Lo prese per mano

Prendere per mano è avere cura, mostrare affetto, vicinanza e sostegno. Avere un amico che ti ascolta, ti accarezza e trasmette calore è medicina salvavita da accogliere. Riceviamo e doniamo “cura” e un sorriso nuovo illuminerà il volto nostro e quello dell’altro.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1-6

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “E’ lecito o no guarire di sabato?” Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Pariola del Signore.

Ne scelse dodici

Ci ha sempre emozionato questo stare di Gesù sul monte, di notte, a pregare. Dove manca la luce del sole e il buio impedisce di vedere con gli occhi è più agevole immaginare l’Oltre. Sul monte, lontani dai luoghi della vita ordinaria e affollata, il silenzio si fa intenso e l’attenzione cresce per toccare le vette della contemplazione.

Oggi Gesù ci indica uno stile tutto suo di fare comunione con il Padre e lo Spirito Santo dai quali si fa aiutare a compiere scelte importanti e decisive per Lui e per la Chiesa che nasce.

Gesù sceglie dodici uomini tra i suoi discepoli e con loro scende in pianura, dove incontra una grande folla. In questa grande moltitudine composta di donne, uomini, anziani e bambini, ecco anche i malati e gli afflitti da disagi di varia natura. Gesù e i dodici intervengono per guarire i malati e scacciare gli spiriti impuri …

Condividiamo con voi la gioia di questa esperienza. Ed è davvero molto bello sapere che Gesù e i dodici, dopo aver pregato un’intera notte, scendono tra gli uomini e si mettono all’opera proprio la dove ciascuno di noi è chiamato a incontrare il prossimo e a testimoniare la propria fede. In questa vita quotidiana, semplice e ordinaria di tutti i giorni c’è Gesù e i Dodici e l’opera del creatore continua a compiere il bene chiedendo anche a noi di fare altrettanto.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.
C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore.

Sforziamoci di entrare dalla porta stretta

Sarà capitato che qualcuno si sia chiesto e si chiede oggi quale è la “porta stretta” che ci permette di entrare nella casa della salvezza.

“Vorrei farvi una proposta – diceva Papa Francesco -. Pensiamo adesso, in silenzio, per un attimo alle cose che abbiamo dentro di noi e che ci impediscono di attraversare la porta: il mio orgoglio, la mia superbia, i miei peccati. E poi, pensiamo all’altra porta, quella spalancata dalla misericordia di Dio che dall’altra parte ci aspetta per darci il suo perdono”.

Allora per attraversare la porta stretta dobbiamo essere umili, miti, semplici e sobri. Dobbiamo curvarci a portare i nostri pesi e, se possibile anche quelli di qualche persona in difficoltà. Non servirà, infatti, dire o mostrare che abbiamo mangiato o bevuto con il Signore. Sarà, invece, fondamentale portare la nostra croce e chiedere la misericordia del Signore.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,22-30
 
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore.

Il granello di senape divenne un albero

Cari amici anche questo martedì possiamo ascoltare il commento audio nella nostra carissima Madre Mirella Luia, eremita calabrese dell’Eremo dell’Unità di Gerace.

Franca e Vincenzo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Parola del Signore

Dio libera

Non siamo mai soli. Gesù osserva e scruta i bisogni dell’uomo ed interviene anche di sabato, quando gli ipocriti alzano barriere perfino al bene.

Oggi ci impegneremo a scoprire la presenza del Signore nella nostra vita, cercheremo di cogliere il suo Amore e la sua misericordia nei fatti della nostra esistenza e di ringraziarlo per i tanti doni ricevuti dei quali non ci siamo mai accorti. A volte, infatti, non riusciamo nemmeno a riconoscere il tanto che abbiamo e cerchiamo sempre altre cose non dando il giusto valore a ciò che già abbiamo ricevuto. Preghiamo il Signore di darci occhi per vedere e cuore per capire.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,10-17

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

Parola del Signore.

Acquasantiera

Accogli nel silenzio il pellegrino
e ne bagni le punta delle dita
e così doni con generosità,
dispensando acqua santificata.
Da sempre sei lì e chissà quanti sogni conosci,
quante lacrime hai raccolto,
quanti grazie hai ascoltato.

Mai ti sei rifiutata e mai lo farsi.
Ora chiudo gli occhi
e ti vedo sognare i sogni dei sognatori,
dei grandi e dei piccoli,
Cara Acquasantiera
sei proprio bella e sobria,
semplice ed elegante,
segno parlante di una pieta popolare
che genera appartenenza e
assicura presenza e futuro.

