Soffia il vento

Non puoi fermare il vento. Non puoi bloccare il desiderio della libertà. La forza della passione guidata dalla verità spazza via ogni prudenza e le azioni si fanno forti, le parole potenti mentre chi detiene il potere si allarma.

Accade la stessa cosa a Gesù che i Giudei cercano di uccidere perché la sua Parola mobilita le masse e da fastidio ai potenti del tempio, cioè ai sacerdoti che guidavano il popolo.

Gesù che in un primo momento non voleva più andare in Giudea per evitare il pericolo decide, invece, che non poteva più rinunciare e che il momento decisivo era, davvero, arrivato. Ed è così che va a Gerusalemme e sfida i potenti. Entra nel Tempio e qui comincia ad insegnare.

Il vento della “rivoluzione cristiana” ha la forza di scuotere profondamente la coscienza delle masse. Non si può fermare il vento quando le parole sollevano i cuori; quando il desiderio della libertà ti prende nel profondo; quando la vita, finalmente, decide di esprimersi in maniera autentica.

Quando il vento del bene soffia forte ogni male tenta la reazione, lo scontro sarà sconvolgente e la vita viene messa fortemente a rischio. Eppure non si può più far finta di niente. Bisogna sradicare il male, ogni male, che sia fisico o che morale. Bisogna estirparlo dal profondo del cuore o del corpo per far rinascere la vita nella verità e costruire una nuova umanità. Se ci pensiamo bene questo che stiamo vivendo è proprio il tempo giusto nel quale assumere su di se il coraggio e decidere per il bene. C’è una guerra da combattere nella quale ognuno dopo aver vinto il proprio egoismo deve scendere e unirsi a chi lotta per il bene. Non c’è più tempo da perdere. Gesù ce ne ha dato l’esempio.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

   Parola del Signore

Siamo al bivio

La vita percorre spesso sentieri senza indicazioni evidenti e ad ogni bivio bisogna saper scegliere. A volte si decide di camminare per le vecchie strade già conosciute che, però, non sempre sono quelle giuste. Gesù, oggi, si confronta con gli scribi e usa parole dure e taglienti. Egli, infatti, non viene riconosciuto e gli scribi scelgono di camminare su vecchie strade mentre Gesù percorre strade nuove.

Anche noi, oggi, siamo chiamati a scegliere tra le vecchie strade che conosciamo e la novità della nuova via dell’Amore suggerita da Gesù.

Questo tempo di grandi cambiamenti ci sta ponendo domande decisive e noi siamo, forse, tentati di rispondere come si è sempre fatto in passato ma, questa volta, le novità sono davvero epocali e ci obbligano a cambiare strada se non vogliamo restare fuori dal tempo e dalla storia.

Occorre scegliere tra uno stile di vita solidale e condiviso ed una vita consegnata ad una finanza sempre più cieca ed egoista. L’economia, infatti, per assicurare la vita o meglio una buona vita dovrà essere sempre più solidale e condivisa. L’alternativa è la via del “si salvi chi può“, dei pochi ricchi che ignorano le masse, dei finanzieri che accumulano senza nessun altro interesse pronti ad ignorare le sofferenze e i dolori del mondo. Questo “virus” ci chiama a scegliere quale strada pensiamo di percorrere.

Dalla risposta che daremo dipende il futuro dell’umanità in bilico, appunto, tra la via dell’Amore e quella dell’egoismo dei pochi. La crisi che stiamo vivendo ci ha, di fatto, collocati di fronte a questo bivio. Occorre fare una scelta e farla in fretta.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

   Parola del Signore

Non temere

Ci sono momenti della vita nei quali ci assale un senso di paura e di turbamento. Capita a tutti. Ed è proprio in queste circostanze che potrebbe accadere di aver bisogno di ascoltare una voce che ci rassicura. Non perdere la fiducia è decisivo perché la speranza deve essere il nostro orizzonte.

A Maria capita qualcosa di simile, accade qualcosa che ha dello straordinario, di unico ed irripetibile. Lei che fa? Accoglie il mistero ( cioè accoglie il piano di Dio nella sua vita). Maria non pone ostacoli, non alza barriere, non protesta, non vuole fare di testa propria. Si fida Maria. Si fida del messaggio che le palpita nel cuore; si affida al disegno di Dio. Lo fa con la sua semplicità vivendo il quotidiano come un costante evento straordinario. Si sorprende di ogni cosa, accarezzando i fiori con gli “occhi” del cuore, ascoltando le voci del vento nel brontolio delle foglie degli alberi o guardando le acrobazie degli uccelli che svolazzano nel cielo.

