Il grande silenzio

Dal fallimento del venerdì santo al vuoto del sabato santo; dalla delusione alla paura; dalla morte all’assenza. Il sabato fa trionfare il silenzio. Le parole non hanno voce, la Parola resta muta, l’incertezza trova casa. … L’unica cosa che resta è la possibilità di fidarsi e affidarsi: la fede.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Oggi vi proponiamo una meditazione di Joseph Ratzinger. 

Con sempre maggior insistenza si sente parlare nel nostro tempo della morte di Dio. Per la prima volta, in Jean Paul, si tratta solo di un sogno da incubo: Gesù morto annuncia ai morti, dal tetto del mondo, che nel suo viaggio nell’aldilà non ha trovato nulla, né cielo, né Dio misericordioso, ma solo il nulla infinito, il silenzio del vuoto spalancato. Si tratta ancora di un sogno orribile che viene messo da parte, gemendo nel risveglio, come un sogno appunto, anche se non si riuscirà mai a cancellare l’angoscia subita, che stava sempre in agguato, cupa, nel fondo dell’anima. Un secolo dopo, in Nietzsche, è una serietà mortale che si esprime in un grido stridulo di terrore: «Dio è morto! Dio rimane morto! E noi lo abbiamo ucciso!». Cinquant’anni dopo, se ne parla con distacco accademico e ci si prepara a una “teologia dopo la morte di Dio”, ci si guarda intorno per vedere come poter continuare e si incoraggiano gli uomini a prepararsi a prendere il posto di Dio. Il mistero terribile del Sabato santo, il suo abisso di silenzio, ha acquistato quindi nel nostro tempo una realtà schiacciante. Giacché questo è il Sabato santo: giorno del nascondimento di Dio, giorno di quel paradosso inaudito che noi esprimiamo nel Credo con le parole «disceso agli inferi», disceso dentro il mistero della morte. Il Venerdì santo potevamo ancora guardare il trafitto. Il Sabato santo è vuoto, la pesante pietra del sepolcro nuovo copre il defunto, tutto è passato, la fede sembra essere definitivamente smascherata come fanatismo. Nessun Dio ha salvato questo Gesù che si atteggiava a Figlio suo. Si può essere tranquilli: i prudenti che prima avevano un po’ titubato nel loro intimo se forse potesse essere diverso, hanno avuto invece ragione. 
Sabato santo: giorno della sepoltura di Dio; non è questo in maniera impressionante il nostro giorno? Non comincia il nostro secolo a essere un grande Sabato santo, giorno dell’assenza di Dio, nel quale anche i discepoli hanno un vuoto agghiacciante nel cuore che si allarga sempre di più, e per questo motivo si preparano pieni di vergogna e angoscia al ritorno a casa e si avviano cupi e distrutti nella loro disperazione verso Emmaus, non accorgendosi affatto che colui che era creduto morto è in mezzo a loro? 
Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso: ci siamo propriamente accorti che questa frase è presa quasi alla lettera dalla tradizione cristiana e che noi spesso nelle nostre viae crucis abbiamo ripetuto qualcosa di simile senza accorgerci della gravità tremenda di quanto dicevamo? Noi lo abbiamo ucciso, rinchiudendolo nel guscio stantio dei pensieri abitudinari, esiliandolo in una forma di pietà senza contenuto di realtà e perduta nel giro di frasi fatte o di preziosità archeologiche; noi lo abbiamo ucciso attraverso l’ambiguità della nostra vita che ha steso un velo di oscurità anche su di lui: infatti che cosa avrebbe potuto rendere più problematico in questo mondo Dio se non la problematicità della fede e dell’amore dei suoi credenti? 
L’oscurità divina di questo giorno, di questo secolo che diventa in misura sempre maggiore un Sabato santo, parla alla nostra coscienza. Anche noi abbiamo a che fare con essa. Ma nonostante tutto essa ha in sé qualcosa di consolante. La morte di Dio in Gesù Cristo è nello stesso tempo espressione della sua radicale solidarietà con noi. Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più chiaro di una speranza che non ha confini. E ancora una cosa: solo attraverso il fallimento del Venerdì santo, solo attraverso il silenzio di morte del Sabato santo, i discepoli poterono essere portati alla comprensione di ciò che era veramente Gesù e di ciò che il suo messaggio stava a significare in realtà. Dio doveva morire per essi perché potesse realmente vivere in essi. L’immagine che si erano formata di Dio, nella quale avevano tentato di costringerlo, doveva essere distrutta perché essi attraverso le macerie della casa diroccata potessero vedere il cielo, lui stesso, che rimane sempre l’infinitamente più grande. Noi abbiamo bisogno del silenzio di Dio per sperimentare nuovamente l’abisso della sua grandezza e l’abisso del nostro nulla che verrebbe a spalancarsi se non ci fosse lui. 
C’è una scena nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato santo e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico. Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare. Il profeta Elia aveva una volta irriso i preti di Baal, che inutilmente invocavano a gran voce il loro dio perché volesse far discendere il fuoco sul sacrificio, esortandoli a gridare più forte, caso mai il loro dio stesse a dormire. Ma Dio non dorme realmente? Lo scherno del profeta non tocca alla fin fine anche i credenti del Dio di Israele che viaggiano con lui in una barca che sta per affondare? Dio sta a dormire mentre le sue cose stanno per affondare, non è questa l’esperienza della nostra vita? La Chiesa, la fe­de, non assomigliano a una piccola barca che sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio è assente? I discepoli gridano nella disperazione estrema e scuotono il Signore per svegliarlo, ma egli si mostra meravigliato e rimprovera la loro poca fede. Ma è diversamente per noi? Quando la tempesta sarà passata, ci accorgeremo di quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore, non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi, e gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in eterno l’oscurità del Sabato santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui nostri giorni, accompàgnati a noi quando ci avviamo disperati verso Emmaus perché il nostro cuore possa accendersi alla tua vicinanza. Tu che hai guidato in maniera nascosta le vie di Israele per essere finalmente uomo con gli uomini, non ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda nel gran sciupio di parole di questi tempi. Signore, dacci il tuo aiuto, perché senza di te affonderemo. 
Amen.  Joseph Ratzinger

