Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Chi Ascolta da frutti

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,18-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Parola del Signore.

Gesù spiega l’importanza dell’Ascolto per la vita buona e piena di frutti buoni. E così, anche San Benedetto nel Prologo della sua Regola, scrive:

Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell’obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l’ignavia della disobbedienza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi ha orecchi Ascolti

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,1-9

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Parola del Signore.

Gesù è seduto in riva al mare e subito una folla si riunisce intorno a Lui. Ma la gente era tanta così per farsi ascoltare sale su una barca. Dalla barca parla di campi arati, di campi seminati, di semi che germogliano e di altri che cadono su pietre o di su terreni aridi. Il seme è la Buona notizia, è quella Parola che invita ad avere fiducia, a sperare e ad Amare. Chiediamoci se noi siamo terreno buono per la Parola. Se abbiamo Fiducia, se sappiamo avere Speranza, se riusciamo ad Amare. Chiediamoci se siamo buoni Ascoltatori, se sappiamo cogliere le occasioni della vita e se riusciamo a rifiutare l’ipocrisia. Ci sono alcuni, infatti, che pur battendosi il petto operano per distruggere la Speranza, per seminare zizzania, per opprimere e deturpare l’ambiente. Ci sono altri, invece, che pur avendo subito i soprusi e le angherie dei potenti di turno restano fiduciosi e sperano. Questi sono quelli che si mettono, con semplicità, nelle mani di Dio (buono e misericordioso) che non permetterà agli ipocriti di continuare a fare del male. Gesù ci chiede di accogliere la sua Parola e di viverla con Fiducia, Speranza e Carità/Amore. Ci chiede anche di diffonderla con le nostre parole e la nostra vita perché possa contagiare positivamente anche altri.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Portare frutto

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.

Essere aggrappati alla Fede è fonte di vita e promette di portare frutto. Può scendere la pioggia, soffiare il vento o urlare la bufera (come spesso accade nella vita che non sempre va come si desidera) ma se restiamo attaccati all’albero della Fede allora riusciamo a portare il frutto sperato. A volte, però, nonostante la buona volontà non riusciamo a fare le cose buone che desideriamo. Le circostanze della vita, purtroppo, non ci collocano nella posizione migliore e spesso viene a mancare anche la capacità di concretizzare sogni e desideri o di realizzarli in modo parziale. Gesù, oggi, ci insegna che se restiamo attaccati alla vite riusciremo comunque ad accogliere le difficoltà, a portare frutto e a superare le inevitabili burrasche.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi cerchi?

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,1-2.11-18

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore.

È nella sofferenza, quando le lacrime solcano il viso, quando sembra che mancano le risposte, quando tutto è crollato che d’improvviso sentiamo una voce nel cuore. “Perché piangi? Chi cerchi?”.

Rispondere a questo punto di domanda ci offre l’opportunità per scoprire l’invisibile, per ascoltare quella voce profonda che ci chiama per nome e ci solleva scacciando i pesi inutili e rendendo i nostri passi più agili e più leggeri. È quello che accade a Maria Maddalena. Davanti al sepolcro vuoto (ai fallimenti e alle delusioni profonde) il Maestro la chiama per nome e lei lo riconosce. Ecco il “miracolo” della Fede che ci avvolge e che ci fa misurare la vita nella sua verità vera. Quando sentiamo il Maestro che ci chiama per nome, quando tutto crediamo e tutto speriamo ecco che l’Amore entra con dolcezza nelle nostre azioni e trasforma il nostro agire. Tutto ha un senso, ogni cosa va al posto giusto tanto che sentiamo dentro di noi il bisogno di correre e dire ad alta voce: «Ho visto il Signore!».

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Come pecore che non hanno pastore

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Parola del Signore.

Colpisce la “compassione” di Gesù verso la folla. Lui “vede” e si accorge che erano “come pecore che non hanno pastore“. E cosa fa? “Si mise a insegnare loro“. Forse anche in questo nostro tempo c’è bisogno di chi, con pazienza, si mette ad “insegnare”. C’è bisogno di attenzione e compassione per folle sempre più sole e sempre più bisognose di ricevere l’insegnamento di Gesù. Riconosciamoci bisognosi di credere e di andare dal Maestro per fare Unità con chi ci sta’ e per ricevere attenzione e dare attenzione in un mondo distratto e superficiale che sembra voler porre attenzione solo all’egoismo dei bisogni primordiali. C’è bisogno di cibo spirituale e, spesso, mancano profeti e accompagnatori disponibili per il gregge che chiede vicinanza e cura. L’estate può essere un tempo utile per andare “in disparte … in un luogo deserto” e riposarci un po’ facendo silenzio per Ascoltare la voce del Signore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Misericordia io voglio

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.

Ieri i farisei, oggi gli amanti di una religiosità di facciata sono attenti e scrupolosi osservanti della Legge e delle sue forme ma non guardano e non conoscono il cuore di Dio. Gesù, invece, lo dice con chiarezza “Misericordia io voglio”. Se non apriamo il cuore all’Amore e alla Misericordia siamo “come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna“.

