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Amatevi gli uni gli altri

Fino in fondo, fino all’ultimo respiro, fino alla fine. Gesù ci ha amato senza limiti, senza alcun calcolo. Il suo è stato un amore grande, immenso, infinito e totale. Un amore paziente, capace di attendere. Un amore davvero straordinario.

Ha vissuto la sua vita con intensità e lo ha fatto per mostrarci come vivere la nostra vita dandole senso.

Egli, ogni giorno, infatti, ci tende la mano e ci chiama per nome. Lo fa con dolcezza, con parole appena sussurrate e senza imposizione. Come sempre siamo liberi di ascoltare e accogliere o di rifiutare e respingere.

L’invito è semplicemente quello di Amare e di farlo come ha fatto Lui pronti a dare la vita per amore senza guardare ai nostri interessi personali o di categoria. L’invito Gesù lo rivolge a tutti, nessuno escludo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore

Non servi … Ma Amici

Essere amati e sentirlo dentro è come avere il fuoco che scuote la vita e le dà forza, coraggio e passione. Sentire l’amore è un dono che abbiamo il “dovere” di scoprire … Ma come? Le risposte ai nostri dubbi stanno nei fatti. Gli eventi della vita, infatti, sono le tracce che ognuno è chiamato a fiutare con lo stile del ricercatore attento capace di scoprire e trovare le risposte nei fatti concreti. Siamo chiamati, quindi, ad ascoltare il presente con le sue indicazioni concrete e a deciderci per Amare la vita come donne e uomini attivi. Vivere è agire seguendo l’ Amore abbandonando ogni passività e ogni sfiducia che nascondono il virus del male. Gesù, interviene e scuote la nostra vita. È soprattutto nei momenti difficili che Gesù si fa vivo con il suo Amore e la sua Amicizia per donarci il coraggio e la determinazione smarrita invitandoci da Amico a mettere a frutto i talenti che ci ha dato e che non riusciamo a vedere. Il tempo per agire è oggi e già domani potrebbe essere tardi.

L’amore che Lui ci dona siamo chiamati a condividerlo gli uni con gli altri e Amare significa donare la vita come ha fatto Lui.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioisia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.

Parola del Signore

Poverta’, tribolazione e saggezza

Disse ancora l’Abate Pastori: Povertà, tribolazione e saggezza: queste sono le pratiche della vita eremitica. Infatti è scritto: se si considerano questi tre uomini: Noè, Giobbe e: Daniele, Noè rappresenta coloro che non possiedono nulla, Giobbe quelli che sono nella tribolazione, Daniele coloro che sanno distinguere il bene dal male.

Se un uomo fa queste tre cose, Dio abita in lui [Ez., 14, 141.

“La saggezza del deserto”: Detti dei Padri scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolesi Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo osb-cam

Arturo Paoli: “Prima fai e poi capirai”.

L’ESPERIENZA DEL DESERTO E L’ASCOLTO DELLA VOCE INTERIORE DIVINA DEL CUORE .

PRIMA FAI L’ESPERIENZA POI CAPIRAI …… DI ARTURO PAOLI

Ricordatevi sempre che il metodo di Dio è questo : prima fai , poi capirai …
A quel punto ho scoperto la regola :
prima fai… anzi,fai e basta !
Fallo , senza interrogarti troppo , perché non riusciresti a capire .
Fallo , perché quello che stai vivendo ti sembrerà frutto di una violenza .
Fallo ,perché penserai che tutto sia organizzato da uomini
che non ti amano , dai tuoi nemici .
Fallo lo stesso , avanti , avanti ,
dopo capirai .

Sono stato spazzato via .
Una voce mi tormentava:
non sei più un educatore , macchè educatore ,
macché formatore .
Basta , basta ,
via di qua , via di qua !
Pensavi di fare del bene ,
ma forse facevi del male .
Via , via , via !

E sono andato via ,
nel deserto.
E nel deserto ho spazzato via tutto ,
mentre la voce mi rimproverava :
per parlare di Dio agli altri ,
insegnavi che Dio è Trinità ,
Che siamo fatti dell’Essenza del Padre.
Ti piacevano molto i teologi, i Credo ,
le esposizioni , le teorizzazioni.
Eri un grande maestro nell’insegnare
tutte queste belle cose. Forse le vivevi anche ,
o forse più che viverle , le vivacchiavi .
Ricordi ?
Ora nel deserto , tutto via ,
tutto spazzato via : via tutti i libri , tutti spariti ,
portati via dal vento , non è rimasto nulla ,
proprio nulla .

E quindi : il nulla ! E Dio dov’è ?
Anche Lui , questo Dio ,
spazzato via con i libri , con le teorie , con le idee.
Guardalo lassù Dio , guardalo sta volando con gli uccelli ,
in mezzo alle nuvole .
Guardalo . Anche lui è volato via ,
lontano , lontano …….