Rivestiti dell’esempio del Figlio

L’inizio della Chiesa è fatto di ricchi paramenti. Solo dopo si scoprirà che la sostanza è Cristo e Cristo indossò gli abiti del sacrificio e riempì la sua vita dei doni dello Spirito Santo. Le sue perle sono incise nel palmo delle mani, nel costato trafitto e nei lividi provocato dal peso della croce portata con dignità. Questi sono i “vestiti” che siamo, tutti, chiamati ad “indossare”.
Allo stesso modo il tabernacolo è il simbolo di ogni vero cristiano. Nel cuore di ogni vero seguace di Gesù dimora il Padre, che è l’oggetto del culto e l’autore dei benefici. Il tabernacolo rappresentava la chiesa del Redentore. Il più umile e i più potenti sono allo stesso modo cari all’amore del Padre, che gratuitamente da per mezzo della fede in Cristo. Il tabernacolo era un emblema del tempio divino. Come sarà, allora, lo splendore del suo aspetto, quando la nube sarà tolta e i suoi fedeli lo vedranno così come Egli è! 🌻

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 39

1 Con porpora viola e porpora rossa, con scarlatto e bisso fece le vesti liturgiche per officiare nel santuario. Fecero le vesti sacre di Aronne, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
2 Fecero l’efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. 3 Fecero placche d’oro battuto e le tagliarono in striscie sottili, per intrecciarle con la porpora viola, la porpora rossa, lo scarlatto e il bisso, lavoro d’artista. 4 Fecero all’efod due spalline, che vennero attaccate alle sue due estremità; così ne risultò un pezzo tutto unito. 5 La cintura, che lo teneva legato e che stava sopra di esso, era della stessa fattura ed era di un sol pezzo: era intessuta d’oro, di porpora viola e porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
6 Lavorarono le pietre di ònice, inserite in castoni d’oro, incise con i nomi degli Israeliti, secondo l’arte d’incidere i sigilli. 7 Fissarono le due pietre sulle spalline dell’efod, come pietre a ricordo degli Israeliti, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
8 Fecero il pettorale, lavoro d’artista, come l’efod: con oro, porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. 9 Era quadrato e lo fecero doppio; aveva una spanna di lunghezza e una spanna di larghezza. 10 Lo coprirono con una incastonatura di pietre preziose, disposte in quattro file di pietre. Una fila: una cornalina, un topazio e uno smeraldo, così la prima fila. 11 La seconda fila: un turchese, uno zaffìro e un berillo. 12 La terza fila: un giacinto, un’àgata e una ametista. 13 La quarta fila: un crisòlito, un ònice e un diaspro. Erano inserite nell’oro mediante i loro castoni. 14 Le pietre corrispondevano ai nomi degli Israeliti: dodici, secondo i loro nomi ed erano incise come i sigilli, ciascuna con il nome corrispondente, secondo le dodici tribù. 15 Fecero sul pettorale catene in forma di cordoni, lavoro d’intreccio d’oro puro. 16 Fecero due castoni d’oro e due anelli d’oro e misero i due anelli alle due estremità del pettorale. 17 Misero le due catene d’oro sui due anelli alle due estremità del pettorale. 18 Quanto alle due altre estremità delle catene, le fissarono sui due castoni e le fecero passare sulle spalline dell’efod, nella parte anteriore. 19 Fecero due altri anelli d’oro e li collocarono alle due estremità del pettorale sull’orlo che era dalla parte dell’efod, verso l’interno. 20 Fecero due altri anelli d’oro e li posero sulle due spalline dell’efod in basso, sul suo lato anteriore, in vicinanza del punto di attacco, al di sopra della cintura dell’efod. 21 Poi legarono il pettorale con i suoi anelli agli anelli dell’efod mediante un cordone di porpora viola, perché stesse al di sopra della cintura dell’efod e perché il pettorale non si distaccasse dall’efod, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
22 Fece il manto dell’efod, lavoro di tessitore, tutto di porpora viola; 23 la scollatura del manto, in mezzo, era come la scollatura di una corazza: intorno aveva un bordo, perché non si lacerasse. 24 Fecero sul lembo del manto melagrane di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. 25 Fecero sonagli d’oro puro e collocarono i sonagli in mezzo alle melagrane, intorno all’orlo del manto: 26 un sonaglio e una melagrana, un sonaglio e una melagrana lungo tutto il giro del lembo del manto, per l’esercizio del ministero, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
27 Fecero le tuniche di bisso, lavoro di tessitore, per Aronne e per i suoi figli; 28 il turbante di bisso, gli ornamenti dei berretti di bisso e i calzoni di lino di bisso ritorto; 29 la cintura di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, lavoro di ricamatore, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
30 Fecero la lamina, il diadema sacro d’oro puro, e vi scrissero sopra a caratteri incisi come un sigillo: «Sacro al Signore». 31 Vi fissarono un cordone di porpora viola per porre il diadema sopra il turbante, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
32 Così fu finito tutto il lavoro della Dimora, della tenda del convegno. Gli Israeliti eseguirono ogni cosa come il Signore aveva ordinato a Mosè: così essi fecero.
33 Portarono dunque a Mosè la Dimora, la tenda e tutti i suoi accessori: le sue fibbie, le sue assi, le sue traverse, le sue colonne e le sue basi, 34 la copertura di pelli di montone tinte di rosso, la copertura di pelli di tasso e il velo per far da cortina, 35 l’arca della Testimonianza con le sue stanghe e il coperchio, 36 la tavola con tutti i suoi accessori e i pani dell’offerta, 37 il candelabro d’oro puro con le sue lampade, le lampade cioè che dovevano essere collocate sopra di esso, con tutti i suoi accessori, e l’olio per l’illuminazione, 38 l’altare d’oro, l’olio dell’unzione, il profumo aromatico da bruciare e la cortina per l’ingresso della tenda. 39 L’altare di rame con la sua graticola di rame, le sue stanghe e tutti i suoi accessori, la conca e il suo piedestallo, 40 i tendaggi del recinto, le sue colonne, le sue basi e la cortina per la porta del recinto, le sue corde, i suoi picchetti e tutti gli arredi del servizio della Dimora, per la tenda del convegno, 41 le vesti liturgiche per officiare nel santuario, le vesti sacre del sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per l’esercizio del sacerdozio. 42 Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, gli Israeliti avevano eseguito ogni lavoro. 43 Mosè vide tutta l’opera e riscontrò che l’avevano eseguita come il Signore aveva ordinato. Allora Mosè li benedisse.

