In attesa del fuoco nuovo

Siamo in attesa del fuoco nuovo che riscalda e squarcia il buio della notte. Da questo fuoco verrà acceso il cero pasquale simbolo del Cristo Risorto. È il segno della vita nuova in Cristo che, strappando i peccatori dalle tenebre, li fa entrare con i santi nel regno della luce. Sul Cero sono incise la croce, le lettere dell’alfabeto greco Alfa e Omega, che stanno a significare che Gesù è il principio e la fine di ogni cosa, e l’indicazione dell’anno. Durante il rito dell’accensione, il presbiteroconficca cinque grani d’incenso alle quattro estremità e al centro della croce, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo (le mani, i piedi e il costato). Quindi il diacono, portando il cero pasquale, apre la processione verso l’aula liturgica, che era rimasta vuota e al buio: sulla porta intona per la prima volta Lumen Christi (la luce di Cristo), e il popolo risponde Deo Gratias(rendiamo grazie a Dio). Mentre i fedeli lo seguono, giunto al centro della navata il diacono intona di nuovo Lumen Christi e tutti i presenti accendono la loro candela: la luce di Cristo si espande sempre di più e illumina ogni fedele; arrivati al presbiterio l’acclamazione viene ripetuta mentre si accendono tutte le luci della chiesa. Il cero viene messo sul grande candelabro e incensato e,mentre tutti volgono lo sguardo verso il cero, il diacono canta le meraviglie di questa notte di salvezza e di questa Pasqua di risurrezione. Ed ecco la preghiera che sarà proclamata davanti al fuoco nuovo. O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno.

Vi ho dato un esempio

Stare a pranzo o a cena con chi ti tradisce e poi lavare i piedi a lui/lei e agli altri che sono al tuo stesso tavolo è un gesto di profonda umiltà, un gesto che taglia l’aria e lascia un segno destinato ad attraversare il tempo. Se vivi secondo questo Spirito, se riesci a prendere questo modello di vita come il tuo abito ordinario, nessuno, ma proprio nessuno potrà più ferirti. Non ci riuscirà nemmeno chi siede accanto a te a mensa e al quale provi a rivolgere la parola più volte e non solo non ti risponde ma nemmeno ti degna di uno sguardo mentre continua a fare il gradasso cercando di essere simpatico. Non ti potranno ferire nemmeno gli sguardi di coloro che ti trattano da estraneo e fanno finta di giocare tra loro in un ridicolo teatro dell’assurdo. Non lasciarti addolorare nemmeno quando ti lasceranno solo e tenteranno di fingere con parole o gesti d’affetto che sono solo formali. Non reagire nemmeno di fronte a plateali menzogne o a chi prova a prendersi gioco di te stando a mensa con te solo per assolvere ad un dovere mentre trama in segreto. Ma questo è il mondo, questo è quello al quale ci siamo ridotti nelle relazioni con i cosiddetti “amici, parenti e conoscenti”. Tu, se vuoi, se puoi, alzati, deponi le tue vesti, prendi un asciugamano e versa acqua in un catino per lavare loro i piedi e poi asciugali. Se riuscirai a farlo avrai vinto la tua battaglia con il tuo orgoglio e con il tuo egoismo. Il mondo, questo mondo, ha bisogno di questo esempio … Noi stessi abbiamo bisogno di questo esempio che non riusciamo a comprendere ma che dobbiamo praticare con tutta la nostra mente e il nostro cuore. Poi, il mondo, questo mondo, vada come vada tanto ci sarà sempre qualcuno pronto a sputare sentenze e a diffondere menzogne, giudicare, rifiutare ed emarginare. Ci sarà sempre qualcuno che dal suo piedistallo ti processerà, condannerà e poi tenterà di annientarti. Tu lascialo fare. La Speranza è che a Pasqua ciascuno di noi risorga dal suo sepolcro e riesca davvero ad intraprendere un nuovo cammino sull’esempio di Gesù. Da ogni ferita, infatti, dovrà nascere un fiore, da ogni schiaffo un bacio, da ogni dolore un sorriso e mai, mai un lamento dovrà affiorare dalle nostre labbra. “Vi ho dato un esempio, infatti, perché -dice Gesù -anche voi facciate come io ho fatto a voi”.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Parola del Signore.

Rabbì, sono forse io?

