Ascoltare

“Maria ha scelto la parte migliore” Lc 10,42

Seduta ai piedi di Gesù,

abbraccia il silenzio,

ascolta la Parola.

Maria,

si fa testimone dell’amore,

segno dell’essenziale,

umile custode,

accogliente dimora.

Insegnaci ad ascoltare,

incoraggia la fiducia,

mostraci la via del silenzio e

sostieni la nostra fede.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Lc 10,38-42
  Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

   Parola del Signore


Com-passione

Ci è capitato di leggere una preghiera (che riportiamo qui sotto) nella quale un Padre della Chiesa Armena, Nerses Snorhali, ci racconta con grande forza la compassione ricevuta e con la quale condivide l’emozione per l’amore che Cristo ha avuto per lui (per noi in qualche momento della sua/nostra vita e, forse, anche in questo momento e della quale, a volte, nemmeno ci accorgiamo). La preghiera ci ha molto colpito e, letta nel contesto del vangelo di questa mattina Luca 10, 25-37 (la parabola del samaritano), ci aiuta a rispondere alla domanda: “Chi è il prossimo?”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

TU HAI AVUTO COMPASSIONE DI ME
(Nerses Snorhali, padre della chiesa armena)

“Mentre percorrevo le strade del mondo
sono caduto nelle mani dei briganti.

Mi hanno spogliato della luce
mi hanno strappato l’innocenza:
le piaghe dei miei peccati bruciano
le mie colpe mi opprimono.

Molti sono passati accanto a me
e sono andati oltre:
hanno visto le mie ferite
ma non mi hanno curato.

Ma tu, Signore Gesù
tu che sei stato chiamato ‘samaritano’ (cf. Gv 8,48)
tu passando accanto mi hai guardato
e hai avuto compassione di me.

Ti prego, mio Signore:
versa sulle mie ferite olio e vino
versa l’olio dell’unzione, lo Spirito santo
donami la coppa del vino della Nuova Alleanza.

Portami con te sulla cavalcatura della croce
conducimi all’albergo, la tua chiesa
dona la parola dell’Antico e del Nuovo Testamento
e io sarò guarito e vivrò!

Tu sei stato accanto a me, Signore
ti sei fatto mio prossimo:
fa che io sappia farmi prossimo all’altro
e sappia aver compassione di chi è nel bisogno”.

Silenzio e preghiera

Cari amici avrete notato che da qualche tempo aggiorniamo con sempre maggiore fatica il sito e che abbiamo scelto di uscire da Facebook che ci prendeva tempo e molte energie. È stata, quindi, una scelta obbligata e necessaria per ridare spazio e tempo alla nostra vita quotidiana. Forse qualcuno non sarà d’accordo e qualche altro sarà disorientato. Ma credeteci non potevamo fare diversamente.

Conserviamo, per ora, solo istagram dove ogni tanto cercheremo di inserire qualche foto.

Gli anni scorsi, infatti, sono stati molto intensi e particolarmente faticosi. Ora crediamo che sia venuto il tempo di rafforzare il nostro cammino con la Parola e vivere, con sempre maggiore intensità, la dimensione del silenzio cercando di far crescere contemporaneamente il tempo della preghiera. Chi lo desidera, quindi, liberamente, potrà sempre venire a farci visita (preferibilmente il venerdì pomeriggio) e restare con noi per pregare e vivere il silenzio.

Buon cammino

Franca e Vincenzo, osb-cam

La lampada

La notte fa paura. Il buio ci impedisce di vedere. Quando non sappiamo prendere o non riusciamo a capire cosa e come fare, siamo nel buio. Le tenebre ci avvolgono e la tristezza si impadronisce di noi. È il male che prende possesso delle nostre persone e trasforma la vita in un inferno.

Ecco perché abbiamo bisogno di luce e di vedere bene se vogliamo camminare senza il rischio di cadere. Abbiamo bisogno di qualcuno che indirizzi le nostre scelte di vita quotidiana e sappia indicarci la strada. Gesù è la luce più potente, l’unica in grado di illuminare le nostre oscurità. Inutile cercare altrove. È Gesù che svela ogni cosa e che ci permette di guardare bene davanti a noi, di rischiarare l’orizzonte e offrirci una possibilità per scrutare in profondità il nostro quotidiano. È Lui l’unico capace, attraverso la Parola, di darci indicazioni sicure su come cercare strade giuste per sciogliere i nodi della vita.

Gesu ci chiama, quindi, ad ascoltare la sua Parola e a meditarla con costanza affinché siamo più capaci di fare le scelte giuste ed essere strumento di salvezza per noi e occasione per gli altri per intraprendere la via della salvezza.