L’esempio di Maria è una luce, è quella luce in fondo al tunnel che fa della vita ordinaria qualcosa di speciale perché messa nelle mani di Dio.

Anche noi, tutti noi, siamo chiamati, oggi, in questo tempo così complicato e attraversato da questa improvvisa pandemia del coronavirus a restare semplici osservatori cercando di fare del nostro meglio con calma, pazienza e responsabilità. I nostri progetti personali potranno essere stati sconvolti ma l’amore di Dio per questa umanità non è finito e non finirà mai. Il futuro, oggi, come sempre, è nella mani del nostro creatore che, come a Maria, rivolge l’invito a “non temere”. Siamo tutti nella stessa barca e tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Forse il domani non sarà più come lo abbiamo immaginato ma è facile che ci restituirà una umanità più vera, autentica e solidale. “Non temere”, questo mondo meraviglioso continuerà a sorprenderci.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

Vuoi guarire?

Rispondere a questa domanda è fondamentale. Senza il nostro “si” Gesù non interviene. Senza la nostra volontà non possiamo essere guariti e non possiamo uscire dal tunnel. La potente “Parola” di Gesù, infatti, scaccia il male, ogni male e ci da la forza e il coraggio di prendere la nostra “barella” e riprendere il cammino della vita.

Ma la storia non finisce qui. Gesù incontra l’uomo poco dopo e gli dice:

«Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio».

Il paralitico è l’uomo di questo tempo, bloccato e immobile di fronte alla sua situazione di peccato e incapace di accettare la guarigione che Gesù ci offre ma che dobbiamo, però, volere e accogliere.

Se vogliamo essere guariti davvero prendiamo tra le mani la sua “Parola” e facciamoci guidare nelle scelte della vita. Buon cammino con la “Parola” in questa Quaresima nella quale “#stiamo a casa e abbiamo anche tempo per leggere e riflettere.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

   Parola del Signore

Tuo figlio vive

Vivere è meraviglioso. Lo abbiamo sempre saputo e lo abbiamo sempre detto. Neanche oggi, in questa drammatica situazione possiamo negarlo, anzi, diciamo che è la più bella esperienza che Dio ha donato all’Uomo. La vita, nonostante tutto è, davvero, meravigliosa. Nessuno di noi vuole perderla e peggio ancora, se, per esempio, fosse a rischio la vita di un figlio, il dolore per questa eventuale perdita, sarebbe ancora più acuto.

Consideriamo Gesù il nostro Salvatore e lo è. Egli, infatti, ci raccoglie come e dove siamo e ci guarisce da ogni malattia per offrirci un futuro con Lui. Questo è vero e nessuno, nel suo cuore, potrà negarlo. Gesù ci prende per mano, ci guarisce e poi ci solleva su ali l’aquila perché attraverso i nostri occhi possiamo avere la visione di grandi orizzonti.

Questa è la meraviglia che il Signore ha fatto e fa per l’Uomo e che ogni volta che è interpellato rinnova.

La vita allora è, per davvero, meravigliosa.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù  partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

   Parola del Signore

Vincere il male

Quando il bene entra in maniera tanto potente nel mondo si resta stupefatti. A volte ci rifiutiamo di credere che il male possa essere vinto e abbattuto. Siamo increduli e non abbiamo fiducia che le situazioni di sofferenza e di difficoltà possano essere sconfitte e l’uomo possa ritrovare una condizione di benessere.   

    Gesù ridonando la vista al cieco nato ci mostra che tutto questo è possibile e che la realtà di Gesù è ben più ampia di quella che il mondo ci propone e ci fa vedere. Gesù vuole che i non vedenti possano aprire i loro occhi e guardarlo.

    Credere a questo è credere che un altro mondo è possibile e, anzi, che questo nuovo mondo lo possiamo costruire facendoci guidare da Gesù che ci ha donato la possibilità di esercitare la nostra libertà orientandola verso il bene.

 Ogni male fisico e spirituale, perciò può essere ed è guarito in Gesù nel cui aiuto e sostegno speriamo sempre. E’ Gesù, infatti, l’unico maestro che traccia sentieri nuovi e apre orizzonti su scenari sempre diversi. Sta a noi, invece, cogliere le novità che ci vengono proposte scoprendo in esse il misterioso disegno di salvezza che contengono.

