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Siamo pietre chiamate a farci piuma

Stanchi e oppressi
ma non vinti.

Il Signore invita a cercarlo
e a seguirlo.

È Lui che offre pace e gioia.
che dona speranza,
che invita ad avere coraggio.

È Lui che si mostra mite,
che indica la via dell’umiltà,
che spinge alla dolcezza.

Animati da una antica forza,
purificati dalla saggezza del suo gioco,
facciamoci semplici come i bambini e
impariamo a seguirlo
con il cuore libero,
consapevoli
che tutto è a tempo,
che abbiamo radici da ricordare,
che ogni talento ha un limite,
pronti ad ammettere gli errori
e a riconoscere i meriti degli altri,
aiutandoli ad avere successo,

Siamo pietre chiamati a farci piuma.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Mt 11,28-30
Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

In attesa di una carezza

Spesso ci chiediamo dov’è Dio?
Ci chiediamo perché non si fa vedere, perché non sentiamo la sua voce, perché il dolore, la sofferenza … la morte.
Poi ecco, all’improvviso, una carezza ci sfiora il volto e diventiamo di fuoco. Una piccola e semplice carezza ci dona un’emozione da brivido, una sensazione che attiva simpatia e apre il cuore su una realtà infinitamente dolce e tenera e comprendiamo che Dio è in una carezza.
Dio è in quel sottile e delicatissimo segno
che ci fa tornare bambini,
che ci fa innocenti e puri,
che ci fa capaci, ora, di vederlo in quel lieve gesto che si esprime con innocenza e dona tenerezza.
Accarezzaci o Dio e toccheremo il cielo con un dito sorridendo alle nubi che disegneranno per noi visioni celesti.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore

Attenti agli intolleranti

Il Signore, questa domenica, invita a far crescere la zizzania con il buon grano; invita alla tolleranza, spinge alla tenerezza, suggerisce di non essere duri e zelanti e di guardare di più se stessi. Sono per davvero bellissime indicazioni per la vita di ogni giorno. Indicazioni che, purtroppo, molte volte, sono ignorate proprio da chi dovrebbe suggerirle ai cuori dei fratelli. Gli intolleranti, gli zelanti, i duri spesso, infatti, sono ciechi su se stessi e sulle proprie miserie e si chiudono nei confronti degli altri dai quali pretendono la perfezione, in nome di un pericoloso ? Tutto e subito?, ben diverso dalla pazienza di Dio.

Sempre più spesso, infatti, si incontrano cristiani che vorrebbero estirpare quella che, a loro giudizio, è la zizzania e tentano di eliminarla con la forza e l’arroganza dell’esercizio del potere. In questo modo si fanno giudici degli altri con parole e azioni che a volte sono palesi abusi. Si arrogano il diritto di umiliare gli altri e lo fanno in nome di Dio o di un ruolo che dovrebbe essere servizio d’amore. In questo modo negano la loro stessa missione non riuscendo più a trovare la pace e l’equilibrio interiore.  Vedono nemici ovunque e diffidano di tutto e di tutti. Ma tant’è. Sempre oggi.  il Signore invita ad essere piccoli, umili, semplici granelli di senape messi a dimora nei campi della vita quotidiana e a non scoraggiarsi perché proprio il piccolo granello di senape una volta cresciuto sarà capace di accogliere tra i suoi rami tanti uccelli (persone che vi trovano accoglienza e protezione).

Tutto questo perché sia palese che come un pizzico di lievito può far lievitare tre misure di farina allo stesso modo un solo cristiano può mostrare che l’amore è capace di vincere ogni intolleranza, ogni durezza, ogni odio o esercizio indiscriminato del potere.

 

Accogliere con tenerezza i divorziati

Ai divorziati che vivono una nuova unione, è importante far sentire che sono parte della Chiesa, che “non sono trattati come tali, perché formano sempre la comunione ecclesiale. Queste situazioni «esigono un attento discernimento e un
accompagnamento di grande rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire discriminati e promovendo la loro partecipazione alla vita della comunità.

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Amore per sempre

“Tutta la vita, tutto in comune. Dopo l’amore che ci unisce a Dio, l’amore coniugale è la «più grande amicizia». E’ un’unione che possiede tutte le caratteristiche di una buona amicizia: ricerca del bene dell’altro, reciprocità, intimità, tenerezza, stabilità, e una somiglianza tra gli amici che si va costruendo con la vita condivisa.

Amore per sempre

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La tenerezza di un abbraccio

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13).
Frutto dell’amore sono anche la misericordia e il perdono. In questa linea -scrive papa Francesco- è molto emblematica la scena che mostra un’adultera sulla spianata del tempio di Gerusalemme, circondata dai suoi accusatori, e poi sola con Gesù che non la condanna e la invita ad una vita dignitosa.

Famiglia abbraccio

Papa Francesco poi parla anche della virtù della tenerezza. Pensiamo alla tenerezza dell’abbraccio tra la madre e il suo bambino.
E potremmo aggiungere alla tenerezza dell’abbraccio tra un uomo e una donna che si amano.