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L’amore spinge a volare alto

La paura che il male distrugga l’amore di Tobia e Sara induce Raguel a fare previsioni nefaste. Quando, invece, si rende conto che il male è stato sconfitto la gioia lo spinge a benedire e ringraziare Dio. È questa l’occasione per organizzare una grande festa e a chiamare a se i suoi servi ai quali impartisce ordini precisi. Poi chiama Tobia e gli annuncia che sta organizzando una grande festa che durerà 14 giorni. I genitori di Sara, ora, sono pieni di gioia e con maturità e giustizia la lasciano libera di “fare famiglia” con Tobia. I novelli sposi sono chiamati a costruire la loro famiglia che avrà una propria autonoma fisionomia e godrà della piena libertà mentre i genitori si ritagliano il ruolo che spetta loro. Saranno Raguel e Ebna fatto a benedire la nuova unione pregando il Signore di non far mai mancare la sua vicinanza. … e cosi dall’antico testamento ci giunge la proposta di uno stile di vita davvero importante per il nostro tempo sia per tutti i genitori che per le nuove coppie chiamate a camminare con libertà e autonomia salvaguardando le relazioni con le famiglie d’origine … 💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Libro di Tobia 8, 10-21

[10]Ma Raguele si alzò; chiamò i servi e andò con loro a scavare una fossa. Diceva infatti: «Caso mai sia morto, non abbiamo a diventare oggetto di scherno e di ribrezzo». [11]Quando ebbero terminato di scavare la tomba, Raguele tornò in casa; chiamò la moglie [12]e le disse: «Manda in camera una delle serve a vedere se è vivo; così, se è morto, lo seppelliremo senza che nessuno lo sappia». [13]Mandarono avanti la serva, accesero la lampada e aprirono la porta; essa entrò e li trovò che dormivano insieme, immersi in un sonno profondo. [14]La serva uscì e riferì loro che era vivo e che non era successo nulla di male. [15]Benedissero allora il Dio del cielo: «Tu sei benedetto, o Dio, con ogni pura benedizione. Ti benedicano per tutti i secoli![16]Tu sei benedetto, perché mi hai rallegrato e non è avvenuto ciò che temevo, ma ci hai trattato secondo la tua grande misericordia. [17]Tu sei benedetto, perché hai avuto compassione dei due figli unici. Concedi loro, Signore, grazia e salvezza e falli giungere fino al termine della loro vita in mezzo alla gioia e alla grazia». [18]Allora ordinò ai servi di riempire la fossa prima che si facesse giorno. [19]Raguele ordinò alla moglie di fare il pane in abbondanza; andò a prendere dalla mandria due vitelli e quattro montoni; li fece macellare e cominciarono così a preparare il banchetto. [20]Poi chiamò Tobia e sotto giuramento gli disse: «Per quattordici giorni non te ne andrai di qui, ma ti fermerai da me a mangiare e a bere e così allieterai l’anima già tanto afflitta di mia figlia. [21]Di quanto possiedo prenditi la metà e torna sano e salvo da tuo padre. Quando io e mia moglie saremo morti, anche l’altra metà sarà vostra. Coraggio, figlio! Io sono tuo padre ed Edna è tua madre; noi apparteniamo a te come a questa tua sorella da ora per sempre. Coraggio, figlio!».

La profezia della famiglia

Tobi prima di rivelare al figlio Tobia il piccolo gruzzoletto messo da parte priva a trasmettere al figlio una serie di valori che sono caratterizzanti della storia di famiglia. Si tratta di una serie di buoni consigli tra i quali ne primeggiano due: l’elemosina e la famiglia. Tutti e due questi valori rappresentano, di fatto, i cardini per una esistenza radicata in un quotidiano che rafforza e da senso ad ogni esistenza. Elemosina e famiglia anche nel nostro tempo continuano ad essere due importantissimi punti di riferimento per una vita piena e capace di offrire al viaggio terreno coordinate per costruire giustizia e bellezza. Va anche sottolineato, però, che, come spesso ripetiamo non abbiamo bisogno di maestri ma di testimoni. Ed è cosi che da un lato solo il “povero” può comprendere il grande valore del dono o elemosina. Dall’altro vivere la famiglia testimoniandone la bellezza è davvero profezia. A questo punto desideriamo citare Paolo VI che nella “Evangelii Nuntiandi” scrive che l’uomo di oggi “non ha bisogno di una chiesa chiusa nella difesa della propria identità, fino a rischiare di diventare cieca e persino disumana, come il vecchio Tobi. Ha bisogno di una chiesa che lo accompagni in un cammino di vera libertà, come farà l’angelo Raffaele, un cammino nel quale la morale è il frutto stesso del cammino percorso, piuttosto che esserne il fondamento”. 🌻

