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Abbiate coraggio!

I discepoli e noi come loro ci illudiamo di aver capito ma Gesù, mosso a compassione, ancora una volta mette in guardia. Non basterà una intera vita, infatti, per diventare un “vero” cristiano ma Lui, in questo cammino pieno di tribolazioni, non ci abbandonerà. Ci invita ad avere coraggio e ci rassicura: con Lui accanto a noi possiamo andare avanti, possiamo vivere e affrontare le difficoltà.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

   Parola del Signore

La ginestra

In queste settimane di fine maggio, se ci giriamo attorno e gettiamo lo sguardo sulle nostre colline le vediamo puntellate di ginestre in fiore. La ginestra è, nel tempo, diventata simbolo di modestia, di umiltà e di forza. Essa ha la capacità di fiorire in terreni aridi e bruciati dal sole. Ha fiori che emanano profumi intensi e un colore che illumina. Ha ispirato scrittori, poeti, artisti e filosofi. Oggi, riflettendo su certe situazioni politiche, sociali ed ecclesiali nelle quali siamo immersi credo che la ginestra, ancora una volta, sia un buon simbolo al quale ispirarsi per offrire un segno di vitalità autentico e di reazione forte verso gli uomini che “ornano” e infiocchettano il loro dire o il loro fare con maschere che celano il loro arido cuore.

Allo stesso tempo prendo in prestito il rimprovero di Tonino Bello: “Ce l’ho con voi, uomini della cultura, che intuite il precipitare delle cose, ma siete lenti. Avete coscienza che stiamo vivendo la notte di un grande «passaggio», ma vi attardate a lasciar fermentare la pasta nella madia. Percepite il passaggio dell’angelo sterminatore, ma ve la prendete con calma. Distinguete meglio degli altri il clamore degli oppressi, ma ne rallentate l’avventura di liberazione. E invece che accelerare l’esodo verso la terra promessa con accenti profetici, ne frenate la corsa con le vostre prudenze notarili”.

Dall’eremo di famiglia.

Non saremo mai soli

Nel giorno dell’Ascensione (oggi) Gesù sale al Padre ma con il Suo Spirito continua a restare accanto a noi, fino alla fine. Sappiamo bene che prima di andare aveva invitato i suoi a fare unità, a farsi carico dell’altro e ad essere donne e uomini di servizio. Ma come?

Ha chiesto di portare l’altro con se in maniera concreta, vera, autentica. Le parole sono importanti ma i gesti silenziosi lo sono anche di più. Essere “servi” è la vera missione che Gesù ci affida. Ma essere “servi” non significa servili che è, invece, una forma di annullamento. Essere “servi” significa mettersi, con rispetto, a disposizione cercando di essere un aiuto serio, concreto, responsabile e mai sciocco. Servire è sentire l’altro come un pezzo di se stesso guardando l’altro come un altro Gesù.

Non è facile vivere questo stile di servizio, anzi, è molto complicato, eppure, con l’aiuto dello Spirito Santo possiamo provare, ogni giorno, ad essere “servi” senza essere servili. Rischiamo di non essere compresi, cammineremo ogni giorno su un filo sospeso in un equilibrio sempre precario ma questa è la Via.

Franca e Vincenzo , osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

   Parola del Signore

Il Padre ci Ama

 La potenza del nome di Gesù è una delle esperienze più condivise nella storia e nella vita dagli uomini di fede. È stato proprio Lui, il Maestro, a prometterci che tutto ciò che chiederemo al Padre nel suo nome ci sarà dato. Nel nome di Gesù, perciò, possiamo chiedere al Padre ogni cosa che può darci gioia, la vera gioia . Una gioia che da serenità alla vita in Cristo e che va compresa non secondo il modo di pensare di questo mondo. Essere amici di Gesù ci fa diversi e capaci di essere felici nell’amare e nel credere in Gesù. Lui è la nostra unica e vera salvezza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