Ma dove trovare Gesù? Due sono i luoghi certi: l’Eucarestia e la Parola. Ma ci sono anche altre opportunità che possiamo cogliere e che ci offrono la concreta possibilità di accarezzare le Sue piaghe o di asciugare il suo sudore o di profumare il suo corpo. Queste opportunità sono le occasioni che la quotidianità ci fa vivere ogni volta che incontriamo i fratelli che hanno bisogno e che ci chiedono aiuto o che, pur avendone necessità, non lo fanno per pudore, per vergogna o per qualsiasi altra ragione.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI LUNEDI 23 SETTEMBRE 2019

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

   Parola del Signore

Scegliere

Abbiamo voluto titolare queste nostre semplici riflessioni “scegliere”. Lo abbiamo fatto perché convinti che sia questo il nodo più importante da sciogliere. Si tratta, come sempre nella vita, di capire come vogliamo vivere. Si tratta di capire se vogliamo mettere al primo posto la relazione con Dio, oppure, scegliamo la ricchezza (cioè i nostri desideri, i nostri egoismi, le nostre cose, le nostre passioni, … noi stessi).

La furbata del servo disonesto, per esempio, (leggi il vangelo qui sotto), con la quale egli utilizza la ricchezza del suo padrone, pur essendo un’azione in se stessa qualcosa di riprovevole, nel concreto incide sulla vita di tante persone che avevano accumulate situazioni debitorie.

Di fronte a questo dato di fatto, il padrone finisce per lodare il servo disonesto per aver allevato le situazioni precarie di vita alcune persone pur avendo utilizzato le sue sostanze.

In questo modo il padrone (Dio-Padre) mostra quale è il metro con il quale giudica le nostre azioni. Egli dimentica i nostri errori ed esalta le cose buone che riusciamo a fare ai poveri. Non sembra essere attento nemmeno alle ragioni della povertà ma guarda l’azione concreta con la quale vengono alleviare le sofferenze dei poveri.

Oggi, insomma, riceviamo una nuova importante e significativa indicazione per la vita quotidiana da tener presente nelle nostre piccole e/o grandi scelte di ogni giorno.

Se scegliamo la ricchezza, se privilegiano i nostri egoismi, se viviamo difendendo i nostri esclusivi interessi trascurando gli altri o facendo finta di non vederli allora il padrone (Dio-Padre) al momento opportuno ci toglierà l’amministrazione dei beni e non sapremo a chi rivolgerci per trovare accoglienza.

È tempo di scegliere da che parte stare; è tempo di fidarsi di Dio-Padre che ci ama e non vuole perdere nessuno dei suoi figlio e tra questi ci siamo noi tutti, nessuno escluso.

Ora i ricchi o i loro amministratori (cioè noi tutti) sanno cosa fare dei loro beni, sanno che donare a chi non ha o a chi ha bisogno è la strada maestra. E, anche i poveri, sanno che accogliere i doni ricevuti con umiltà è gia via di salvezza.

Quando questo viaggio terreno avrà termine chi ha donato sarà accolto proprio da quei poveri che ha avuto la possibilità e la sensibilità di sostenere in questo mondo.

Questa è la via stretta che Gesù ci chiama a percorrere. Coraggio !!!

Mi raccomando non aspettiamo la richiesta del povero, se sappiamo o lo abbiamo conosciuto o ce lo hanno detto, spetta a noi prendere l’iniziativa. CORAGGIO !!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 22 SETTEMBRE 2019

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore

Seguimi !!!

Seguimi !!! Lasciare tutto e seguire Gesù è la vera rivoluzione della vita. Fare un cambiamento totale e lasciarsi dietro ogni cosa. Non si tratta di una fuga dalla propria realtà ma è, invece, una scelta di vita decisiva, di qualcosa di veramente profondo. Si tratta di iniziare una strada nuova capace di coinvolgerci radicalmente. Forse ci saranno diffidenze; qualcuno manifesterà la propria contrarietà, altri magari saranno sorpresi o perplessi. Ci sarà anche chi tenterà di dissuaderci ma se il Signore chiama e noi avvertiamo nel cuore e nella mente la sua voce non possiamo più fare a meno di seguirlo. Non ci sono età, situazioni, eventi, persone che potranno bloccare questo percorso. Rispondere alla voce del Maestro che ci invita a seguirlo è necessario. Tutti siamo chiamati ad evangelizzare ma non tutti siamo chiamati a farlo allo stesso modo: c’è chi è chiamato ad evangelizzare in terra di missione, chi nella parrocchia, chi servendo nelle opere di carità, chi, invece, è chiamato a portare la sua testimonianza nella preghiera e nel silenzio. Ogni chiamata ha una sua ragione di essere, ogni vocazione è per contribuire a costruire il Regno di Dio secondo il progetto del Signore. Il vangelo di oggi ci racconta di come Matteo, il pubblicano, riceve la chiamata mentre è seduto al banco delle imposte e lui lascia tutto, un buon lavoro e la sicurezza economica e sociale per seguire Gesù sulle strade della Galilea.