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Libro di Tobia. 🌻💫 Capitolo 4

1]In quel giorno Tobi si ricordò del denaro che aveva depositato presso Gabael in Rage di Media [2]e pensò: «Ho invocato la morte. Perché dunque non dovrei chiamare mio figlio Tobia e informarlo, prima di morire, di questa somma di denaro?». [3]Chiamò il figlio e gli disse: «Qualora io muoia, dammi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa ciò che è di suo gradimento e non procurarle nessun motivo di tristezza. [4]Ricordati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Quando morirà, dalle sepoltura presso di me in una medesima tomba. [5]Ogni giorno, o figlio, ricordati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandi. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia. [6]Se agirai con rettitudine, riusciranno le tue azioni, come quelle di chiunque pratichi la giustizia. [7]Dei tuoi beni fa elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio. [8]La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, dà molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco. [9]Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, [10]poiché l’elemosina libera dalla morte e salva dall’andare tra le tenebre. [11]Per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo. [12]Guardati, o figlio, da ogni sorta di fornicazione; anzitutto prenditi una moglie dalla stirpe dei tuoi padri e non una donna straniera, che cioè non sia della stirpe di tuo padre, perché noi siamo figli di profeti. Ricordati di Noè, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e la loro discendenza avrà in eredità la terra. [13]Ama, o figlio, i tuoi fratelli; nel tuo cuore non concepire disprezzo per i tuoi fratelli, figli e figlie del tuo popolo, e tra di loro scegliti la moglie. L’orgoglio infatti è causa di rovina e di grande inquietudine. Nella pigrizia vi è povertà e miseria, perché l’ignavia è madre della fame. [14]Non rimandare la paga di chi lavora per te, ma a lui consegnala subito; se così avrai servito Dio, ti sarà data la ricompensa. Poni attenzione, o figlio, in quanto fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento. [15]Non fare a nessuno ciò che non piace a te. Non bere vino fino all’ebbrezza e non avere per compagna del tuo viaggio l’ubriachezza. [16]Dà il tuo pane a chi ha fame e fà parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Dà in elemosina quanto ti sopravanza e il tuo occhio non guardi con malevolenza, quando fai l’elemosina. [17]Versa il tuo vino e deponi il tuo pane sulla tomba dei giusti, non darne invece ai peccatori. [18]Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. [19]In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiché nessun popolo possiede la saggezza, ma è il Signore che elargisce ogni bene. Il Signore esalta o umilia chi vuole fino nella regione sotterranea. Infine, o figlio, conserva nella mente questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore. [20]Ora, figlio, ti faccio sapere che ho depositato dieci talenti d’argento presso Gabael figlio di Gabri, a Rage di Media. [21]Non temere se siamo diventati poveri. Tu avrai una grande ricchezza se avrai il timor di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore Dio tuo».

 

Tutti chiamati. Nessuno escluso.

Gesù chiama tutti,
chiede un distacco
non dalla vita ordinaria e
non dagli affetti,
ma dal male che ci abita.

Ad ognuno da una missione,
da il compito di annunciare,
e di testimoniare con la vita.

E così ogni opera dell’uomo
è opera di Dio,
segno del suo Amore,
possibilità di essere uno strumento nelle sue mani.

Gesù ci chiama tutti,
si affida a noi nonostante le nostre fragilità,
le nostre preoccupazioni,
le situazioni concrete

La nostra forza sarà la nostra fede,
e questa renderà le nostre povere mani di pescatori capaci di adempiere la missione.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore

Racconti del caminetto

Il centro del nostro eremo è il camino. Da trentanni, infatti, per riscaldarci ci affidiamo al tepore della sua fiamma. Ed è così che in attesa del prossimo inverso abbiamo gia preparato la legna. Quest’anno ce l’ha portata Carmine con il suo trattore. L’altro ieri ha scaricato nel cortile ben trenta quintali di legna di quercia che abbiamo già accatastato al suo posto.