   Parola del Signore

La gioia nel cuore

Nessuna tristezza è per sempre e, un giorno, ogni dolore sarà gioia e anche le lacrime non scorreranno più sui nostri volti. A prometterci questo è stato Gesù e siamo invitati a fidarci di Lui. Intanto accogliamo il presente così com’è facendo del nostro meglio per affrontarlo. Il Signore non ci abbandonerà. Possiamo confidare in Lui e affidarci alle sue promesse restando attivi e operosi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

   Parola del Signore

Paolo, Aquila e Priscilla

All’inizio della vita della Chiesa gli Apostoli abitavano nelle case dei cristiani dove condividevano il lavoro e incontravano i “fratelli”. Il caso più eclatante è quello di Paolo che ha vissuto per tanto tempo a casa di Aquila e Priscilla. È un modello di Chiesa che meriterebbe un recupero anche attraverso una concreta sperimentazione.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

   Parola di Dio

Pieni della tua gloria

Guardare il cielo e toccare la terra, ascoltare il canto degli uccelli e lo scorrere dell’acqua del ruscello, sfiorare l’erba del prato e accarezzare le spighe del grano che biondeggiano nei campi, respirare l’aria del mare e fare un giro in barca ci aiutano a “sentire” la Tua confortante presenza.

Gli occhi si perdono nelle meraviglie del creato mentre il male del covid19 devasta la terra e sconvolge la vita.

La Tua stupenda creazione è attaccata e noi tuoi figli siamo qui ad implorare la fine della pandemia ma anche a lodarti e ringraziarti per la vita che ci hai donato e che non abbiamo apprezzato e non apprezziamo ancora come dovremmo fare.

Questo tempo ci invita a cambiare radicalmente la nostra vita. Signore dacci la forza di comprenderlo e di ridare valore alla terra, al lavoro fisico, al sudore dopo aver zappato l’orto, ad abbandonare per sempre i vecchi progetti che, oggi, non hanno, per davvero, più senso.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Sal 148

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.

Credi e sarai salvo

Nell’ora più buia, quando le tenebre ci avvolgono gridiamo a Dio di guardare la nostra realtà. Ed è proprio in quest’ollora che Dio decide di intervenire e far sentire la sua confortante presenza.

Questo è il momento nel quale Dio interviene: spalanca le porte e spezza le catene del male che ci opprimono. Accade qualcosa di simile a Paolo e a Sila che stavano in carcere ma i due non scappano. Non è la prigione il male peggiore. Al carceriere, servo del male, infatti, si aprono gli occhi del cuore e chiede di essere salvato. Paolo e Sila “Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia»”.

Ognuno di noi se vuole può passare dal male al bene e ottenere la salvezza se crederà nel Signore Gesù. Lui non ci lascerà mai soli. Mai.

Il suo Spirito ci guiderà a fare le giuste scelte e salverà la nostra vita dal male che ci tiene prigionieri.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

   Parola di Dio

Vi scacceranno

Gesù annuncia persecuzioni ed emarginazioni per i suoi discepoli. È davvero sconcertante per chi decide di seguirlo accettare di essere tra coloro i quali saranno scacciati e perfino uccisi. Ma queste appaiono prove sicure che i veri discepoli di Gesù devono essere pronti a vivere. Applausi e facoltà di esercitare il potere, in questo mondo, non sembrano, invece, essere segni buoni per i servitori e i discepoli di Gesù. I testimoni del Signore li potremo riconoscere dalla bontà del loro agire, dalla dolcezza delle loro parole, dai segni di accoglienza e dalle buone relazioni che sapranno costruire. Invochiamo lo Spirito Santo affinché ci aiuti ad aprire gli occhi del cuore permettendoci di vedere oltre la facciata, oltre le forme e ci dia la forza e il coraggio del discernimento.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

   Parola del Signore

Non vi lascerò orfani: verrò da voi.

Il Signore non ci abbandonerà mai. Prima di tornare dal Padre ci ha lasciato lo Spirito Santo che ci guida, ci accarezza e ci incoraggia. L’unica cosa che ci chiede è di essere amato e di amarci fra noi.

Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui»

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Parola del Signore