Eccomi !!!

La parola da vivere oggi è: Eccomi!!!

La risposta di Maria deve ispirare la nostra risposta alla chiamata del Signore. Si tratta di accogliere la volontà di Dio nella vita. Si tratta di cambiare il cuore e di abbandonare orgoglio e presunzione riconoscendo Gesù nei poveri, negli abbandonati e negli scartati … Guardiamoci intorno e troveremo l’Atteso che abita accanto a noi e che addirittura è con noi (con me, con te, con lui) nella nostra anima. Questa certezza cambia la vita e ci fa comprendere che davvero: “Nulla è impossibile a Dio”.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

   Parola del Signore

Una lunga storia

Questa mattina il Vangelo ci propone un elenco di nomi di persone. L’impressione è che ci appare solo un arido elenco di nomi, una lunga ed infinita catena di sconosciuti, eppure è ad un certo punto di questa catena che l’Atteso (il Dio con noi) compare nel mondo. Non sappiamo nulla della quasi totalità delle persone che ci hanno preceduto.

Abbiamo poche notizie dei nostri nonni. Già dei bisnonni sappiamo quasi niente. I libri di storia ci raccontano solo di pochissime e rare persone. Anche noi, a pensarci bene, siamo solo semplici anelli di questa catena infinita, eppure senza di ciascuno di noi questa catena potrebbe interrompersi. Ognuno di noi, infatti, porta con se l’immensa responsabilità e la bellezza di una fede che dobbiamo consegnare al futuro.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Mt 1, 1-17 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Parola del Signore

Dio con noi

La parola da vivere oggi è: accogliere il Mistero.

Accogliere il Mistero è il senso del Natale. C’è qualcosa di così grande e di così immenso che ogni parola è insufficiente per raccontarlo. Il Mistero che l’uomo attendeva è entrato nella storia grazie allo Spirito Santo rompendo ogni tradizione e capovolgendo ogni disegno dei potenti che resteranno travolti dalla semplicità e potenza che si nasconde in un bambino nato ai margini e lontano dai luoghi del potere terreno.

L’Emmanuele, l’atteso entra nel mondo e nel nostro quotidiano per riscattare il mondo dal peccato. Egli abbraccerà i pastori (considerati malvagi e peccatori), i pubblicani (esattori delle tasse) e le prostitute e a loro non chiederà nulla. Semplicemente li amerà con tutto se stesso così come continua ad Amare ogni donna ed ogni uomo. Il Dio con noi ci dona il suo bene e la libertà di vivere senza colpe, senza padroni e senza obblighi di nessun genere. Egli ci chiede solo di amare l’altro e di farlo così come ha fatto Lui. Questa è la grande rivoluzione che porta nel mondo Gesù di Nazareth, figlio di Maria, sposa di Giuseppe (uomo giusto) figlio di Davide.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

   Parola del Signore

Fiorisca il giusto

La parola da vivere è: praticare la giustizia.

La giustizia giusta è, spesso, la grande assente. Questa mancanza è, infatti, la prima causa delle guerre e dei conflitti. Tra questi anche le rivoluzioni sono nate e continueranno ad esserci per le profonde ingiustizie che opprimono i popoli. Prima o poi ogni popolo si ribellerà a chi esercita il potere senza praticare la giustizia. È la giustizia che costruisce la pace. Quando questa manca le reazioni dei popoli oppressi sono inevitabili. Questa verità ci deve fare riflettere sulle possibili reazioni che sono arrivate, arrivano e arriveranno da parte di chi non possiede nulla e manca anche dell’essenziale. Anche i grandi movimenti dei popoli da un posto ad un altro del mondo hanno questa origine. Queste persone sentono di avere il diritto di godere dei beni della terra al pari degli altri, di avere il diritto al cibo, al vestiario e, insomma, ad una vita migliore. È evidente che vogliono vedersi riconosciute le stesse possibilità degli altri.

Chi è che deve aiutare queste persone e questi popoli se non i cristiani?

Viviamo tempi difficili nei quali tutto può accadere perché i poveri sentono di avere gli stessi diritti di chi vive una condizione di privilegio. Nulla è più scontato. Le masse dei poveri si faranno sentire e faranno molto rumore.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

In verità vi dico

La parola da vivere oggi è: Fare la volontà di Dio.