Certo, con questo caldo, l’idea di accendere il camino non ci sfiora ma, come sempre, ci prepariamo ad affrontare il freddo e non solo.
Per noi due, infatti, vedere ardere la legna nel caminetto è fonte di grande ispirazione. Quella fiamma viva che svolazza e sale su, come se stesse portando in alto le attese e le visioni di due sognatori incalliti, è compagna delle serate d’inverno da soli o con gli amici. Quella fiamma che anima, incoraggia e sostiene la vita serale è anche un simbolo che ci lega al mondo contadino. Un mondo fatto di lavoro, sudore e cibi genuini nel quale tutto era semplice ed essenziale.
Tra qualche settimana torneremo a rivivere quelle antiche atmosfere e i nostri cuori potranno, ancora una volta, giocare con la memoria per costruire un domani vero, autentico e sobrio.

Di certo, come spesso è accaduto, sarà proprio accanto al camino che prenderanno forma pensieri e parole e nasceranno piccole storie, racconti e fiabe capaci di accompagnare le nostre vite e quella degli ” Amici” che condividono gioie e speranze.

Ed ora, nell’attesa del freddo, godiamoci questi ultimi scampoli di sole.

Franca e Vincenzo osb-cam

PS Carissimo è proprio in questo angolo così particolare dell’eremo che le parole nata dall’ascolto della Parola fanno viaggiare il pensiero che, qui, si fa più capace di immaginare strade sempre nuove e difficili da percorrere. Non sai cosa perdi della vita se non eserciti l’immaginazione che è uno dono, davvero speciale che Dio ha concesso a tutti i suoi figli. Un Dio (ma questo è un piccolo segreto) che vediamo nascosto proprio in quella fiamma viva che disegna mille forme ognuna delle quali ispira un pensiero ed evoca fatti e persone. Nel camino, per noi, c’è davvero vita e la legna che brucia assomiglia tanto a quelle passioni che accompagnano il nostro cammino sulla terra e ne fanno un capolavoro.

Il camino è, perciò, segno di vita e luogo che accompagna la rivelazione. Luogo nel quale la Parola arde (come nel roveto). Ancora un dettaglio: se ti siedi accanto al camino e resti in silenzio puoi davvero ascoltare la Sua voce che ti guida e ti suggerisce strade, pensieri e parole. Se credi questo lo “vedrai” e non potrai più rinunciare a questi dialoghi quotidiani.

E’ nato “Encomio”

Tempo di vendemmia, tempo di vino. Anche all’eremo come in tante altre case si è ripetuta la “magia” della vendemmia e della pigiatura e poi eccolo “il nettare degli dei”.
Quest’anno all’eremo il vino lo abbiamo estratto da uve di Aglianico, Merlot e Sangiovese e ieri dopo alcuni giorni lo abbiamo raccolto nelle damigiane … È nato “ENCOMIO”.
Lo abbiamo battezzato con questo nome perché ogni vino che produciamo ricorda un evento importante per la famiglia. L’anno scorso abbiamo prodotto “Nutritesta” e quest’anno “ENCOMIO”. Il primo è stato dedicato a Lucia e all’inizio della sua vita professionale e il secondo ad un evento importante della carriera di Domenico che ha ricevuto un encomio solenne.
Intanto la vita quotidiana prosegue per tutti e anche per noi all’eremo che vogliamo brindare in l’allegria con voi tutti accompagnati da un calice del nostro “ENCOMIO”. Auguri a tutti di buona vita sempre in compagnia di Gesù.

Franca e Vincenzo osb-cam

Gesù alle nozze di Cana, come racconta il vangelo secondo Giovanni, trasformò l’acqua in vino. Durante l’Ultima Cena, come riporta il Vangelo secondo Matteo, Gesù prese un calice colmo di vino e disse: ‘Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati’.

