è quasi impossibile da raggiungere da solo una soluzione a questo problema, spero che tu mi permetterai la grazia di vedere risolta questa difficoltà e la fine di ogni preoccupazione e dolore che mi causa questa situazione angosciante.

Vergine Santa, nobile Regina degli Angeli, Sposa dello Spirito Santo, ricordati che sei mia madre!
Tu, che intercedi presso tuo Figlio, ascoltami e dammi la grazia che umilmente ti chiedo con tanta urgenza.
Dolce Maria, Madre amata, liberami dai nemici della mia anima e dai mali temporanei che minacciano la mia vita, a te tutta la mia gratitudine e devozione.

Maria madre mia, Santa Maria, prega per tutti noi il suo santissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo. Amen