Uscirono per prenderlo

I “suoi”, cioè i famigliari lo credono un “pazzo”. Basta poco ad essere classificato “fuori di sé”. I perbenisti, gli ossequianti e i cosiddetti “normali” mal digeriscono le novità e, Gesù, di novità ne aveva già fatte molte. Una fra tutte si era schierato apertamente per il rinnovamento della religione opponendosi ai capi del tempio. Ma non basta. Si era anche permesso di guarire molte persone e lo aveva fatto, spesso, di sabato.

Stiamo attenti a non farci omologare e a fare i servi schiocchi del potente di turno. La verità ha bisogno di persone coraggiose pronte a sopportare la vendetta dei potenti di turno, le false accuse degli ipocriti e dei sepolcri imbiancati che si nascondono dietro un dito.

Facciamoci imitatori di Gesù capaci di dire la verità anche quando questa è scomoda e può generare reazioni e ritorsioni. L’amore per il vero da senso alla vita e la rende un capolavoro.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,20-21

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

Parola del Signore

Ne scelse dodici

Per scegliere i Dodici Gesù sale sul monte dove è simbolicamente più facile ascoltare il Signore. Ed è sul monte che Gesù si fa ispirare dal Padre. Dal monte chiama i dodici abbandonando la vecchia religione fatta di leggi e regole e inaugura la nuova ed ultima Alleanza nella quale l’unica regola è quella dell’Amore.

Anche tra i Dodici, purtroppo, ci saranno traditori e non mancheranno litigi e distinguo. È la storia dell’uomo e quella della Chiesa che come ben sappiamo non è stata sempre lineare. Ma questo non deve scoraggiarci o indurci a giudizi frettolosi e avventati. La Chiesa siamo noi, con tutti i nostri pregi e i nostri difetti, con i nostri errori e le nostre paure. L’importante è e sarà avere il coraggio di riconoscersi peccatori, nessuno escluso. Per questo è necessario ed essenziale chiedere perdono e concedere perdono. Chi non perdona e non ha il coraggio di incontrare l’altro per abbracciarlo e ricominciare a camminare insieme o si erge a giudice non è un buon testimone del Vangelo, non è un uomo di Dio. Egli semina odio, vendetta e vive nel rancore. L’unica risposta è amarlo e pregare.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,13-19

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Parola del Signore

GUARI’ molti

Nei momenti di bisogno molti di noi chiedono l’aiuto del Signore e intensificano le preghiere e le devozioni. In casi particolari si chiede il miracolo. Quando le cose, invece, vanno secondo i nostri desideri capita che questo fervore diminuisce. Forse ciascuno di noi dovrebbe, invece, imparare a ringraziare sempre. Ci sono, infatti, miracoli che non vediamo, doni e grazie che riceviamo ogni giorno e che crediamo essere dovuti o di meritare. La realtà, quindi, mi sembra essere molto diversa da ciò che immaginiamo. Dovremmo, perciò, ringraziare il Signore innanzitutto per la vita che ci ha donato, per il cibo o per le cose che abbiamo ricevuto; dovremmo ringraziarlo, inoltre, anche per il lavoro, la famiglia, i figli, la casa e tanto altro ancora. Dire grazie ci fa Figli.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,7-12

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Parola del Signore

La mano fu guarita

Tra il rispetto della Legge e il bene dell’uomo Gesù scegli il bene dell’uomo. Chi, invece, mette l’osservanza della Legge al di sopra del bene dell’uomo tradisce l’amore e adotta un comportamento disumano. Il religioso che si concentra sull’applicazione delle norme e trascura l’uomo in difficoltà si fa complice del male e bestemmia contro lo Spirito Santo. È questo l’insegnamento che Gesù ci trasmette oggi guarendo, di sabato, la mano paralizzata di un uomo dentro la sinagoga proprio davanti a quei capi religiosi che “usano” la Legge per mantenere il loro potere.