Essere traditi ed esserlo da una persona a cui si è legati fa male, molto male. Ed è ciò che vive Gesù. Eppure c’è un risvolto della storia ancora più tragico ed è lo stato in cui precipita il traditore. Sappiamo che Giuda, il traditore, non riuscirà a reggere il rimorso che lo condurrà ad una tragica fine. Ma vediamo che anche gli altri discepoli chiedono a Gesù “… sono forse io?”. Tutti, in qualche modo, s’interrogano. E noi? Forse ciascuno di noi dovrebbe farsi la domanda se e quando ha tradito o sta per tradire Gesù. Spesso, infatti, siamo davvero ipocriti: quando diciamo e annunciamo belle parole e bei pensieri, ma non riteniamo di doverli mettere in pratica; quando usiamo il Vangelo e l’appartenenza alla Chiesa per nostri scopi personali; quando partecipiamo alla liturgia, ma la nostra vita non si conforma a quanto abbiamo vissuto nella comunione con Gesù; quando mischiamo fede e superstizione; quando diciamo di credere in Dio e ci affidiamo a cose che nulla hanno a che vedere con la fede (carte, oroscopi, amuleti, …); quando non lo riconosciamo nel fratello e nella sorella che stendono la mano verso di noi per domandare aiuto; quando abbandoniamo la sposa o lo sposo o quando da genitori o da figli pensiamo solo a noi stessi e ci comportiamo da perfetti egoisti; quando spingiamo gli altri a prendere decisioni delle quali un giorno si pentiranno amaramente; quando facciamo prevalere le nostre ideologie politiche su quanto ci insegna il Vangelo; quando ci limitiamo a compiere in privato le nostre devozioni; quando preghiamo intensamente, ma la preghiera non si trasforma in carità, in impegno di comunione e riconciliazione; quando, pur dicendoci cristiani e credenti, rifiutiamo la Chiesa, la calunniamo e ne prendiamo le distanze come se fosse altra cosa dal Signore. Si potrebbe continuare ancora e ognuno di noi può aggiungere altro, tanto altro e Gesù ci risponderà: “Tu lo hai detto”.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Parola del Signore.

Uno di voi mi tradirà

Il tradimento è il segno del male che accompagna l’inizio della terribile esperienza di Gesù in questa settimana santa. Giuda è l’uomo che abbandona il suo compito e segue i suoi desideri e la sua volontà abbandonando il Maestro in cambio di pochi denari. Giuda lascia la cena con gli amici ed entra nella “notte”. Lascia la gioia della fraternità quando è buio ed era “notte”. Ed è in questo momento che Gesù torna a parlare del suo andare dove, gli altri, ,(anche noi), per ora, non possono seguirlo. Su questa stessa strada lo seguiranno (lo seguiremo) dopo. Si, proprio così. Come Gesù siamo chiamati anche noi a seguire la sua stessa via. Egli vivrà la Passione solo, abbandonato da tutti e soffrendo molto. Questa esperienza non sarà risparmiata ai suoi Amici (e anche noi siamo o saremo chiamati a farne esperienza) ma seguirla è l’unica possibilità per risorgere a vita nuova. Non possiamo rifiutare la croce. Non lo ha fatto Gesù e non possiamo farlo noi. Sappiamo però che proprio nei momenti più complicati e difficili il Signore è con noi e ci aiuta a portare la croce. Per ora, come il discepolo che Gesù amava, possiamo chinare il capo sul suo petto e restare in intimità ponendo qualche domanda alla quale Egli ci risponderà con parole e gesti personali che offrono indicazioni preziose e confessano tristi realtà. Questo è il cammino dell’uomo che non possiamo rifiutare e che dobbiamo vivere pienamente cercando di evitare qualsiasi forma o gesto di tradimento.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore.

Dove sei Signore?

Via Crucis del Papa al Colosseo, (Venerdì Santo alle 21,15).
Negli ultimi tratti ci sarà una famiglia ucraina insieme a una russa
Le meditazioni per il rito del Venerdì Santo sono state affidate alle famiglie. All’ultima stazione ci sarà una famiglia di migranti. Le altre famiglie che porteranno la croce saranno una coppia di giovani sposi, una famiglia in missione, una coppia di sposi anziani, una famiglia con 5 figli, una famiglia con un figlio con disabilità, una famiglia che gestisce una casa di accoglienza, una famiglia che affronta la malattia, una coppia di nonni, una famiglia con figli adottivi, una donna con figli che ha perso il marito, una famiglia con un figlio consacrato, una famiglia che si confronta con la perdita di un figlio. Le meditazioni per ogni stazione sono ispirate al percorso di vita di ciascuna famiglia.

