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Passione secondo Matteo

Non è una cronaca ma una interpretazione di quanto è accaduto a Gesù nella settimana nella quale è tradito, arrestato, processato, messo in croce e poi Risorto.

Tra i protagonisti, Giuda che tradisce per denaro e che lo fa con un bacio; Pietro che lo rinnega; Caifa, il sommo sacerdote che ne decreta la condanna a morte; Pilato che se ne lava le mani; il Centurione che lo riconosce come Dio; uno dei due crocifissi con Lui.

La trama è coinvolgente e suscita interrogativi profondi alla nostra ricerca di senso.

In quale dei protagonisti mi riconosco di più? Cosa mi ha turbato, se qualcosa mi ha turbato? Come credo posso accogliere nella mia vita la salvezza che Gesù Cristo mi ha donato?

Condividiamo anche una bellissima lectio della biblista Marianna Assaf dal Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma clicca qui

Buona Settimana Santa.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Gesù doveva morire

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. 
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. 
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Parola del Signore.

Il potere per difendere se stesso è capace di compiere ogni tipo di azione. È capace finanche di uccidere una persona. Il potere non ha un cuore. Il potere è freddo, calcolatore, rapace. Al potere non importa nulla del bene ma s’interessa solo di se stesso. E così, capita, che Gesù, un uomo che compie “segni”, che aiuta i poveri, gli oppressi; un uomo che s’interessa di chi soffre, dei malati e degli emarginati viene cercato per essere messo a morte. Il potere ha emesso la sua sentenza: “Gesù deve morire” e questo accadrà presto.

Chiediamoci: ma è questo il VERO potere? Oppure il VERO potere risiede nel mettersi al Servizio? Nel lavare i piedi agli altri? Nel vivere con umiltà le nostre giornate?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Cercavano di catturarlo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Parola del Signore.

A complicare la vita c’è sempre la logica della contrapposizione, c’è il timore che qualcuno possa fare o che sia migliore di noi (e forse lo è davvero). Di fronte a queste paure che si fa? Si tenta di annientare l’avversario o il presunto avversario. Non si guarda alla bontà delle sue azioni ma si dà credito ai pregiudizi e perciò si prova a distruggerlo. I Giudei, infatti, non vogliono lapidare Gesù per ciò che fa ma vorrebbero lapidarlo perché si è fatto Figlio di Dio. Tentano di catturarlo ma Gesù riesce a fuggire perché non era ancora giunto il momento. Anche noi stiamo attenti. Liberiamoci dai pregiudizi sulle persone e stiamo invece più attenti a ciò che fanno. Se fanno cose buone perché dovremmo lanciare pietre contro di loro? Perché?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Prima che Abramo fosse, Io sono

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,51-59
 
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ”È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».

Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Parola del Signore.

Credono ai morti e non credono a chi è vivo. Lo scontro è sempre tra la volontà di Dio e quella degli uomini. Difficilmente si è pronti ad accogliere la volontà di Dio. Piuttosto piace attribuire a Dio la nostra volontà. Ma questo giochetto non funziona. Stiamo attenti nella vita.

Stiamo attenti. Il mondo è pieno di diavoli, buffoni e finti amici Smettiamo di fare come i bambini che credono che i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni con i campanelli. Sappiamo bene che diavoli e buffoni si mascherano da finti buoni. Ci sono poi gli “amici” … alcuni tradiscono e lo fanno con un “bacio”, un po’ come Giuda.

Chissà perché lo fanno? 

Chissà perché pensano di non essere scoperti? 

Che delusione! Siamo costretti a nasconderci facendo finta di nulla e a fuggire lontano. Peccato!

Liberi perché liberati

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,31-42
 
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».

Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Parola del Signore.

Siamo liberi perché liberati dal peccato. Gesù ha donato la sua vita spezzando le catene della violenza e del peccato. Fatto oggetto di ogni tipo di violenza non ha replicato al male, non ha reagito alla violenza e, in questo modo, ha fermato il male. È così che ha sconfitto il peccato e ha perdonato per Amore. Le tentazioni del male nulla hanno potuto. Il male si è dovuto arrendere a quell’Amore che libera la verità profonda che ci abita. Se riuscissimo a fare come Lui questo mondo, questa nostra convivenza … le nostre relazioni sarebbero diverse, belle, solidali e più vere. Ed invece no! Il peccato è sempre in agguato e ci fa schiavi e rende la vita dolorosa, sofferta e agitata.