Questa scelta di Matteo lascia pensare. È una scelta forte. Lascia una situazione sicura, una posizione invidiabile, delle certezze per seguire una strada che non ha sicurezze, che lo porta a vivere in maniera precaria e complicata. Matteo fa una scelta radicale, un cambiamento totale della propria vita. Non cambia per scalare il successo, non cambia per sete di potere, non cambia per maggiore guadagni. Anzi, la sua è una scelta controcorrente. Matteo lascia tutto e va con Gesù. Segue Gesù senza riserve. Sente nel cuore che questa è la via giusta.

Una bella testimonianza che ci spinge a uscire tutti dalle abitudini e dal perbenismo nel quale siamo stati abituati a camminare e dare una scossa di verità alla nostra vita. Possiamo farlo, anzi, dobbiamo farlo e vogliamo farlo !!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 21 SETTEMBRE 1019

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9,9-13

In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

Non perdiamo l’amore

Oggi ci sono tre cose che si perdono: una pecora, una moneta e un “figlio”. Ognuna di loro sta dentro altrettante parabole che Gesù propone a pubblicani e peccatori che ascoltano e a farisei e scribi che, invece, si avvicinano mormorando. Ma Gesù non si scompone. Ebbene, il pastore va in cerca della pecora perduta e, dopo averla ritrovata, tornato a casa invita parenti ed amici a rallegrarsi. Anche la donna che ha perduto la moneta, dopo averla ritrovata, invita amiche e vicine a rallegrarsi con lei. Gesù puntualizza che vi è gioia nei cieli per ogni peccatore che si converte. Ma è la terza parabola che ci permette di comprendere meglio il messaggio di Gesù. Il giovane che aveva sperperato il suo patrimonio e che decide di far ritorno a casa dal padre lo fa solo per fame, per un pezzo di pane. Non sembra convertito, appare, invece, affamato e disperato. Il padre lo vede in lontananza e gli va incontro, non aspetta le parole del figlio ma lo abbraccia. La gioia del papà e profonda, piena di una immensa misericordia che non chiede nemmeno parole … Questo è un Amore vero, autentico, pieno. È un Amore gratuito, un Amore che non conosce limiti, è, appunto, l’Amore di Dio. Un Amore che per noi è davvero complicato, quasi assurdo; un Amore che sconvolge i nostri pensieri e che ci provoca.

Il padre organizza anche una bella festa è ammazza il vitello grasso. Il fatto genera la reazione del figlio maggiore che non riesce a comprendere la gioia del padre per aver riavuto il secondo figlio sano e salvo.

Ancora una volta la mentalità di questo mondo incarnata dal figlio maggiore si insinua nelle nostre menti e ci fa reagire in maniera che appare logica, giusta, corretta. Eppure la giustizia di Dio è diversa. Dio accoglie sempre, abbraccia in ogni caso, gioisce profondamente del ritrovamento di ciò che era perduto in qualsiasi modo ciò è avvenuto. Non chiede nemmeno spiegazioni. Dio Padre ci da sempre un’occasione nuova, una nuova possibilità, non ci respinge mai.

Nessuno è mai escluso dall’Amore di Dio e noi siamo chiamati da un lato a cogliere l’opportunità di tornare al Padre perché simili alla pecora smarrita, alla moneta perduta o al figlio che torna per un pezzo di pane e dall’altra a gioire per ogni relazione che riparte senza indagare sulle motivazione ma cogliendo questa occasione come una nuova opportunità. Complicato lo sappiamo ma questo, ci racconta Gesù, fa sempre Dio Padre con noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019

Lc 15,1-32
  Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore

Siamo peccatori

Non siamo giudici, siamo cristiani, cioè seguaci e imitatori di Gesù Cristo: chiamati ad Amare e a riconoscerci peccatori. Gesù ci fa capire come la via maestra è farsi compagni di viaggio dell’altro nella quotidianità dei gesti e con la semplicità di parole vere. Guardiamo le nostre vite e cerchiamo di convertirci. Aggrappiamoci alla necessità della misericordia. Restiamo solidali, autentici figli di Dio, fratelli che sanno soffrire in silenzio e gioire insieme. È una strada ardua, difficile da percorrere ma carica di pace. Ce la possiamo fare se saremo capaci di alzare lo sguardo al cielo e incrociare gli occhi di Gesù Cristo che ci tende la mano.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 13 SETTEMBRE 2019

Lc 6,39-42
  Può forse un cieco guidare un altro cieco?

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

   Parola del Signore

Misericordia

Amare, fare del bene, benedire, pregare e accogliere tutto, ma proprio tutto. Cosa altro dire? Riuscire in questa impresa è il vero senso della vita, l’unica cosa che conta, l’autentico successo.

Che il Signore ci sia a tutti la forza di compiere la sua volontà, oggi è sempre!!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 12 SETTEMBRE 2019

Lc 6,27-38
  Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

   Parola del Signore

Aquila e Priscilla