In particolare, la meditazione che sarà letta durante il tratto delle famiglie ucraina e russa, quando Gesù muore sulla croce, dice: “La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. ‘Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?’. Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”.

Profumo di puro Nardo

La settimana più difficile e più bella del cristianesimo si apre diffondendo l’odore del puro nardo, un profumo tipicamente orientale capace di favorire la meditazione spirituale. Maria, la sorella di Marta (sempre impegnata a servire) ne versa una bella quantità sui piedi di Gesù e li bagna con le sue lacrime e poi li asciuga con i suoi capelli. È un gesto che indica la regalità di Gesù e, forse, ne annuncia la morte e la resurrezione. Il gesto di Maria provoca le proteste di Giuda, discepolo, ladro e traditore che avrebbe voluto venderlo. Gesù interviene per esprimere il suo favore verso il gesto profetico di Maria. Sullo sfondo di questo racconto ecco il sopraggiungere della folla che curiosa voleva vedere Lazzaro, l’uomo che Gesù aveva risuscitato e riemerge la solita gelosia e invidia dei capi dei sacerdoti che rinnovano il proposito di uccidere Gesù, cosa che appena quattro giorni dopo riusciranno a fare. Il gesto di Maria è, quindi, un annuncio e un nuovo segno che ci aiuta a respirare l’amore di Dio che in quel profumo dolce e amaro e vagamente legnoso ci consegna le sfumature di un percorso che segna la fine ma anche il principio dell’eternità.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Parola del Signore.

La “Passione” nel quarto vangelo

Carissimi, buona domenica delle Palme.

Oggi condividiamo con voi la registrazione dell’incontro di ieri stasera con p. Laszlo Simon osb, che ha proposto una riflessione sulla Passione secondo Giovanni (quella che proclameremo la sera del Venerdì santo): http://www.camaldolesiromani.com/wp-content/uploads/2022/04/Palme-C-09-04-22.mp3
buona Settimana santa a tutti!

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Segni del tempo

La pietra , il legno e i fiori sono segni e simboli che offrono carezze al cuore che desidera vedere oltre le fragilità e le miserie di questo tempo. Con loro non hai paura e puoi sfidare chiunque crede di essere potente.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Pronti per l’inverno 2022/23

Segni

Ci sono segni che raccontano vita e altri che lasciano ferite. Gesù lasciava molti segni che scuotevano dal torpore le donne e gli uomini del suo tempo e ciò infastidiva i potenti, primi fra tutti i sacerdoti del tempio sempre più gelosi e preoccupati di perdere potere e prestigio. Il sommo sacerdote Caifa pensò che eliminando Gesù ogni cosa sarebbe tornata al suo posto. A pensarci bene è lo stesso che accade anche oggi, quando i potenti di turno di ogni istituzione cercano di eliminare o emarginare donne e uomini che compiono segni che danno speranza e hanno il potere di animare i sogni del popolo. Sappiamo bene come finirà con Gesù. Fu arrestato, processato, condannato e appeso ad una croce … ma dopo tre giorni quel segno diventò il simbolo di ogni riscatto e di ogni risurrezione. Quel segno rivoluzionò il mondo e la vita delle persone. Oggi, però, pur occupando qualche angolo delle pareti di casa sembra che abbia perso tutto il suo potere di senso … Perché? Cosa è accaduto? In questo scorcio di Quaresima dovremmo interrogarci su questo cambiamento e ridare potere a questo segno.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,45-56
 
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. 
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. 
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Parola del Signore.

Tu hai parole di vita eterna

Ci sono parole che ti emozionano e altre che possono deluderti; ci sono parole che possono ferire ed altre che possono dare forza e coraggio. Le parole sono davvero importanti e quando ne pronunciamo qualcuna facciamolo pensando al loro “effetto”. Anche i silenzi portano il loro messaggio e, a volte, dicono molto di più di tante parole.

Le Parole di Gesù, invece, sono Parole che danno coraggio, che appassionano, che offrono speranza e danno fiducia, … sono Parole di vita eterna.

Ascoltiamo la Parola di Gesù e la vita troverà pace

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». 

Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Parola del Signore.

Aquila e Priscilla