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Se ne va nel vento

Ancora un’alba, ancora il tepore di un raggio di sole, ancora una giornata per sperare …  ancora un tempo per dare senso alla vita. Facile a dire ma poi, come si fa?

Stamattina San Paolo ci da un’indicazione … Eccola: “Offrire voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia”. 

Cosa vorrà mai dirci? Semplicemente che per dare senso alla vita dobbiamo puntare con decisione ad “Offrire noi stessi”. Cioè? Il segreto sta nello stile con il quale viviamo  il lavoro, le relazioni, la cura, l’affetto, l’essere giovani, l’essere vecchi, lo stare bene e lo stare male… tutto diventa “altare” su cui celebrare la salvezza (luogo nel quale realizziamo la nostra vita).

Siamo liberi da riti,  formule, impegno di denaro, fatti esterni, offerte materiali … per dare senso alla vita dobbiamo dare cuore al nostro corpo, alle nostre parole, ai nostri gesti le uniche cose sulle quali gli altri e Dio ci riconosceranno.

Questa mattina, perciò riflettiamo con il testo di una bellissima canzone di Bob Dylan “blowin’in the wind”

Franca e Vincenzo osb-cam

https://youtu.be/3l4nVByCL44

Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Zia Mariuccia e le castagne della Rocca

In un bosco di castagno che avvolge un vulcano dormiente trovi un antico borgo dove c’è una strana scuola con una sola “maestra” di nome zia Mariuccia.

Zia Mariuccia ha un vestito nero, uno scialle di pizzo bianco, il fazzoletto nero in testa e tanta, ma tanta voglia di raccontare il suo “amore” per la sua terra e più ancora per la castagna.
Se vuoi vederla, parlarci e ascoltare le sue “lezioni d’amore” per la castagna la trovi a Roccamonfina una cittadina da fiaba che sorge in mezzo ad un bosco di castagno.
Minuta nel fisico, zia Mariuccia, ti accoglie nella sua scuola con fare gentile e simpatico. Ti mette a tuo agio e poi ti scruta con curiosità. Ha uno stile accattivante, una mimica attraente e le sue parole catturano anche i distratti (come Vincenzo) che dopo qualche incertezza ne resta ammaliato.
Zia Mariuccia, al secolo Anna Izzo, poeta, giornalista,  ma anche appassionata innamorata della sua terra e ancora di più della castagna attira gli “studenti” adulti o bambini che siano per trasmettere l’amore per la castagna.
Con ironia ma anche con grande maestria e competenza ne illustra le varietà, la bontà, le caratteristiche e cosi facendo la mette al centro di storie e leggende.
La castagna è per davvero la sua passione più intensa e più coinvolgente e finisce per farla amare a chiunque ha la gioia di ascoltare le sue lezioni d’amore.
Grande zia Mariuccia. Da oggi in poi ogni volta che ci metteremo a sedere sul terrazzo dell’eremo e guarderemo la montagna di Roccamonfina Zia Mariuccia riemergera’ dalla memoria come un fiore profumato per ricordarci di lei e ritroveremo il desiderio di accoglierla qui, magari in una serata d’inverno, mentre nel caminetto dell’eremo  il ciocco di legno, con la sua brace, ci aiuterà a preparare le caldarroste da gustare con un bicchiere di vino.
È stato bello averti incontrato Zia Mariuccia e ti aspettiamo davvero all’eremo di famiglia insieme agli amici per vivere una bella serata di fraternità.

Franca e Vincenzo osb-cam

Ma perché abbiamo raccontato questa storia apparentemente semplice e banale? Perché dietro vi è l’amore per la terra, la passione per la vita, il desiderio della semplicità … perché dietro il fare di Zia Mariuccia vi è tutto “quel mondo” che questo tempo sembrerebbe voler dimenticare e la cui memoria, invece, è necessaria ed indispensabile per continuare ad essere donne e uomini liberi e appassionati amanti del creato. Un creato che siamo stati chiamati a custodite e che, di fatto, stiamo distruggendo. Zia Mariuccia con questa sua splendida iniziativa tenta di compiere una grande, forte e potente  azione di contrasto alle multinazionali e ai potenti che stanno provando a omologare la vita sulla terra sulla base della loro convenienza e cioè di un unico governo mondiale. Ma finché ci saranno delle zie Mariuccia non vinceranno. Grazie di esserci Zia Mariuccia.

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Ed eccoci con alcuni Amici dell’eremo insieme a Zia Mariuccia

 

“Intanto incominciamo fratelli”

“Fratelli” ci ha chiamati “fratelli” il nostro nuovo arcivescovo … Sono state queste alcune delle prime parole che ha pronunciato ieri pomeriggio a Gaeta nella Cattedrale appena dopo la presa di possesso …

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La faccia buona di chi ti accoglie con un sorriso che ti tocca il cuore, i gesti semplici di un Padre che ti vuole bene, le parole che sorgono dalla Parola e indicano la via da seguire, lo sguardo che esprime fin da subito una chiamata a seguire Gesù, … queste le nostre primissime sensazioni di fronte al nostro nuovo arcivescovo, un uomo di Dio donato alla nostra diocesi. Pregare con la Parola per vivere nell’oggi  la gioia e la speranza e poi, quel suggerimento che il vangelo di oggi ci propone con delicatezza e forza: chinarsi sulle ferite dell’uomo, fasciare le ferite con l’olio della compassione e il vino della gioia, prendersene cura caricandoselo sulle spalle, portarlo in salvo e trascorre con lui la notte fino alla nuova alba; pagare le spese con il proprio e promettere di farlo ancora se servirà.

È cosi che stiamo leggendo il programma che mons. Vari sembra aver proposto o delineato per la diocesi. Prossimità, dono, gratuità, vita semplice, relazioni umane profonde, …

Stiamo vivendo un tempo davvero nuovo … Gioia e speranza …