Oltre le chiacchiere

Certe volte …
capita di incontrare persone capaci di esprimere narrazioni che la loro stessa vita contraddice in maniera plateale;
capita di ascoltare parole di speranza da soggetti che, di fatto, le negano con le loro scelte concrete;
capita di vedere atteggiamenti buonisti che però celano intenzioni capaci di lacerare la vita di altre persone.
È così che questi “attori di periferia” trasformano la loro vita in una commedia e rendono la vita degli altri una tragedia.
Invocano stili di vita che non vivono;
raccontano verità di comodo e mostrano esistenze di facciata.
Tutto ciò dimostra come in alcuni casi la vita è, davvero, una commedia/tragica; la scena di un teatro sul quale si consuma una esistenza davvero vuota … una vita da commiserare.
E, così, i “falsi miti” diventano illusioni e la commedia della vita si fa tragedia. Il gioco di questi “attori di periferia”, infatti, spesso potrebbe anche riuscire a spegnere i sogni degli innocenti e questo è il peggiore male che si può fare. Se dovesse capitare di incontrare, ascoltare e vedere questi personaggi e farne esperienza, imparata la lezione, occorre allontanarsi in fretta e cercare di guardare, con distacco, quelle persone provando a camminare su altre strade. Di qui allungare lo sguardo sull’orizzonte e continuare a spingere i propri passi verso mete sicure e approdi di bellezza dove i sensi sono esaltati dalle piccole cose e un semplice ciuffo d’erba, che custodisce una sola margherita, è visto come una casa sicura; dove il creato viene letto come espressione autentica della potenza di Dio; dove la vita viene vissuta con arte e sapienza antica; dove si vive attingendo da fonti che non periscono e che offrono speranze di futuro davvero belle. Buona vita a tutti.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

La precisione degli artigiani

La precisione degli artigiani dovrebbe essere da noi preso a esempio e cercare le influenze dello Spirito Santo affinché possiamo rallegrare in e glorificare Dio sia in questo mondo che alla fine per l’eternità. 🤗💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Carissimi e insieme alla buonanotte vi consegno il capitolo 37 dell’Esodo per la lectio di domani…
Ricerca nel sito:

Esodo 37

L’arca del patto
Es 25:10-22; Eb 9:3-5; Nu 10:33-36
1 Poi Besaleel fece l’arca di legno d’acacia; la sua lunghezza era di due cubiti e mezzo, la sua larghezza era di un cubito e mezzo e la sua altezza di un cubito e mezzo. 2 La rivestì d’oro puro di dentro e di fuori, e le fece una ghirlanda d’oro che le girava intorno. 3 Fuse per essa quattro anelli d’oro, che mise ai suoi quattro piedi: due anelli da un lato e due anelli dall’altro lato. 4 Fece anche delle stanghe di legno d’acacia, e le rivestì d’oro. 5 Fece passare le stanghe per gli anelli ai lati dell’arca, per portare l’arca. 6 Fece anche un propiziatorio d’oro puro; la sua lunghezza era di due cubiti e mezzo, e la sua larghezza di un cubito e mezzo. 7 Fece due cherubini d’oro; li fece lavorati al martello, alle due estremità del propiziatorio: 8 un cherubino a una delle estremità e un cherubino all’altra; fece in modo che questi cherubini uscissero dal propiziatorio alle due estremità. 9 I cherubini avevano le ali spiegate in alto, in modo da coprire il propiziatorio con le ali; avevano la faccia rivolta l’uno verso l’altro; le facce dei cherubini erano rivolte verso il propiziatorio.

La tavola dei pani della presentazione
Es 25:23-30; Le 24:5-9
10 Fece anche la tavola di legno d’acacia; la sua lunghezza era di due cubiti, la sua larghezza di un cubito e la sua altezza di un cubito e mezzo. 11 La rivestì d’oro puro e le fece una ghirlanda d’oro che le girava intorno. 12 Le fece intorno una cornice alta quattro dita; a questa cornice fece tutto intorno una ghirlanda d’oro. 13 Fuse per essa quattro anelli d’oro e mise gli anelli ai quattro angoli, ai quattro piedi della tavola. 14 Gli anelli erano vicinissimi alla cornice per farvi passare le stanghe destinate a portare la tavola. 15 Fece le stanghe di legno d’acacia, e le rivestì d’oro; esse dovevano servire a portare la tavola. 16 Fece anche, d’oro puro, gli utensili da mettere sulla tavola: i suoi piatti, le sue coppe, le sue tazze e i suoi calici da servire per le libazioni.