Per fare ciò che il Signore ci chiede occorre ascoltare la sua volontà. Ma come possiamo ascoltare il Signore se siamo sempre e continuamente impegnati a fare altre cose. Forse non ci siamo mai chiesti cosa vuole Lui da noi. Forse non ci interessa neanche tanto e crediamo, che la cosa più importante per noi sia fare le cose che abbiamo nella nostra testa. Gesù rimprovera i capi dei sacerdoti e gli anziani e gli accusa di non ascoltare Dio perché impegnati a fare altre cose, magari a fare carriera e occupare posti. Il rimprovero di Gesù ai sacerdoti del Tempio è durissimo e si conclude profetizzando loro che “pubblicani e le prostitute” li passeranno avanti, nel regno di Dio. Pubblicani e prostitute, infatti, hanno ascoltato e creduto.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

   Parola del Signore

Insegnami i tuoi sentieri

La Parola da vivere oggi è: cercare la via.

Se stiamo cercando la strada giusta per incontrare il Signore significa che stiamo già camminando sulla buona strada.

L’atteggiamento di chi cerca, infatti, è quello che ci è chiesto di avere ed è quello che ci fa capire se stiamo seguendo la buona strada.

Oggi, pertanto, ognuno di noi cercherà di riflettere sulle piccole e grandi scelte della propria vita e proverà a vedere se le scelte fatte e quelle che fa o farà hanno corrisposto o corrispondono davvero alla volontà di Dio.

Se pensiamo di aver bisogno di un aiuto proviamo a farci seguire da qualcuno di cui ci fidiamo e che ha già maturato una buona esperienza di accompagnamento. Se lo faremo certamente anche la nostra vita ne avrà vantaggio e sarà più facile abbandonare il peccato e trovare la gioia e la pace di cui abbiamo bisogno.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

CHANUKKA’

Chanukkà è iniziata il 10 Dicembre 2020, e prosegue ogni sera per sette sere. Ogni sera si accende la chanukiyà.

Chi accende?

Sia uomini che donne hanno l’obbligo di accendere la chanukiyà o di partecipare all’accensione. Single e studenti che vivono da soli devono accenderla in casa loro. È buon uso incoraggiare i bambini ad accendere la chanukkià, anche per motivi educativi.

Dove Mettere la Chanukiyà

La chanukkià viene posta sul davanzale della finestra oppure accanto allo stipite sinistro della porta, di fronte alla Mezuzà, per essere così circondati da mitzvòt. Se lo si piazza sul davanzale esso non dovrebbe esssere a un’altezza superiore i 20 cubiti, circa 29 piedi dal livello della strada.

Preparare la Chanukiyà

Il modo migliore per osservare la mitzvà è di usare stoppini di cotone e olio d’oliva oppure candele di cera d’api, anche altri tipi di candele vanno bene. I lumi devono avere abbastanza combustibile al momento d’accensione da durare almeno mezz’ora dopo il crepuscolo. I lumi devono essere disposti alla stessa altezza e su una riga unica, mentre lo shamash, la candela usata per accendere gli altri lumi, deve essere posizionata ad un’altezza diversa.

I lumi si accendono da sinistra verso destra, la prima sera si accende un lume sul lato destro della chanukkià, la seconda si accende il nuovo lume per prima e così via.

Quando Accendere

I lumi di Chanukkà vengono accesi di sera. Alcuni usano accenderli poco dopo il tramonto mentre altri li accendono dopo il crepuscolo. Se ciò non è possibile si possono accendere i lumi anche più tardi.

Istruzioni per Accendere Prima e Dopo Shabbat

Siccome è proibito accendere una fiamma di Shabbat, venerdi 11 Dicembre la chanukiyà deve essere accesa prima dell’accensione dei lumi di Shabbat ed è bene aggiungere più olio di modo che i lumi durino fino a mezz’ora dopo il crepuscolo. Durante Shabbat è proibito maneggiare o preparare la chanukiyà. Di sabato sera si accendono i lumi di Chanukkà solamente dopo il termine dello Shabbat, dopo che è stata recitata la havdalà.

Le benedizioni:

La prima sera di Chanukkà si recitano tutte e tre le benedizioni, le successive sere si recitano solo le prime due. Si accende lo Shamash e tenendolo in mano si recitano le seguenti benedizioni:

1. Baruch Attà Ado-nai Eloh-einu Melech ha’olam asher kideshanu bemitzvotav vetzivanu l’ehadlik ner Chanukkà.

Benedetto sii Tu, o Sign-re nostro D-o, Re dell’universo, che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di accendere i lumi di Chanukkà.

2. Baruch Attà Ado-nai Elo-heinu Melech ha’olam sheasà nissim laavoteinu bayamim hahem bizman hazè.

Benedetto sii tu o Sign-re nostro D-o, Re dell’universo, che compì miracoli per i nostri padri nei tempi passati, durante questa stagione.