Possiamo però decidere di accettare il dono della libertà che viene da Dio Padre e accettando spettare le catene del male, bloccare l’odio, l’invidia, la gelosia. Possiamo fermare il male, la violenza … possiamo coltivare giardini e curare fiori rendendo l’ambiente bello e profumato. Spetta alla nostra libertà farsi strada ignorando il male e i veleni per sconfiggere il dolore e la sofferenza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Non faccio nulla da me stesso

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,21-30

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù:  «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Parola del Signore.

È Gesù stesso a riconoscere che Lui non fa nulla da se stesso. Ma ogni cosa che compie viene dal Padre. E chi è questo Padre? Ci hanno insegnato che il Padre di Gesù è Dio. E chi è Dio? Rispondiamo a questa domanda con 5 versetti del primo testamento: Dt 6, 4-9. Ne abbiamo parlato ieri sera nell’ultimo dei sei incontri dedicati ai primi cinque libri del Pentateuco. A qualcuno potrebbe apparire una definizione fuori dal tempo, distante e lontana. Noi crediamo esattamente il contrario. In questa Parola ritroviamo l’essenziale che in tanti, in troppi, hanno o abbiamo smarrito. Proviamo a leggere e rileggere questi cinque versetti, proviamo a farlo in silenzio e a rifarlo anche in giorni e momenti diversi. Siamo certi che questa “pratica” porterà tanta pace e serenità nella nostra vita. In questa Parola troveremo ciò che cerchiamo davvero. Provare per credere.

“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. 5Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. 6Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. 7Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi è senza peccato

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una a sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 

Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore.

La Legge antica condanna, la Legge nuova perdona. La Legge antica è scritta sulla pietra e diventa pietra scagliata contro, la Legge nuova è scritta sulla sabbia ed è cancellata dall’amore che abita il cuore di Dio. La Legge antica porta alla morte, la Legge nuova dona vita.

Non c’è condanna per la donna, per Lei, invece, c’è solo misericordia, tanta misericordia. È la misericordia che spezza la violenza, che annienta la spirale di rendere male per male e blocca il propagarsi del male.

Non siamo qui per giudicare e condannare ma siamo qui, in questo mondo, per Amare e l’Amore non pratica alcuna forma di violenza. L’Amore ha un’unica possibilità Amare!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi crede in me vivrà

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,1-45

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: 

«Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Parola del Signore.

Anche questa domenica ci affidiamo e condividiamo la lectio dal Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma. Per ascoltare clicca qui

Non temere

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Questa mattina ci soffermiamo sull’espressione “Non temere”. Sembra che nella Bibbia questa espressione sia presente 365 volte. È un modo di dire per infondere sicurezza, per esprimere un impegno di protezione, aiuto, supporto.

Non siamo soli. Dio Padre è sempre con noi e lo è soprattutto nei momenti difficili, lo è se ci sentiamo minacciati, se s’insinua la paura, se stiamo attraversando un tempo di grande preoccupazione. Dio Padre ci dice “Non temere”.

Il Signore si avvicina in punta di piedi, chiede di entrare nel nostro cuore, chiede di essere compagno di viaggio. Spetta a noi accoglierlo con fiducia fidandoci della sua Parola.

Una Parola che ci solleva soprattutto nella difficoltà e ci fa danzare di gioia anche quando tutto sembra crollare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Le opere testimoniano di me

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 5,31-47

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Parola del Signore

Sono i pregiudizi che spesso ci impediscono di accogliere le persone; sono le nostre chiusure mentali a non permetterci di vivere relazioni positive; sono gli interessi personali che ci fanno diffidare degli altri. A volte i nostri occhi non riescono a vedere neanche le buone testimonianze. È ciò che accade a Gesù che nella sua vita è costretto a subire ogni sorta di male e di falsa accusa. Egli viene visto con diffidenza e poi addirittura con ostilità dagli uomini del potere religioso finendo per essere catturato con false accuse e messo in croce.

Abbiamo bisogno di purificare il nostro sguardo della realtà, di liberarci dai pregiudizi, dai vincoli dell’interesse personale e da ogni tentativo di denigrare gli altri. Accogliere l’Amore ed essere persone d’Amore libera la nostra vita dai desideri non buoni e ci dà la giusta serenità per costruire buone relazioni con tutti e vivere una vita secondo i desideri di Dio Padre.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️