Tobi uomo “antico”

Il vecchio Tobi, padre di Tobia, è la figura del pio israelita inserito nel mondo pagano. Egli vive in esilio con la sua famiglia e, proprio a causa della sua fede, si trova in contrapposizione con il mondo sentendosi quasi fuori posto, attorniato da cose morte. La sua occupazione principale è, infatti, quella di seppellire i morti. Egli è come schiacciato dalle difficoltà quotidiane. Oggi potrebbe rappresentare un uomo maturo che ha fondato la vita su certi valori tradizionali e che, proprio per questo, non riesce a capire la modernità.  💫

Il libro dibTobia è diviso in tre parti principali. Da 1,1 a 3,17 leggeremo delle vicende legate a Tobi e Sara; da 4,1 a 6,19 scopriremo il viaggio del figlio di Tobia nella Media accompagnato dall’arcangelo Raffaele; da 7,1 a 11,20 vedremo la guarigione di Tobi e Sara. Il libro si chiude con l’epilogo da 12,1 a 14,11che racconta l’autorivelazione dell’arcangelo Raffaele ed altro. I versetti finali 14,12-15 riferiscono gli ultimi anni di Tobia. La storia narrata in questo Libro si svolge nella regione dell’Assiria nel periodo della cattività delle tribù del nord, quindi tra il 721 a. C. e la caduta di Ninive nel 621 a.C. 💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Libro di Tobia

1,1 Libro della storia di Tobi, figlio di Tòbiel, figlio di Anàniel, figlio di Aduel, figlio di Gàbael, della discendenza di Asiel, della tribù di Nèftali. 2 Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu condotto prigioniero da Tisbe, che sta a sud di Kades di Nèftali, nell’alta Galilea, sopra Aser, verso occidente, a nord di Sefet.
3 Io, Tobi, passavo i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine. 4 Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d’Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la sola città fra tutte le tribù d’Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato edificato il tempio, dove abita Dio, ed era stato consacrato per tutte le generazioni future. 5 Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici sui monti della Galilea al vitello che Geroboàmo re d’Israele aveva fabbricato in Dan. 6 Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza ad una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore. 7 Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l’altare. Davo anche ai leviti che allora erano in funzione a Gerusalemme le decime del grano, del vino, dell’olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in danaro la seconda decima e la spendevo ogni anno a Gerusalemme. 8 La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le raccomandazioni di Debora moglie di Anàniel, la madre di nostro padre, poiché mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano. 9 Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia. 10 Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani; 11 ma io mi guardai bene dal farlo. 12 Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore, 13 l’Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari. 14 Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabael, un mio parente figlio di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d’argento. 15 Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi. 16 Al tempo di Salmanàssar facevo spesso l’elemosina a quelli della mia gente; 17 donavo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo. 18 Seppellii anche quelli che aveva uccisi Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli ne uccise molti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava. 19 Ma un cittadino di Ninive andò ad informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura, mi diedi alla fuga. 20 I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie Anna con il figlio Tobia. 21 Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell’Ararat. Gli successe allora il figlio Assarhaddon. Egli nominò Achikar, figlio di mio fratello Anael, incaricato della contabilità del regno ed ebbe la direzione generale degli affari. 22 Allora Achikar prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib re degli Assiri, Achikar era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhaddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.

Parole semplici

Parole semplici. …
_«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»._

L’amore è un sentimento che deve mettere il fuoco dentro, far sentire la passione, il trasporto, la voglia … ed è l’unica cosa che può sanare le ferite che rapiscono la nostra attenzione. Amare e farlo con tutto se stessi … è la migliore strada che si può seguire per vincere il passato, … amare è la possibilità che una mente può percorrere per fare un viaggio meraviglioso. Non bisogna aver paura di farlo, di lasciarsi andare con libertà … la mente è meravigliosa. Fare tutto senza calcoli ma lasciarsi trasportare, farsi portare dalla dolcezza, dalla tenerezza e con libertà … Non aver paura di osare … 💫
Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Profumo di incenso

“Vi bruciò sopra l’incenso aromatico” … Dell’ultimo capitolo dell’Esodo abbiamo scelto soffermarci solo su queste 5 parole che descrivono una azione che anche noi, oggi, abbiamo visto tante volte nelle nostre Chiese. Lo abbiamo fatto cercandone il senso e il significato profondo. .