Il candelabro d’oro
Es 25:31-40 (Za 4; Ap 1:12-20; 11:4-5)
17 Fece anche il candelabro d’oro puro; fece il candelabro lavorato al martello, con il suo piede e il suo tronco; i suoi calici, i suoi pomi e i suoi fiori erano tutti d’un pezzo con il candelabro. 18 Gli uscivano sei bracci dai lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro; 19 su uno dei bracci vi erano tre calici a forma di mandorla, con un pomo e un fiore; sull’altro braccio, tre calici a forma di mandorla, con un pomo e un fiore. Lo stesso per i sei bracci uscenti dal candelabro. 20 Nel tronco del candelabro vi erano quattro calici a forma di mandorla, con i loro pomi e i loro fiori. 21 Vi era un pomo sotto i due primi bracci che partivano dal candelabro; un pomo sotto i due seguenti bracci che partivano dal candelabro, e un pomo sotto i due ultimi bracci che partivano dal candelabro; così per i sei rami uscenti dal candelabro. 22 Questi pomi e questi bracci erano tutti d’un pezzo con il candelabro; il tutto era d’oro puro lavorato al martello. 23 Fece pure le sue lampade, in numero di sette, i suoi smoccolatoi e i suoi portasmoccolature d’oro puro. 24 Per fare il candelabro con tutti i suoi utensili impiegò un talento d’oro puro.

L’altare dei profumi
Es 30:1-10, 22-38; Ap 8:3-4
25 Poi fece l’altare dei profumi, di legno d’acacia; la sua lunghezza era di un cubito e la sua larghezza di un cubito; era quadrato e aveva un’altezza di due cubiti; i suoi corni erano tutti d’un pezzo con esso. 26 Lo rivestì d’oro puro: il disopra, i suoi lati tutto intorno, i suoi corni; e gli fece una ghirlanda d’oro intorno. 27 Gli fece pure due anelli d’oro, sotto la ghirlanda, ai suoi due lati; li mise ai suoi due lati per passarvi le stanghe che servivano a portarlo. 28 Fece le stanghe di legno d’acacia e le rivestì d’oro.
29 Poi fece l’olio santo per l’unzione e l’incenso aromatico, puro, secondo l’arte del profumiere.

La dignita’ degli scartati

“Nessuno può essere scartato, perché tutti siamo vulnerabili. Ognuno di noi è un tesoro che Dio fa crescere a modo suo”.
Papà Francesco

Eppure tante donne e tanti uomini a tutti i livelli e in tutti gli ambienti sono “scartati”. I potenti di turno animati da preconcetti e, forse proprio per questo, “abusano” della loro posizione per schiacciare e dominare, per escludere e scartare; distribuiscono “patenti di buona condotta” solo ad amici, agli amici degli amici e ai servi sciocchi. Di fronte a questo stile non si può e non si deve chinare il capo. Occorre dignità e continuare ad ESSERE senza preoccuparsi di apparire; occorre ESSERE senza cedere al desiderio di farsi spazio con la forza; occorre ESSERE con semplicità e intelligenza. Il resto, tutto il resto, non interessa. Buona strada a noi e a tutti.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Il vitello d’oro

Impazienti,
cerchiamo certezze,
abbandoniamo con facilità tutto quanto non ci da vantaggi immediati pronti a rinnegare tutto anche Dio.

Al suo posto ci costruiamo idoli,
e a loro offriamo “sacrifici” con la speranza di ottenere vantaggi personali.

Qual’è o quali sono i nostri “idoli”, …
il nostro VITELLO D’ORO?

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 32

Il vitello d’oro
(Sl 106:19-22; At 7:39-41) 1R 12:26-33
1 Il popolo vide che Mosè tardava a scendere dal monte; allora si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: «Facci un dio che vada davanti a noi; poiché quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che fine abbia fatto». 2 E Aaronne rispose loro: «Staccate gli anelli d’oro che sono agli orecchi delle vostre mogli, dei vostri figli e delle vostre figlie, e portatemeli». 3 E tutto il popolo si staccò dagli orecchi gli anelli d’oro e li portò ad Aaronne. 4 Egli li prese dalle loro mani e, dopo aver cesellato lo stampo, ne fece un vitello di metallo fuso. E quelli dissero: «O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto!» 5 Quando Aaronne vide questo, costruì un altare davanti al vitello ed esclamò: «Domani sarà festa in onore del SIGNORE!» 6 L’indomani, si alzarono di buon’ora, offrirono olocausti e portarono dei sacrifici di ringraziamento; il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi.

(De 9:8-14, 25-29; Sl 106:23) Nu 14:11-20
7 Il SIGNORE disse a Mosè: «Va’, scendi; perché il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d’Egitto, si è corrotto; 8 si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si sono fatti un vitello di metallo fuso, l’hanno adorato, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto”». 9 Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Ho considerato bene questo popolo; ecco, è un popolo dal collo duro. 10 Dunque, lascia che la mia ira s’infiammi contro di loro e che io li consumi, ma di te io farò una grande nazione».
11 Allora Mosè supplicò il SIGNORE, il suo Dio, e disse: «Perché, o SIGNORE, la tua ira s’infiammerebbe contro il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande potenza e con mano forte? 12 Perché gli Egiziani direbbero: “Egli li ha fatti uscire per far loro del male, per ucciderli tra le montagne e per sterminarli dalla faccia della terra!” Calma l’ardore della tua ira e pèntiti del male di cui minacci il tuo popolo. 13 Ricòrdati di Abraamo, d’Isacco e d’Israele, tuoi servi, ai quali giurasti per te stesso, dicendo loro: “Io moltiplicherò la vostra discendenza come le stelle del cielo; darò alla vostra discendenza tutto questo paese di cui vi ho parlato ed essa lo possederà per sempre”».
14 E il SIGNORE si pentì del male che aveva detto di fare al suo popolo.