Di fronte all’atteggiamento di durezza di cuore di farisei ed erodiani Gesù, ha una reazione di ira e di tristezza che lo spingono ad agire per guarire la mano del paralitico. Poi, annota l’evangelista Marco,: “i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire”. È così che il potere agisce nell’ombra e trama punizioni contro chiunque non si uniforma alla sua Legge.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
 
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
 
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Parola del Signore

Mangiò i pani dell’offerta

Per mantenere il popolo sottomesso, sacerdoti, scribi e farisei tradivano lo spirito della Legge e imponevano loro fardelli. Gesù e i suoi discepoli, invece, mettevano al primo posto il bene delle persone e, quindi, vivevano, agivano e predicavano la libertà dei figli di Dio. Alle Autorità questo comportamento di Gesù e dei suoi discepoli dava fastidio e, quindi, cercavano, con ogni astuzia, di ostacolarlo e tentavano di metterlo in difficoltà.

Dava fastidio perfino che raccogliessero di sabato spighe di grano per mangiare. Di sabato, infatti, non è consentito alcun lavoro. Gesù replica alle accuse citando il grande Davide che per fame, mangiò addirittura i pani dell’offerta cosa che, per la legge, è proibita.

Gesù insegna che, invece, il bene dell’uomo supera ogni Legge e dimostra che, a volte, i potenti di turno utilizzano le regole per schiacciare il popolo e mantenerlo sottomesso. Sant’Agostino ci insegna perciò: “Ama e fa ciò che vuoi”.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,23-28
 
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
 
I farisei gli dicevano: « Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni?».
 
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Parola del Signore

Vestito vecchio

Con Gesù ogni cosa diventa nuova e tutto ciò che appartiene alla nostra vita passata fatta di egosmo, di presunzione, di cattiverie, di male o di indifferenza non ci apparterrà più. Quando iniziamo ad ascoltare davvero la voce di Dio anche la nostra vita cambia e il passato, il vecchio modo di pensare e agire finisce. È così che si potrà iniziare a vivere, pienamente, l’amore del Padre. Da veri seguiaci di Gesù tutto sarà nuovo e, come la stoffa grezza che non può essere usata per rattoppare un vestito vecchio allo stesso modo non si potrà aggiustare il passato. Questo, infatti, potrà solo essere sostituito totalmente da un nuovo modo di vivere.

Le cose passate sono finite. Proprio adesso il Signore ci sta invitando a vivere da donne e uomini nuovi. Ci sta chiamando ad un cambiamo reale e totale, ad una vera conversione.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,18-22
 
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
 
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.

 Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

Parola del Signore

Venite e vedrete

Il Vangelo oggi si gioca in un intreccio di sguardi che svelano identità e propongono inviti. Giovanni Battista si fa piccolo e indica ai suoi discepoli l’Agnello di Dio, il Maestro da seguire. Per farlo Giovanni fissa lo sguardo su Gesù e con questo sguardo accompagna i suoi due discepoli che iniziano a guardare e seguire Gesù.

Lungo il cammino Gesù si volta per incontrare il loro sguardo e chiedere “Che cosa cercate?”. La domanda non è per sapere chi cercano ma che cosa stanno cercando. I due cercano un senso alla vita. Non cercano un protettore ma ragioni per la vita. In quel “Venite e vedrete”, c’è l’invito ad avere Fede e a fidarsi; c’è l’invito ad instaurare una relazione libera, profonda, vera e autentica con il Padre di cui Gesù è l’unico mediatore ieri, oggi e sempre.

La conseguenza della Fede e della relazione personale con Dio è l’esigenza di chi, trovato un senso per la propria vita, sente di doverlo comunicare agli altri. Sente la necessità di far conoscere Gesù agli amici. Il “Venire e vedrete” ricevuto viene così proposto agli amici.