Solo allora capirai che Dio non si può amare ,
che tu non puoi amare Dio , che amare Dio vuol direttamente
lasciarsi amare da Lui , accogliere il suo amore ,
perché tu non puoi aggiungere nulla all’amore infinito.
Pensi di poter aggiungere qualcosa a questo amore infinito ?
Che cosa ?
___________

Chiamati a brillare come stelle

Più è notte, più le stelle brillano.
Una leggenda racconta che gli uomini sono fatti di polvere di stelle; dicono che l’uomo è luce e che ogni uomo ha come missione quella di riaccendere la luce di un suo simile. Dicono … questo è il tempo del fare. E allora riaccendi la luce di un tuo simile e questo mondo tornerà a splendere. Fallo presto, fallo oggi … fallo adesso.

Franca e Vincenzo osb-cam

“I saggi risplenderanno come il firmamento; i maestri di sapienza saranno come stelle del cielo” – Ant. Ben.

La liberta’ dei testimoni e la verita’ dello Spirito

La libertà ha bisogno di essere difesa e ha bisogno di testimoni. Sono questi che, spinti dal coraggio di essere uomini veri, sanno offrirsi un po’ per non chinare il capo di fronte a niente e a nessuno e un po’ per quell’insopprimibile senso di “essere” segno che da senso all’esistenza.

A nessun uomo vero si può chiedere di annullarsi in un oscuro anfratto e di perdere la propria dignità. Ogni scelta ha bisogno di partecipazione e, quindi, si può decidere qualsiasi cosa a condizione che questa scelta appartenga davvero al proprio sentire. Un sentire che per noi è conformarci ai desideri dello Spirito e al suo volere. Tutto ciò che viene dallo Spirito è la via della vera libertà che per essere dispiegata nella storia quotidiana scansa l’io umano per dare vigore, forza e Potenza all’IO SUPERIORE a quel profondo radicato in noi che ci fa uomini veri in Cristo.

Buona strada a voi e a chi è chiamato ad esercitare la propria responsabilità per offrire libertà e verità attorno a se.

Franca e Vincenzo osb-cam

Come un fiore di campo

“Come fiori di campo” …

Ti proponiamo di partecipare a quattro incontri dedicati al rispetto della nostra casa comune: la terra.

Gli incontri si terranno nella Casina dell’eremo nei quattro venerdì del mese di maggio con inizio alle ore 21.00 (il 4, l’11, il 18 e il 25 maggio).

A guidare il nostro stare insieme sarà l’amore per la terra e il rispetto della natura. Cercheremo di riflettere insieme facendoci guidare da alcuni valori:  essenzialità, sobrietà, semplicità e amore per creato.

Ti aspettiamo

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».[

Essere “pace”

Qui si ripropone l’idea che vivere secondo la legge di Dio fa restare sotto la protezione di Dio. Si ribadisce che accettare la sofferenza è una purificazione che fa crescere la fede. Si accredita l’idea che il dolore e la sof­ferenza possono avere una dimensione educativa: Dio purifica la fede dei credenti con il dolore. Ma è anche vero che non tutto il dolore, specialmente il dolore dell’in­nocente, può essere spiegato in questo modo. Il libro di Giobbe è stato scritto anche per rifiutare questa logica stringente. No, il dolore e la sofferenza, nono­stante le motivazioni senz’altro giuste addotte da Raf­faele, non possono essere visti solo come prova man­data da Dio all’uomo per renderlo migliore. Il mistero della croce resta, certamente almeno per i cristiani, l’unica risposta possibile al problema del dolore.

*Ma cosa significa fare il bene”?* Il libro di Tobia propone tre pratiche: *PREGHERA, ELEMOSINA E DIGIUNO.* 🤗💫