3. Baruch Attà Ado-nai Elo-heinu Melech ha’olam shehecheyanu vekimanu vehighiyanu lizman hazè.

Benedetto sii Tu, o Sign-re nostro D-o, Re dell’universo, che ci ha tenuto in vita, e ci ha preservato e ci ha permesso di raggiungere questa stagione.

Dopo aver acceso i lumi si recita Haneròt Hallalu, e dopo averli accesi si canta Mizmor Shir Chanukkàt e l’inno Maoz Tzur.

ULTERIORI NORME E USANZE

L’utilizzo dei lumi

È proibito utilizzare i lumi della chanukkià come fonte di luce, quindi è buon uso accendere la luce nella stanza dove bruciano i lumi. É usanza sedersi vicino ai lumi mentre bruciano e raccontare storie inerenti alla festa. Alcune donne usano non svolgere i lavori domestici durante questo tempo per onorare le diverse donne coraggiose che hanno avuto un ruolo importante negli eventi di Chanukkà.

Le Preghiere

Durante gli otto giorni di Chanukkà si aggiunge il brano ve’al hanissim nella preghiera dell’Amidà e nel Birkat Hamazòn (la benedizione dopo il pasto), si recita l’hallel completo nella preghiera del mattino e si tira fuori il Sefer Torà per leggere una piccola parte ogni mattina.

Tzedakà

È usanza incrementare la quantità che si dà in tzedakà, la vigilia di Shabbat si dà il doppio.

Dmei Chanukkà-Doni di Soldi

È usanza dare doni di soldi ai bambini dopo aver acceso i lumi, per ricordare i bambini che al tempo dei Maccabei che studiavano la Torà in segreto mettendo le loro vite in serio pericolo. Si può usare questa usanza come spunto per incoraggiare i bambini a dare tzedakà – insegnandoli a donare una parte dei soldi ricevuti – e anche come incentivo a migliorare negli studi e nell’osservanze delle mitzvòt.

Sevivòn-Trottola

Si usa giocare con un sevivon per ricordare la furbizia dei bambini al tempo dei Maccabei, che fingevano di giocare con la trottola, se i soldati siriani arrivavano mentre studiavano la Torà.

Preparate la via

La parola da vivere oggi è: saper riconoscere l’uomo di Dio .

Scribi e farisei avevano insegnato che il Messia avrebbe risolto tutti i problemi. Gesù, invece, viene nel mondo in umiltà, con mitezza e semplicità. Tre cose che i potenti sacerdoti non riconoscono come segni del Messia e, quindi, non lo accettano e lavorano per farlo condannare. Sappiamo che ci riusciranno e lo faranno diffondendo menzogne che spingeranno il popolo a schiersi per la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù. Oggi, perciò, ci impegneremo a riflettere su quanto accade intorno a noi, stando molto attenti a non diventare noi stessi strumenti nelle mani dei potenti che tentano di manovrare il popolo per conservare il loro potere.

Non rinunciamo mai alla nostra libertà che ci è stata donata per vivere in fedeltà al Signore la nostra vita e non certo per assecondare chi esercita il potere con autorità priva di Autorevolezza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

   Parola del Signore

Non ascoltano

La parola da vivere oggi è: non lamentarsi.

La nostra è, nella storia, la generazione che ha ricevuto di più di tutte le altre eppure appare quella che, più di ogni altra, si lamenta.

Perché? Forse non sono le tante cose che abbiamo a dare la gioia. Ci deve essere qualche altra cosa che ci sfugge. Proviamo a pensarci un attimo. Non è che abbiamo smarrito alcuni dei tratti fondamentali dell’umanità. Per esempio: la semplicità di essere noi stessi senza apparire altro; la contemplazione della creazione ammirando un fiore, la pioggia, il cielo, il volo di un uccello; il saper dire “grazie” per un caffè o per un piatto di pasta; la gioia, per esempio, di parlare con un amico; l’umiltà di chiedere le cose essenziali che ci mancano; la condivisione dei beni evitando ogni accumulo; il bello di chiedere e ottenere perdono e saper riconoscere i nostri errori senza scaricarli sugli altri; il saper ricominciare ogni giorno ringraziando Dio madre e padre per la vita; e si potrebbe continuare. E, invece, siamo sempre pronti a lamentarci di tutto e di tutti, a giudicare ogni cosa. Forse, se vogliamo essere veramente felici, dobbiamo imparare a dire “grazie”, “prego”, “per favore”, … pensiamoci tutti.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

   Parola del Signore

Aquila e Priscilla