Tutto inizia con un rito capace di scacciare il male, un rito di rifiuto del male e che allontanerà ogni tentazione di fare del male. Questo rito è seguito dalla preghiera che qui appare come l’incipit della grande liturgia della creazione che la coppia si accinge a celebrare e che si concluderà con l’atto capace di unire corpo ed anima nel vero trionfo dell’amore. Questo episodio del racconto del Libro di Tobia ci consente di leggere la vita di coppia in Cristo come l’apoteosi del progetto di Dio, progetto nel quale il dono del creatore trova la sua sintesi più espressiva. La vita della coppia in Cristo è davvero il massimo che l’uomo e la donna uniti possono rappresentare per mostrare al mondo Dio. La coppia unita, è l’espressione più autentica di Dio nel mondo e il loro amore reciproco la massima possibilità concessa su questa terra per testimoniare la verità di Dio. La loro vita d’amore, fatta di preghiera, accoglienza e Parola è, quindi il massimo che ci è dato da vivere per mostrare la nostra fede. Ogni coppia, perciò, sia consapevole della responsabilità che le è stata affidata; respinga il male e chieda a Dio la Grazia di poter vivere la loro unione da testimoni del Risorto. Quando la coppia è unita, quando tra loro ci si riconosce dono l’uno per l’altro, quando l’amore è espressione visibile del loro camminare insieme allora la santità è, di fatto, realtà visibile, vangelo vissuto, esperienza di comunione che nessun male potrà scalfire, nessuna iniziativa esterna potrà turbare e nessuna esclusione e/o emarginazione potrà trovare spazio per rovinare la santa festa della loro unione … la coppia resterà solida e anzi avrà l’opportunità vera di mostrare la grandezza di Dio e la meschinità e cattiveria degli uomini malvagi che saranno presto incatenati dall’arcangelo Raffaele nel deserto dove per loro ci sarà solo pianto, rimorso e dolore profondo e senza fine. 🌻💫
Franca e Vincenzo oblati osb-cam
Tobia – Capitolo 8
[1] Quando ebbero finito di mangiare e di bere, decisero di andare a dormire. Accompagnarono il giovane e lo introdussero nella camera da letto.
[2] Tobia allora si ricordò delle parole di Raffaele: prese dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li pose sulla brace dell’incenso.
[3] L’odore del pesce respinse il demonio, che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò e lo mise in ceppi.
[4] Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera. Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza».
[5] Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli!
[6] Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui.
[7] Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d’intenzione. Dègnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia».
[8] E dissero insieme: «Amen, amen!».
[9] Poi dormirono per tutta la notte.