Accompagni e incoraggi,
spingendo a sostenendo
i desideri e la vita fino a toccare l’oltre.
Grazie di esserci.,,

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Rabbunì, che io veda di nuovo!

Cari amici questa domenica vi proponiamo due commenti alle letture della domenica davvero molto specuali.

Il primo è di Madre Mirella Muia, eremita dell’Eremo dell’Unità di Gerace che ci dona il suo commento alle letture della XXX domenica del Tempo Ordinario.

Commento di Mirella Muià

Il secondo commento è di Dom Innocenzo Gargano, monaco camaldolese che ogni sabato sera propone la sua lectio presso il Monastero di Sant’Antonio Abate sull’Aventino a Roma.

carissimi, ecco la registrazione dell’incontro di lectio di stasera: http://www.camaldolesiromani.com/wp-content/uploads/2021/10/30a-TO-B-23-10-21.mp3 buon ascolto e buona domenica!

Buona domenica, Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,46-52
 
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore.

Se non vi convertite

In ogni circostanza Gesù coglie l’occasione per chiedere che ciascuno di noi cambi vita. Anche nel brano odierno Gesù fa appello alla nostra coscienza: “Se non vi convertite …”. E, a supporto, delle sue parole indica fatti accaduti (vedi crollo di Torre di Siloe) che poi hanno portato a conseguenze spiacevoli.

Gesù anche in questo caso sta affrontando e opponendosi agli inviati del tempio che erano andati a minacciarlo.

A questi “sgherri” che minacciano Gesù, Egli si oppone con fermezza e propone un Dio che non solo perdona ma che addirittura offre altro tempo per vivere in maniera nuova, per essere donne e uomini capaci di portare frutto.

Gesù, insomma, continua a predicare un Dio della misericordia e, infatti, subito dopo a chi suggerisce di tagliare il fico che non porta frutto Lui, invece, decide di concedere ancora altro tempo e affidarlo alle cure del contadino. È una scelta con la quale si dona altro tempo e permette al contadino di provare ancora a zappare la terra intorno e a concimarla, cioè ad offrire amore, cura e attenzione con la speranza che anche la pianta di fichi “cambiando” possa ricominciare a portare frutti. Quei frutti di bene e d’amore che sono il vero senso della vita.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9
 
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore.

Come mai questo tempo non sapete valutarlo

Che tempo farà? Per cercare di prevedere il tempo si guarda il cielo e si cercano segni; si scruta l’orizzonte e si cercano indizi. Al contrario guardando cosa è accaduto o sta accadendo attorno a noi ci risulta complicato comprendere in che direzione sta andando il mondo e quale è il tempo che stiamo vivendo.

Di fronte a questa incapacità Gesù, con schiettezza di giudizio chiama gli uomini: “Ipocriti“, cioè , persone che fingono di possedere virtù, di avere buoni sentimenti o qualità eccellenti. Quindi, persone che sanno dissimulare le proprie negatività e/o falsificare caratteri o circostanze.

Gesù si chiede e chiede: “perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?”. È un chiaro invito a fare un discernimento serio e puntuale, ad essere sinceri con noi stessi cercando di non dare ad altri responsabilità nostre; a non cercare alibi ai nostri errori; a correggere gli sbaglia e la vita (e c’è sempre tempo); a fare scelte equilibrate, giuste e possibili; a non cercare il nostro vantaggio ma a condividere con gli altri la vita e i beni. Gesù invita ad ascoltare la coscienza che sempre, e diciamo sempre, sa ben parlare al nostro cuore e, il cuore, … non sbaglia mai.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,54-59
 
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Parola del Signore.

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra

Gesù desidera forse incendiare il mondo? Si è vero vuole appiccare ovunque il fuoco dell’amore, della carità e del bene. Ma per farlo prevede di dover passare attraverso una prova dolorosa che nell’attesa gli crea angoscia. Egli dovrà vivere la passione fino alla cruenta morte in croce. Solo dopo la sua resurrezione potrà illuminare il mondo mostrando la potenza del fuoco dell’amore.

È chiaro che la sua testimonianza non sarà e non è accolta da tutti coloro che sono legati alle antiche pratiche religiose del suo popolo o dei popoli vicini. Questa situazione provocherà divisioni e separazioni purtroppo necessarie per offrire a chi accoglie il suo messaggio rivoluzionario la libertà di viverlo contribuendo a costruire un mondo nuovo.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,49-53
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore.

Aquila e Priscilla