De 9:15-17, 20-21
15 Allora Mosè si voltò e scese dal monte con le due tavole della testimonianza nelle mani: tavole scritte da una parte e dall’altra. 16 Le tavole erano opera di Dio e la scrittura era scrittura di Dio incisa sulle tavole. 17 Or Giosuè, udendo il clamore del popolo che gridava, disse a Mosè: «Si ode un fragore di battaglia nell’accampamento». 18 Mosè rispose: «Questo non è grido di vittoria, né grido di vinti; il clamore che io odo è di gente che canta». 19 Quando fu vicino all’accampamento, vide il vitello e le danze; e l’ira di Mosè s’infiammò ed egli gettò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi del monte. 20 Poi prese il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò col fuoco, lo ridusse in polvere, sparse la polvere sull’acqua e la fece bere ai figli d’Israele.
21 Mosè disse ad Aaronne: «Che ti ha fatto questo popolo, che gli hai attirato addosso un così grande peccato?» 22 Aaronne rispose: «L’ira del mio signore non s’infiammi; tu conosci questo popolo e sai che è incline al male. 23 Essi mi hanno detto: “Facci un dio che vada davanti a noi; poiché quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che fine abbia fatto”. 24 Io ho detto loro: “Chi ha dell’oro se lo levi di dosso!” Essi me l’hanno dato; io l’ho buttato nel fuoco e ne è venuto fuori questo vitello».

Nu 25; De 33:8-11
25 Quando Mosè vide che il popolo era senza freno e che Aaronne lo aveva lasciato sfrenarsi esponendolo all’obbrobrio dei suoi nemici, 26 si fermò all’ingresso dell’accampamento, e disse: «Chiunque è per il SIGNORE, venga a me!» E tutti i figli di Levi si radunarono presso di lui. 27 Ed egli disse loro: «Così dice il SIGNORE, il Dio d’Israele: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino!”» 28 I figli di Levi eseguirono l’ordine di Mosè, e in quel giorno caddero circa tremila uomini. 29 Poi Mosè disse: «Consacratevi oggi al SIGNORE, ciascuno a prezzo del proprio figlio e del proprio fratello, e il SIGNORE vi conceda oggi una benedizione».

De 9:18-20, 25-29; Gm 5:16; Sl 99:6, 8
30 L’indomani Mosè disse al popolo: «Voi avete commesso un grande peccato; ma ora io salirò dal SIGNORE; forse otterrò che il vostro peccato vi sia perdonato». 31 Mosè dunque tornò al SIGNORE e disse: «Ahimè, questo popolo ha commesso un grande peccato e si è fatto un dio d’oro; 32 nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto!» 33 Il SIGNORE rispose a Mosè: «Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro! 34 Ora va’, conduci il popolo dove ti ho detto. Ecco, il mio angelo andrà davanti a te; ma nel giorno che verrò a punire, io li punirò del loro peccato».
35 E il SIGNORE colpì il popolo, perché esso era l’autore del vitello che Aaronne aveva fatto.

Il “cuore” casa della Parola

_La Parola si è fatta visibile,
incisa su pietra,
con il dito di Dio
scava segni che traccia percorsi …
percorsi che guidano.

Quella Parola,
scritta su tavole di pietra
ora chiede accoglienza
e desidera trovare casa nei cuori.

Mappe che orientano,
strade per cammini di rinascita,
guide sicure verso il tesoro.

Buon cammino_ 🤗

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 31

Gli artefici incaricati di fare gli oggetti per il culto
Es 35:30-36:3 (Ef 4:11-12; 1Co 12:7)
1 Il SIGNORE parlò ancora a Mosè, dicendo: 2 «Vedi, io ho chiamato per nome Besaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda; 3 l’ho riempito dello Spirito di Dio, per dargli sapienza, intelligenza e conoscenza per ogni sorta di lavori, 4 per concepire opere d’arte, per lavorare l’oro, l’argento e il bronzo, 5 per incidere pietre da incastonare, per scolpire il legno, per eseguire ogni sorta di lavori. 6 Ed ecco, gli ho dato per aiutante Ooliab, figlio di Aisamac, della tribù di Dan; ho messo sapienza nella mente di tutti gli uomini abili, perché possano fare tutto quello che ti ho ordinato: 7 la tenda di convegno, l’arca per la testimonianza, il propiziatorio che dovrà esservi sopra, tutti gli arredi della tenda; 8 la tavola e i suoi utensili, il candelabro d’oro puro e tutti i suoi utensili, l’altare dell’incenso, 9 l’altare degli olocausti e tutti i suoi utensili, la conca e la sua base, 10 i paramenti per le cerimonie, i paramenti sacri per il sacerdote Aaronne e i paramenti dei suoi figli per esercitare il sacerdozio, 11 l’olio dell’unzione e l’incenso aromatico per il luogo santo. Faranno tutto conformemente a quello che ho ordinato».