Ebbene, il prete pone l’incenso sui carboni ardenti del turibolo, che un servitore fa oscillare avanti e indietro… provocando nuvole di fumo che vanno verso il cielo. Nell’Antico Testamento l’ascesa di nuvole di incenso di resine profumate e spezie è un’offerta dei tesori della terra al loro Creatore, che simboleggia la preghiera. “Si diriga la mia supplica come incenso al tuo cospetto, e l’elevazione delle mie mani sia il sacrificio della sera…” (Salmo 141:2) Di conseguenza, la gente pregava davanti al Santo dei Santi, mentre il sacerdote all’interno stava offrendo questo sacrificio. “E tutta la moltitudine del popolo pregava al di fuori nell’ora dell’incenso” (Luca 1,l0). Le preghiere salivano al cielo a Dio nello stesso modo del fumo dell’incenso, lasciando dietro di loro la dolcezza del loro profumo, la dolcezza dello Spirito Santo.

Così, anche nel Nuovo Testamento l’incenso ha un significato di preghiera; san Giovanni il Divino osservò come in cielo “un angelo venne e si fermò presso l’altare, con un turibolo d’oro, e gli fu dato molto incenso da mescolare con la preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro davanti al trono di Dio, e il fumo dell’incenso salì con le preghiere dei santi dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio” (Apocalisse 8:3-4), ma ha un significato molto più profondo: l’ideale trasformato. *Il carbone che brucia è il tizzone ardente, Cristo, che toglie i peccati* del mondo come contempliamo nella chiamata del profeta Isaia, “allora uno dei serafini volò a me, tenendo in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. E mi toccò la bocca, e disse *: Ecco, questo ha toccato le tue labbra: la tua colpa è cancellata e il tuo peccato è* *perdonato* ” (Isaia 6:6-7).

L’incenso usato durante i servizi divini rappresenta:

1. L’adorazione o la venerazione dovute solo a Dio, presente nell’Eucaristia. La combustione delle spezie profumate mostra la scarsa importanza di tutte le creature di fronte al loro Creatore.

2. La preghiera, che sale a Dio come fumo.

3. La grazia, che Dio riversa nelle nostre anime come l’incenso riversa profumo in tutta la Chiesa.

La Chiesa incensa reliquie, icone e oggetti sacri:

1. Per onorare Dio che ha incoronato i santi nel cielo, che ha operato meraviglie attraverso di loro qui sulla terra, che ha santificato e glorificato i loro corpi.

2. Per mostrare rispetto e devozione agli speciali amici e servitori dell’Onnipotente.

La Chiesa incensa i suoi ministri, i suoi vescovi e sacerdoti, per onorare nella loro persona Gesù Cristo, che essi rappresentano e del cui carattere sacro sono rivestiti.

La Chiesa incensa i fedeli per onorare in loro la somiglianza con Cristo, che è stata impressa su di loro nel battesimo… per mostrarli come templi dello Spirito Santo. All’incensazione i parrocchiani fanno il segno della croce sul loro corpo in relazione a questo significato. [2]

La Chiesa incensa i corpi dei defunti per onorare i corpi che sono stati santificati nel battesimo, e per implorare Dio di ricevere le preghiere e le suppliche che offriamo per il riposo dell’anima di quelli che si sono dipartiti nella fede. 🌻💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 40