Spalle al muro, dicono che sei vecchio

C’è un testo di Renato Zero che parla dei vecchi ed è un testo davvero ben fatto. Vorremmo meditarlo con voi ed invitarvi a  fare un semplice giochetto. Si tratta di associare persone che conosciamo, situazioni e fatti concreti che in qualche modo ci appartengono alle parole di Renato. Forse potranno aiutarci a vivere meglio il nostro presente.

Buon viaggio con Renato Zero.

Franca e Vincenzo osb-can

Spalle al muro,
Quando gli anni, son fucili contro,
Qualche piega, sulla pelle tua,
I pensieri tolgono, il posto alle parole,
Sguardi bassi alla paura, di ritrovarsi soli.
E la curva dei tuoi giorni, non è più in salita,
Scendi piano, dai ricordi in giù,
Lasceranno che i tuoi passi, sembrino più lenti,
Disperatamente al margine, di tutte le correnti.
Vecchio,
Diranno che sei vecchio,
Con tutta quella forza che c’è in te,
Vecchio
Quando non è finita, hai ancora tanta vita,
E l’anima la grida e tu lo sai che c’è.
Ma se Vecchio,
Ti chiameranno vecchio,
E tutta la tua rabbia viene su,
Vecchio, si,
Con quello che hai da dire,
Ma vali quattro lire, dovresti già morire,
Tempo non c’è ne più,
Non te ne danno più!
E ogni male fa più male,
Tu risparmia il fiato,
Prendi presto, tutto quel che vuoi,
E faranno in modo, che il tuo viso, sembri stanco,
Inesorabilmente più appannato, per ogni pelo bianco.
Vecchio.
Vecchio.
Vecchio!!!
Mentre ti scoppia il cuore, non devi far rumore,
Anche se hai tanto amore, da dare a chi vuoi tu!
Ma sei vecchio.
Insulteranno Vecchio
Con tutto quella smania che sai tu,
Vecchio, si
E sei tagliato fuori,
Quelle tue convinzioni, le nuove sono migliori,
Le tue non vanno più,
Ragione non hai più.
Vecchio si
Con tanto che faresti,
Adesso che potresti non cedi perché esisti,
Perché respiri tu

 

In attesa del domani di Dio

Spesso ci chiediamo se oggi nella nostra amata Chiesa ci siano donne e uomini, famiglie e comunità in attesa del domani di Dio. Ci chiediamo se la speranza sia ancora oggi una categoria capace di coniugare la vita semplice del Vangelo. Questa domanda trova, purtroppo, risposte ambigue e spesso è addirittura fuori dall’orizzonte della vita di tanti cristiani.

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Il discorso alla luna

La sera dell’apertura del Concilio Giovanni XXIII ha davanti una  piazza San Pietro stracolma di persone. Non aveva intenzione di parlare ma davanti alle luci delle fiaccole che davano una vista ancora più suggestiva della piazza decise di parlare e pronunciò quel grandioso discorso alla luna che ancora oggi emoziona e commuove.

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E’ in distribuzione “La casa si fa eremo”

Da oggi, giorno della festa dei Santi Cirillo e Metodio, Patroni d’Europa insieme a San Benedetto. è in distribuzione “La casa di fa eremo” deComporre Edizioni, nel quale cerchiamo di raccontare le ragioni che ci hanno spinto a fare della nostra casa un “eremo di famiglia”. Il testo è di facile lettura, pieno di rimandi alla vita di tutti i giorni e nella sua semplicità vuole essere un invito a tutti i cristiani a vivere la buona notizia cercando di essere “piccole luci, semplici fiaccole, anche nella fragilità. Per dire e testimoniare che Cristo è Risorto, che è davvero Risorto e che ci precede lungo la via”.
Chi è interessato può contattarci qui o via mail eremoaquilaepriscilla@gmail.com

 

L’ esperienza dell’eremo approda a Fermo

Domenica 12 febbraio saremo ospiti alla Festa diocesana dei fidanzati e della famiglia di Fermo. Porteremo una semplice testimonianza su come ogni famiglia, nella semplicità della vita quotidiana, può cercare di essere una piccola luce, una piccola Chiesa. Proveremo a dire anche qualche parola sulla Regola nata nel solco del monachesimo benedettino – camaldolese.

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