Insomma non si può, per esempio, fare la comunione e non vivere l’Amore perché in questo modo si entra in contraddizione. In questo modo, come i farisei e come i cristiani di facciata si mostra la nostra incoerenza. È come fare una gentilezza ad una persona che si detesta. Oggi cerchiamo, se ci riusciamo, di guardarci dentro e cerchiamo di vedere se siamo coerenti con la nostra Fedeltà alla Parola oppure se diciamo una cosa ma non mettiamo il cuore nelle cose che facciamo. Anche prendere l’Eucarestia nei casi di incoerenza diventa una condanna.

Stiamo attenti. Se non mettiamo il cuore nelle cose che facciamo, se non siamo davvero coerenti sintonizzando la vita con la Parola viviamo in una continua contraddizione e questa dissociazione ci fa vivere l’infelicità o una felicità solo di facciata. Oggi possiamo, se vogliamo, rifletterci e iniziare un cammino di cambiamento. Certamente ci farà bene alla vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Mite e umile di cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30
 
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

La mitezza è una condizione da conquistare non per essere remissivi ma per esprimere un pensiero e per proclamare la propria dignità. Non serve urlare quando si è umili, non è dignitoso alzare la voce o essere aggressivi se si è forti, non serve essere prepotenti e arroganti come quei potenti falliti che popolano il nostro quotidiano. Spesso ci si osanna da soli, ci si crede unici ed indispensabili, ci si immagina necessari. Tutto sbagliato. La verità è esattamente opposta. L’essere forti risiede nell’essere umili, nell’essere miti e nel perseguire gli ideali di libertà, giustizia e rispetto con mitezza. La mitezza, infatti, è la virtù di coloro che hanno compreso la miseria dei potenti, che hanno capito che l’unica vera possibilità di essere persone di valore risiede nell’ascoltare il cuore e nel vivere secondo giustizia. Non possiamo impedire che il disegno di Dio si realizzi, dobbiamo accettarlo e viverlo ogni giorno con la calma dei forti, il silenzio del fastidio e la gioia dell’accoglienza. Dio farà vera giustizia. A questa nessuno potrà opporsi. Nessuno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La Sapienza dei Piccoli

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-27

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Parola del Signore.

C’è una sapienza che si acquisisce con la vita semplice e umile che nessuno studio potrà mai svelare. Spesso s’incontrano vecchietti/e che hanno una conoscenza dettata dall’esperienza della vita che ci sbalordisce e che è capace di offrire preziose indicazioni per la vita quotidiana.

Gesù oggi ci parla di questo genere di conoscenza che è una conoscenza decisiva per vivere e affrontare la vita. È una sapienza del cuore che non è sentimentalismo ma qualcosa di molto più profondo e di più decisivo per vivere bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Guai a te …

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodòma sarà trattata meno duramente di te!».

Parola del Signore.

Sentiamoci tutti destinatari di questo santo rimprovero che Gesù ci indirizza. Anche noi, come gli abitanti di Corazin, Betsaida, Tito, Sidone, Cafarnao e tante altre città abbiamo visto e assistito a prodigi e, purtroppo, non ci siamo convertiti. Continuiamo a guardare noi stessi come il centro del mondo mentre il centro dell’universo è Cristo. Non siamo che un granello di polvere e, invece, crediamo di essere grandi. Finisce la scena di questo mondo e restiamo soli e imprigionati nelle nostre illusioni. Vogliamo indossare panni o ruoli senza averne il taglio e lo spessore e pur di continuare a illuderci siamo capaci di calpestare tutti e tutto. Diventiamo arroganti, indifferenti, egoisti e, in qualche occasione, anche cattivi.

Convertiamoci davvero e il modo migliore per dimostrarlo a noi stessi sarà quello farci e sentirci piccoli per presentarci così, come realmente siamo, davanti al Signore che ci attende e spera che tutti possano salvare la propria vita

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi accoglie voi, accoglie me…

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,3411,1
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Parola del Signore.

L’Accogliere è una delle antiche pratiche che ci è tramandata dalle grandi tradizioni del passato. L’ospite è sacro ed a lui va riservato il posto d’onore. Anche nei libri della Bibbia sono spesso raccontati episodi di accoglienza di persone e, a volte, vengono anche descritta con minuziosità le pratiche formali da seguire. Questo perché all’ospitalità viene sempre data una grande importanza. Gesù inserisce, tra le poche istruzioni agli Apostoli anche quella relativa all’accoglienza o meglio dell’importanza dell’essere accolti. Accogliere il diverso, l’estraneo, lo sconosciuto, lo straniero è uno dei modi nel quale ciascuno di noi può accogliere Cristo stesso. E, se facciamo mente locale, è propria una delle cose sulla quale Gesù ci annuncia sarà fondato il giudizio finale: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.

Ancora una volta oggi Gesù ci offre indicazioni preziose per la nostra vita, ancora una volta cerca di suggerirci pratiche di vita buona.

Buona giornata

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️