Legge del sabato; le tavole della legge
(Es 20:8-11; Ge 2:1-3)(Nu 15:32-36; Gr 17:21-27)
12 Il SIGNORE parlò ancora a Mosè e disse: 13 «Quanto a te, parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Badate bene di osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi per tutte le vostre generazioni, affinché conosciate che io sono il SIGNORE che vi santifica. 14 Osserverete dunque il sabato perché è un giorno santo per voi. Chiunque lo profanerà sarà messo a morte. Chiunque farà in esso qualche lavoro sarà eliminato dal suo popolo. 15 Si lavorerà sei giorni; ma il settimo giorno è un sabato di solenne riposo, sacro al SIGNORE; chiunque farà qualche lavoro nel giorno del sabato dovrà essere messo a morte. 16 I figli d’Israele quindi dovranno osservare il sabato, lo celebreranno di generazione in generazione, come un patto perenne. 17 Esso è un segno perenne tra me e i figli d’Israele; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli e la terra, e il settimo giorno cessò di lavorare e si riposò”».

De 9:9-11; Es 34:1-4, 28
18 Quando il SIGNORE ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte con il dito di Dio. 😘

 

Visionari e “acchiappasogni”

Viviamo il rischio di vite
anonime, grigie,
addirittura incolori.

Attraversiamo il tempo,
da invisibili comparse,
a volte perfino inutili.

Non vediamo l’orizzonte
e non vogliamo vederlo.

Chiusi nei nostri gusci,
protetti da corazze di paure,
costruiamo muri,
alziamo barriere e frontiere,
inventiamo regole
per proteggere gli egoismi.

Fragili creature,
ipocriti perbenisti,
protettori di fatui allori
e gelosi egoisti,
escludiamo l’Altro e gli altri,
credendo di essere gli unici.

Illusi in un mondo di illusi,
incapaci di vedere,
aspiriamo a cose grandi,
ed escludiamo gli altri
abbandonandoli lungo la via.

Ma nessuno è solo, … mai.
Tutti abbiamo un Padre.
Tutti morendo a noi stessi
siamo grandi in Lui.

Perciò diciamo Grazie a chi …
con superbia ci ignora,
con inganno ci calunnia,
con il potere ci opprime…

A questi grigi figuri
va il nostro grazie sincero,
perché …
ci aiutano a riflettere,
ci permettono di comprendere,
ci fanno chicco di grano,
ci fanno semplici visionari
e sognatori di futuro.

Ma voi,
maestri della Legge,
detentori del potere,
ricchi mascherati
cosa pensate davvero?
cosa credete di essere?
cosa volete realizzare?

“Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”.

Franca e Vincenzo, oblati osb-cam

V Domenica di Quaresima
Anno B

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». 

Riti che ci fanno popolo di Dio

I gesti, i riti e le tradizioni sono espressioni di antica sapienza e di una condivisione profonda che unisce l’immaginario collettivo e forma il popolo facendolo UNO. Queste “regole” aiutano ad edificare l’identità del popolo di Dio e a farlo sentite unito da un vincolo di fraternità. Tutto questo è bello e ci aiuta a comprendere come a volte il mancato riconoscimento delle antiche prescrizioni contribuisce a sgretolare l’unità e a creare divisioni e frammentazione che non aiutano a vivere il bene. Buona giornata 🌈💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 28

I paramenti del sommo sacerdote
Le 8:1-13; Sl 132:9, 16
1 «Tu farai accostare a te, tra i figli d’Israele, tuo fratello Aaronne e i suoi figli con lui perché siano sacerdoti: Aaronne, Nadab, Abiu, Eleazar e Itamar, figli di Aaronne.
2 A tuo fratello Aaronne farai dei paramenti sacri, in segno di dignità e di gloria. 3 Parlerai a tutti gli uomini sapienti, che io ho riempito di spirito di sapienza, ed essi faranno i paramenti di Aaronne perché sia consacrato e mi serva come sacerdote. 4 Questi sono i paramenti che faranno: un pettorale, un efod, un manto, una tunica lavorata a maglia, un turbante e una cintura. Faranno dunque dei paramenti sacri per Aaronne tuo fratello e per i suoi figli perché mi servano come sacerdoti. 5 Si serviranno d’oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino.

L’efod
Es 39:2-7
6 «Faranno l’efod d’oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto, e di lino fino ritorto, lavorato artisticamente. 7 Esso avrà alle due estremità due spalline, che si uniranno per fissarlo. 8 La cintura che è sull’efod e lo avvolge sarà del medesimo lavoro dell’efod, tutto d’un pezzo con esso; sarà d’oro, di filo color violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino ritorto. 9 Prenderai due pietre d’ònice e vi inciderai sopra i nomi dei figli d’Israele: 10 sei nomi sopra una pietra, gli altri sei nomi sopra la seconda pietra, in ordine di nascita. 11 Inciderai su queste due pietre i nomi dei figli d’Israele come fa un incisore quando incide un sigillo; le farai incastonare in montature d’oro. 12 Metterai le due pietre sulle spalline dell’efod. Quelle pietre saranno un memoriale per i figli d’Israele; e Aaronne porterà i loro nomi davanti al SIGNORE sulle sue due spalle, come memoriale. 13 E farai delle montature d’oro 14 e due catenelle d’oro puro che intreccerai come un cordone, e metterai nelle montature le catenelle così intrecciate.