Franca e Vincenzo, oblati osb-cam

Tobia – Capitolo 12

[1]Quando furon terminate le feste nuziali, Tobi chiamò il figlio Tobia e gli disse: «Figlio mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad aggiungere qualcosa d’altro alla somma pattuita». [2]Gli disse Tobia: «Padre, quanto potrò dargli come salario? Anche se gli lasciassi la metà dei beni che egli ha portati con me, io non ci perderei. [3]Egli mi ha condotto sano e salvo, mi ha guarito la moglie, è andato a prendere per me il denaro e infine ha guarito te! Quanto posso ancora dargli come salario?».[4]Tobi rispose: «E’ giusto ch’egli riceva la metà di tutti i beni che ha riportati».[5]Fece dunque venire l’angelo e gli disse: «Prendi come tuo salario la metà di tutti i beni che tu hai portati e và in pace». [6]Allora Raffaele li chiamò tutti e due in disparte e disse loro: «Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non trascurate di ringraziarlo. [7]E’ bene tener nascosto il segreto del re, ma è cosa gloriosa rivelare e manifestare le opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male. [8]Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia. Meglio il poco con giustizia che la ricchezza con ingiustizia. Meglio è praticare l’elemosina che mettere da parte oro. [9]L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita. [10]Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici della propria vita. [11]Io vi voglio manifestare tutta la verità, senza nulla nascondervi: vi ho già insegnato che è bene nascondere il segreto del re, mentre è cosa gloriosa rivelare le opere di Dio. [12]Sappiate dunque che, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti. [13]Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e sei andato a curare la sepoltura di quel morto, allora io sono stato inviato per provare la tua fede, [14]ma Dio mi ha inviato nel medesimo tempo per guarire te e Sara tua nuora. [15]Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore».[16]Allora furono riempiti di terrore tutti e due; si prostrarono con la faccia a terra ed ebbero una grande paura. [17]Ma l’angelo disse loro: «Non temete; la pace sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli. [18]Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per la volontà di Dio: lui dovete benedire sempre, a lui cantate inni. [19]A voi sembrava di vedermi mangiare, ma io non mangiavo nulla: ciò che vedevate era solo apparenza. [20]Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute». E salì in alto. [21]Essi si rialzarono, ma non poterono più vederlo. [22]Allora andavano benedicendo e celebrando Dio e lo ringraziavano per queste grandi opere, perché era loro apparso l’angelo di Dio.

Nelle parole di Azaria/Raffaele colpisce l’affer­mazione: “

Fate il bene, e il male non vi colpirà”

 

 

Nell’amore degli sposi c’e’ Dio

Tutto inizia con un rito capace di scacciare il male, un rito di rifiuto del male e che allontanerà ogni tentazione di fare del male. Questo rito è seguito dalla preghiera che qui appare come l’incipit della grande liturgia della creazione che la coppia si accinge a celebrare e che si concluderà con l’atto capace di unire corpo ed anima nel vero trionfo dell’amore. Questo episodio del racconto del Libro di Tobia ci consente di leggere la vita di coppia in Cristo come l’apoteosi del progetto di Dio, progetto nel quale il dono del creatore trova la sua sintesi più espressiva. La vita della coppia in Cristo è davvero il massimo che l’uomo e la donna uniti possono rappresentare per mostrare al mondo Dio. La coppia unita, è l’espressione più autentica di Dio nel mondo e il loro amore reciproco la massima possibilità concessa su questa terra per testimoniare la verità di Dio. La loro vita d’amore, fatta di preghiera, accoglienza e Parola è, quindi il massimo che ci è dato da vivere per mostrare la nostra fede. Ogni coppia, perciò, sia consapevole della responsabilità che le è stata affidata; respinga il male e chieda a Dio la Grazia di poter vivere la loro unione da testimoni del Risorto. Quando la coppia è unita, quando tra loro ci si riconosce dono l’uno per l’altro, quando l’amore è espressione visibile del loro camminare insieme allora la santità è, di fatto, realtà visibile, vangelo vissuto, esperienza di comunione che nessun male potrà scalfire, nessuna iniziativa esterna potrà turbare e nessuna esclusione e/o emarginazione potrà trovare spazio per rovinare la santa festa della loro unione … la coppia resterà solida e anzi avrà l’opportunità vera di mostrare la grandezza di Dio e la meschinità e cattiveria degli uomini malvagi che saranno presto incatenati dall’arcangelo Raffaele nel deserto dove per loro ci sarà solo pianto, rimorso e dolore profondo e senza fine. 🌻💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Tobia –  Capitolo 8

[1] Quando ebbero finito di mangiare e di bere, decisero di andare a dormire. Accompagnarono il giovane e lo introdussero nella camera da letto.

[2] Tobia allora si ricordò delle parole di Raffaele: prese dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li pose sulla brace dell’incenso.

[3] L’odore del pesce respinse il demonio, che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò e lo mise in ceppi.

[4] Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera. Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza».

[5] Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli!

[6] Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui.

[7] Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d’intenzione. Dègnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia».

[8] E dissero insieme: «Amen, amen!».

[9] Poi dormirono per tutta la notte.

Il fuoco che divora e’ dentro il cuore

Mosè è il pastore che guida il gregge, un popolo che non gli appartiene, perché è Dio il vero pastore. Un Pastore che è un fuoco che divora. Mosè vede questo Fuoco ardere in mezzo ad un roveto. È un Fuoco divorante quello che avvolge il roveto offrendo un segno all’irruzione di Dio nella vita di Mosè  e anche nelle nostre vite.

È un roveto di spine, però, che è  il più umile degli alberi e come Israele è il più umile dei popoli. Quel roveto è Dio che soffre per il suo popolo, ed è, ugualmente, Gesù che arde d’amore per il suo popolo.

È un fuoco che divora dentro il cuore di Mosè; un fuoco che brucia e non si può contenere come quello che arde nel cuore di tante donne e di tanti uomini di fede.

E noi, nei nostri cuori, sentiamo ardere lo stesso  fuoco inestinguibile ed inebriante dell’amore?

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 3, 1-5

1 Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». 5Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». 6E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.