Nell’ultimo versetto di questo passo torna lo sguardo di Gesù, che questa volta è rivolto a Pietro a cui cambia il nome e offre una vita totalmente nuova. È questa vita nuova che Gesù offre a tutti coloro i quali si fanno guardare in profondità dal Signore e decidono di seguirlo.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,35-42

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Parola del Signore

Molti lo seguivano

Gesù dice di essere venuto a chiamare “i peccatori”. I giusti o chi crede di esserlo, invece, si fa giudice degli altri e si mostra come un esempio. E chi sarebbero questi giusti? Al tempo di Gesù sono i religiosi: scribi e sacerdoti che si autogiustificano. Sono coloro che, in qualche modo, si collocano su un piedistallo rispetto altri, si sentono superiori. Solitamente sono persone che si mostrano rispettosi delle leggi, appaiono molto severi, rigorosi e per mantenere questa falsa immagine di loro hanno poche relazioni con gli altri, Questi “giusti” si attribuiscono meriti e funzioni e nascondono i loro peccati per farsi ammirare mostrandosi irreprensibili. Non amano il confronto ed evitano di avere relazioni: si isolano dal popolo e non ascoltano gli altri, non praticano la vera giustizia e tralasciano la misericordia.

Nessuno di noi faccia lo stesso errore. Sappiamo bene, infatti, di essere peccatori e di avere sempre bisogno del perdono e della misericordia di Dio.

Oggi, perciò, ci chiediamo se sentiamo di appartenere alla categoria dei giusti oppure a quella dei peccatori. Se apparteniamo alla seconda categoria (quella dei peccatori) allora Gesù ci sta chiamando e se non abbiamo sentito ancora la sua voce o non gli abbiamo risposto, forse, è il caso di fare silenzio dentro di noi e cercare di ascoltare davvero la voce di Gesù che chiama. Oggi, proprio oggi, la Parola ci invita a capire a quale categoria ci sentiamo di appartenere e ad agire di conseguenza.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,13-17
 
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
 
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
 
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

Dio perdona

Gesù perdona sempre e lo fa incondizionatamente. Egli guarda alla fede delle donne e degli uomini che decidono di avvicinarsi a Lui e, senza altre condizioni, perdona i loro “peccati”. Così facendo Egli si oppone ai sacerdoti del suo tempo che avevano fatto della religione una “pratica” di potere. Gesù, quindi, liberando il paralitico dalla sua condizione trasgredisce le regole imposte dai potenti sacerdoti e, allo stesso tempo, libera il popolo dall’oppressione della casta. In questo modo Gesù da valore al singolo e riconosce la sua libertà.

Subito dopo la guarigione lo invita a camminare (cioè a vivere la sua vita nella libertà dei figli di Dio). L’uomo non è più schiavo ma un adulto libero che, se lo desidera, può, ogni giorno, cercare di compiere il bene e lodare Dio nel quotidiano. L’uomo risanato è, adesso, consapevole dell’Amore di Dio e può essere, davvero, un testimoniare credibile capace di diffondere, con semplicità, la buona notizia. Il desiderio di restare fedele al Signore riceve inoltre un sostegno importante ed essenziale dal contatto quotidiano con la Parola. È questa pratica che offre la forza e il coraggio di affrontare le avversità della vita e resistere anche agli attacchi e all’indifferenza dei gruppi di potere che mal sopportano autonomia e libertà.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco 2,2-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neancnotiyhe davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore

Lo voglio

La parola da vivere oggi è: chiedere di essere purificati.

Rifiutati, emarginati ed esclusi possono chiedere a Gesù di essere purificati. Gesù accoglie la loro richiesta e andando oltre le leggi imposte dai sacerdoti del tempo interviene per curare e guarire. Gesù ha compassione di chi si rivolge a Lui chiedendo aiuto e tende loro la mano per purificarli.

Gesù non punisce, ma guarisce.

Gesù non condanna, ma cura ogni ferita.

Gesù non obbliga, ma dona libertà.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola di Dio

Aquila e Priscilla