Il pettorale
Es 39:8-21; Nu 27:21
15 «Farai pure il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato; lo farai come il lavoro dell’efod: d’oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino ritorto. 16 Sarà quadrato e doppio; avrà una spanna di lunghezza e una spanna di larghezza. 17 V’incastonerai una serie di pietre: quattro file di pietre; nella prima fila ci sarà un sardonio, un topazio e uno smeraldo; 18 nella seconda fila, un rubino, uno zaffiro, un calcedonio; 19 nella terza fila, un’opale, un’agata, un’ametista; 20 nella quarta fila, un crisolito, un ònice e un diaspro. Queste pietre saranno incastonate nelle loro montature d’oro. 21 Le pietre corrisponderanno ai nomi dei figli d’Israele, saranno dodici, secondo i loro nomi; saranno incise come dei sigilli, ciascuna con il nome di una delle tribù d’Israele. 22 Sul pettorale farai anche delle catenelle d’oro puro, intrecciate come cordoni. 23 Poi farai due anelli d’oro e li metterai alle due estremità del pettorale. 24 Fisserai i due cordoni d’oro ai due anelli alle estremità del pettorale, 25 attaccherai gli altri due capi dei cordoni alle due montature e li metterai sulle spalline dell’efod, sul davanti. 26 Farai due anelli d’oro e li metterai alle altre due estremità del pettorale, sull’orlo interiore volto verso l’efod. 27 Farai due altri anelli d’oro e li metterai alle due spalline dell’efod, in basso, sul davanti, vicino al punto dove avviene la giuntura, al di sopra della cintura artistica dell’efod. 28 Si fisserà il pettorale mediante i suoi anelli agli anelli dell’efod con un cordone violaceo, affinché il pettorale sia al di sopra della cintura artistica dell’efod, e non si possa staccare dall’efod. 29 Così Aaronne, quando entrerà nel santuario, porterà i nomi dei figli d’Israele nel pettorale del giudizio, sul suo cuore, per conservarne sempre il ricordo davanti al SIGNORE. 30 Metterai sul pettorale del giudizio l’urim e il tummim; essi staranno sul cuore d’Aaronne quando egli si presenterà davanti al SIGNORE. Così Aaronne porterà sempre il giudizio dei figli d’Israele sul suo cuore, davanti al SIGNORE.

Il manto dell’efod
Es 39:22-26 (Eb 13:15-16)
31 «Farai anche il manto dell’efod, tutto di color violaceo. 32 Esso avrà, in mezzo, un’apertura per passarvi il capo; l’apertura avrà intorno un orlo tessuto, come l’apertura d’una corazza, perché non si strappi. 33 All’orlo inferiore del manto, tutto intorno, farai delle melagrane di colore violaceo, porporino e scarlatto; in mezzo a esse, tutt’intorno, porrai dei sonagli d’oro: 34 un sonaglio d’oro e una melagrana, un sonaglio d’oro e una melagrana, sull’orlo del manto, tutto intorno. 35 Aaronne se lo metterà per fare il servizio; quando egli entrerà nel luogo santo davanti al SIGNORE e quando ne uscirà, si udrà il suono, ed egli non morirà.

Il diadema di santità
Es 39:27-31; Eb 7:26-28
36 «Farai anche una piastra d’oro puro, e su essa inciderai, come s’incide sopra un sigillo: Santo al SIGNORE. 37 La fisserai con un nastro violaceo sul turbante e starà sulla sua parte anteriore. 38 Starà sulla fronte di Aaronne, e Aaronne porterà le colpe commesse dai figli d’Israele nelle cose sante che consacreranno, in ogni genere di sante offerte; essa starà sempre sulla sua fronte, per renderli graditi alla presenza del SIGNORE.

I paramenti dei sacerdoti
39 «Farai pure la tunica di lino fino, lavorata a maglia; farai un turbante di lino fino e una cintura ricamata.
40 Per i figli di Aaronne farai delle tuniche, farai delle cinture, farai delle mitre in segno di dignità e come ornamento. 41 Ne vestirai tuo fratello Aaronne, i suoi figli con lui; li ungerai, li consacrerai e li santificherai perché mi servano come sacerdoti. 42 Farai loro anche delle mutande di lino per coprire la loro nudità; esse andranno dai fianchi alle cosce. 43 Aaronne e i suoi figli le porteranno quando entreranno nella tenda di convegno, o quando si avvicineranno all’altare per fare il servizio nel luogo santo, perché non si rendano colpevoli e non muoiano. Questa è una regola perenne per lui e per la sua discendenza dopo di lui.