 Franca e Vincenzo , osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

   Parola del Signore

Abbi PIETÀ di me

Riconoscerci peccatori ci fa somigliare al pubblicano che si umilia e che il Padre giustifica. Oggi ci proponiamo e vi proponiamo di farci le domande che un giorno san Bernardo rivolse ai suoi monaci: “Dunque mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e così come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole?” (cfr S. Bernardo, Discorsi sul Cantico dei Cantici).

Domande forti che richiedono risposte forti. Forse una strada da percorrere resta quella più vera e più autentica che si fida e affida al Signore. Dice, infatti. il libro dei Proverbi: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Pro 3,5-6). 

Il passo del vangelo di Luca che segue ci introduce , oggi, nella primavera metereologica con l’auspicio che sia anche una primavera dello Spirito. Coraggio!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

   Parola del Signore

Amare Dio e il prossimo

Spesso siamo prigionieri di un’idea; costruiamo teorie, progetti; viviamo incollati al divano raccontando a noi e agli altri ideali che non trovano vie di realizzazione. A volte siamo sdoppiati tra una conoscenza vera o approssimativa e una realtà di vita lontana.

Spesso, infatti, con le parole predichiamo bene ma poi nella vita siamo incoerenti. Lo stesso accade quando diciamo di amare Dio ma nella vita ignoriamo il prossimo; quando ci facciamo maestri di conoscenza della Parola e nella vita non vediamo o facciamo finta di non vedere chi vive solo, o è malato, o soffre, o sta male; quando diciamo di aver fede e poi abbiamo paura di affrontare il presente; quando preghiamo Dio solo con le parole e nella vita pensiamo solo al nostro tornaconto.

(“L’amore per Dio e per il prossimo altro non sono che le due facce della stessa medaglia, due volti che coincidono in uno, quello di Cristo. “Non si può amare Dio senza amare il prossimo e non si può amare il prossimo senza amare Dio (…) In effetti, il segno visibile che il cristiano può mostrare per testimoniare al mondo l’amore di Dio è proprio l’amore dei fratelli. – papa Francesco).

È solo con la vita che possiamo mostrare la nostra fede.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

   Parola del Signor

Uomo giusto

C’è una volontà più grande, c’è un progetto che non conosciamo, c’è un Padre che sogna un’umanità disponibile ad ascoltarlo.

Giuseppe è un uomo che segue la volontà del Padre e accoglie il mistero del progetto di Dio. Decide, Giuseppe, di seguire un sogno, di essere docile strumento nelle mani della volontà di Dio. Per questo Giuseppe è “un giusto”, cioè uno che fa la volontà di Dio.

Egli rifiuta le leggi del mondo che imponevano di denunciare Maria e, superando la piccola giustizia umana, si è fatto strumento della Giustizia di Dio.

Giuseppe è un uomo giusto che dedicherà la sua vita ad accompagnare Maria e Gesù, a proteggerli dalle insidie del male e per questo ha avuto un posto speciale nel Regno di Dio.

Egli è anche l’uomo del silenzio operoso, l’uomo capace di dare corpo ad un sogno, l’uomo che realizza la sua missione senza chiasso.

Giuseppe è davvero un grande UOMO. Un giusto dell’umanità.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,16.18-21.24

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Parola del Signore.

I grandi del regno

I piccoli, i minimi e gli umili, sono questi i “grandi del regno di Dio“.

Dio misura le nostre parole e le nostre azioni con un metro speciale. Egli, infatti, guarda il cuore di ciascuno di noi, conosce bene ciò che lo abita e guida i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni. Dio scruta le nostre profondità e le nostre reali intenzioni e conosce tutto di noi. Fin dalla notte dei tempi ha guidato l’uomo con Leggi tramandate da generazione a generazione attraverso una viva trasmissione orale. Poi ha consegnato a Mosè le dieci Parole scolpite su pareti di pietra perché nel dialogo tra cuore e ragione la vita potesse fiorire. Infine il Figlio ci ha donato il più bello fra i fiori di campo, la Legge dell’Amore.

Spetta a noi, con umiltà, contemplare questo immenso tesoro che ci permetterà di entrare nel Regno di Dio dove i piccoli, i minimi e gli ultimi saranno considerati “grandi”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

   Parola del Signore

Aquila e Priscilla