Esodo 29

Consacrazione dei sacerdoti
Le 8; Eb 5:1-10; 7:26-28
1 «Questo è quello che farai per consacrarli a me come sacerdoti. Prendi un toro e due montoni senza difetto, 2 dei pani azzimi, delle focacce senza lievito impastate con olio e delle gallette senza lievito unte d’olio; farai tutte queste cose di fior di farina di grano. 3 Le metterai in un paniere e le offrirai nel paniere insieme al toro e ai due montoni.
4 Farai avvicinare Aaronne e i suoi figli all’ingresso della tenda di convegno e li laverai con acqua. 5 Poi prenderai i paramenti e vestirai Aaronne della tunica, del manto dell’efod, dell’efod e del pettorale e lo cingerai della cintura artistica dell’efod. 6 Gli porrai in capo il turbante e metterai sul turbante il santo diadema. 7 Poi prenderai l’olio dell’unzione, glielo spanderai sul capo e l’ungerai. 8 Farai quindi avvicinare i suoi figli e li vestirai delle tuniche. 9 Cingerai Aaronne e i suoi figli con delle cinture e assicurerai sul loro capo delle mitre, e il sacerdozio apparterrà loro per legge perenne. Così consacrerai Aaronne e i suoi figli.
10 Poi farai avvicinare il toro davanti alla tenda di convegno; Aaronne e i suoi figli poseranno le mani sul capo del toro. 11 Sgozzerai il toro davanti al SIGNORE, all’ingresso della tenda di convegno. 12 Prenderai del sangue del toro e ne metterai col dito sui corni dell’altare e spargerai tutto il sangue ai piedi dell’altare. 13 Prenderai pure tutto il grasso che copre le interiora, la rete che è sopra il fegato, i due rognoni e il grasso che c’è sopra, e farai fumare tutto sull’altare. 14 Ma la carne del toro, la sua pelle e i suoi escrementi li brucerai con il fuoco fuori dell’accampamento: è un sacrificio di espiazione.
15 Poi prenderai uno dei montoni; Aaronne e i suoi figli poseranno le mani sul capo del montone. 16 Sgozzerai il montone, ne prenderai il sangue e lo spargerai sull’altare, tutto intorno. 17 Poi farai a pezzi il montone, laverai le sue interiora e le sue zampe e le metterai sui pezzi e sulla sua testa. 18 Farai fumare tutto il montone sull’altare: è un olocausto al SIGNORE; è un sacrificio di odore soave fatto mediante il fuoco al SIGNORE.
19 Poi prenderai l’altro montone, e Aaronne e i suoi figli poseranno le mani sul capo del montone. 20 Sgozzerai il montone, prenderai del suo sangue e lo metterai sull’estremità dell’orecchio destro d’Aaronne e sull’estremità dell’orecchio destro dei suoi figli, sul pollice della loro mano destra e sull’alluce del loro piede destro, e spargerai il sangue sull’altare, tutto intorno. 21 Prenderai del sangue che è sull’altare, dell’olio dell’unzione e ne spruzzerai su Aaronne e sui suoi paramenti, sui suoi figli e sui paramenti dei suoi figli con lui. Così saranno consacrati lui, i suoi paramenti e insieme a lui i suoi figli e i loro paramenti. 22 Prenderai pure il grasso del montone, la coda, il grasso che copre le interiora, la rete del fegato, i due rognoni, il grasso che vi è sopra e la coscia destra, perché è un montone di consacrazione; 23 prenderai anche un pane, una focaccia all’olio e una galletta dal paniere degli azzimi che è davanti al SIGNORE; 24 porrai tutte queste cose sulle palme delle mani di Aaronne e sulle palme delle mani dei suoi figli e le agiterai come offerta agitata davanti al SIGNORE. 25 Poi le prenderai dalle loro mani e le brucerai sull’altare sopra l’olocausto, come un profumo soave davanti al SIGNORE; è un sacrificio fatto, mediante il fuoco, al SIGNORE. 26 Prenderai il petto del montone che sarà servito alla consacrazione di Aaronne e lo agiterai come offerta agitata davanti al SIGNORE; questa sarà la tua parte. 27 Consacrerai, di ciò che spetta ad Aaronne e ai suoi figli, il petto dell’offerta agitata e la coscia dell’offerta elevata: vale a dire, ciò che del montone della consacrazione sarà stato agitato ed elevato; 28 esso apparterrà ad Aaronne e ai suoi figli, come legge perenne, per i figli d’Israele; poiché è un’offerta fatta per elevazione. Sarà un’offerta fatta per elevazione dai figli d’Israele nei loro sacrifici di riconoscenza: la loro offerta per elevazione sarà per il SIGNORE.
29 I paramenti sacri di Aaronne saranno, dopo di lui, per i suoi figli, che li indosseranno all’atto della loro unzione e della loro consacrazione. 30 Quello dei suoi figli che gli succederà nel sacerdozio li indosserà per sette giorni quando entrerà nella tenda di convegno per fare il servizio nel luogo santo.
31 Poi prenderai il montone della consacrazione e ne farai cuocere la carne in un luogo santo; 32 Aaronne e i suoi figli mangeranno, all’ingresso della tenda di convegno, la carne del montone e il pane che sarà nel paniere. 33 Mangeranno queste cose con cui è stata fatta l’espiazione per consacrarli e santificarli; ma nessun estraneo ne mangerà, perché sono cose sante. 34 E se avanzerà carne della consacrazione o pane fino alla mattina dopo, brucerai quel resto con il fuoco; non lo si mangerà, perché è cosa santa.
35 Eseguirai dunque, riguardo ad Aaronne e ai suoi figli, tutto quello che ti ho ordinato: li consacrerai in sette giorni. 36 Ogni giorno offrirai un toro come sacrificio di espiazione, per fare l’espiazione; purificherai l’altare mediante questa tua espiazione, e lo ungerai per consacrarlo. 37 Per sette giorni farai l’espiazione dell’altare, lo santificherai e l’altare sarà santissimo: tutto ciò che toccherà l’altare sarà santo.

L’offerta quotidiana
Nu 28:3-8; Ez 46:13-15 (Ro 12:1)
38 «Or questo è ciò che offrirai sull’altare: due agnelli di un anno, ogni giorno, sempre. 39 Uno degli agnelli lo offrirai la mattina e l’altro lo offrirai sull’imbrunire. 40 Con il primo agnello offrirai la decima parte di un efa di fior di farina impastata con la quarta parte di un hin di olio vergine e una libazione di un quarto di hin di vino. 41 Il secondo agnello lo offrirai sull’imbrunire; lo accompagnerai con la stessa oblazione e con la stessa libazione della mattina; è un sacrificio di profumo soave offerto mediante il fuoco al SIGNORE. 42 Sarà l’olocausto quotidiano offerto dai vostri discendenti, all’ingresso della tenda di convegno, davanti al SIGNORE, dove io vi incontrerò per parlare con te. 43 Lì mi troverò con i figli d’Israele e la tenda sarà santificata dalla mia gloria. 44 Santificherò la tenda di convegno e l’altare; anche Aaronne e i suoi figli santificherò, perché mi servano come sacerdoti. 45 Abiterò in mezzo ai figli d’Israele e sarò il loro Dio. 46 Essi conosceranno che io sono il SIGNORE, il loro Dio; li ho fatti uscire dal paese d’Egitto per abitare in mezzo a loro. Io sono il SIGNORE, il loro Dio.

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