L’erezione e la consacrazione del tabernacolo
Es 39:32-43; Nu 7; Le 8
1 Il SIGNORE parlò a Mosè e disse: 2 «Il primo giorno del primo mese erigerai il tabernacolo, la tenda di convegno. 3 Vi porrai l’arca della testimonianza e stenderai il velo davanti all’arca. 4 Vi porterai dentro la tavola, e disporrai in ordine le cose che vi sono sopra; vi porterai pure il candelabro e accenderai le sue lampade. 5 Porrai l’altare d’oro per l’incenso davanti all’arca della testimonianza e metterai la portiera all’ingresso del tabernacolo. 6 Porrai l’altare degli olocausti davanti all’ingresso del tabernacolo, della tenda di convegno. 7 Metterai la conca fra la tenda di convegno e l’altare, e vi metterai dentro dell’acqua. 8 Disporrai il cortile tutto intorno e attaccherai la portiera all’ingresso del cortile. 9 Poi prenderai l’olio dell’unzione e ungerai il tabernacolo e tutto ciò che vi è dentro, lo consacrerai con tutti i suoi utensili e sarà santo. 10 Ungerai pure l’altare degli olocausti e tutti i suoi utensili, consacrerai l’altare, e l’altare sarà santissimo. 11 Ungerai anche la conca con la sua base e la consacrerai. 12 Poi farai accostare Aaronne e i suoi figli all’ingresso della tenda di convegno, e li laverai con acqua. 13 Rivestirai Aaronne dei paramenti sacri, lo ungerai e lo consacrerai, perché mi serva come sacerdote. 14 Farai pure avvicinare i suoi figli, li rivestirai di tuniche 15 e li ungerai come avrai unto il loro padre, perché mi servano come sacerdoti; e la loro unzione conferirà loro un sacerdozio perenne, di generazione in generazione».
16 Mosè fece così; fece interamente come il SIGNORE gli aveva ordinato. 17 Il primo giorno del primo mese del secondo anno, il tabernacolo fu eretto. 18 Mosè eresse il tabernacolo, ne pose le basi, ne collocò le assi, ne mise le traverse e ne rizzò le colonne. 19 Stese la tenda sul tabernacolo e sopra la tenda pose la coperta di essa, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 20 Poi prese la Testimonianza e la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca e collocò il propiziatorio sull’arca; 21 portò l’arca nel tabernacolo, sospese il velo di separazione e con esso coprì l’arca della testimonianza, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 22 Pose pure la tavola nella tenda di convegno, dal lato settentrionale del tabernacolo, fuori dal velo. 23 Vi dispose sopra in ordine il pane, davanti al SIGNORE, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 24 Poi mise il candelabro nella tenda di convegno, di fronte alla tavola, dal lato meridionale del tabernacolo; 25 accese le lampade davanti al SIGNORE, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 26 Poi mise l’altare d’oro nella tenda di convegno, davanti al velo 27 e vi bruciò sopra l’incenso aromatico, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 28 Mise pure la portiera all’ingresso del tabernacolo. 29 Poi collocò l’altare degli olocausti all’ingresso del tabernacolo, della tenda di convegno e vi offrì, sopra, l’olocausto e l’oblazione, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 30 Pose la conca fra la tenda di convegno e l’altare, e vi pose dentro dell’acqua per le abluzioni. 31 Mosè, Aaronne e i suoi figli, con quell’acqua, si lavarono le mani e i piedi; 32 quando entravano nella tenda di convegno e quando si avvicinavano all’altare, si lavavano, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè. 33 Eresse pure il recinto intorno al tabernacolo e all’altare e sospese la cortina all’ingresso del cortile. Così Mosè completò l’opera.

La gloria del Signore sul tabernacolo
1R 8:10-12; Nu 9:15-23
34 Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria del SIGNORE riempì il tabernacolo. 35 E Mosè non potè entrare nella tenda di convegno perché la nuvola si era posata sopra, e la gloria del SIGNORE riempiva il tabernacolo.
36 Durante tutti i loro viaggi, quando la nuvola si alzava dal tabernacolo, i figli d’Israele partivano; 37 ma se la nuvola non si alzava, non partivano fino al giorno in cui si alzava. 38 La nuvola del SIGNORE infatti stava sul tabernacolo di giorno; e di notte vi stava un fuoco visibile a tutta la casa d’Israele durante tutti i loro viaggi.

Un dono speciale: la reliquia di Romero

E così oggi all’eremo abbiamo accolto la visita speciale delle Monache della Rupe condividendo l’amicizia e l’affetto che fanno prefigurare l’eternità. A fine giornata ci hanno donato l’immagine e una reliquia di Oscar Romero, vescovo e martire in San Salvatore che sarà presto proclamato Santo dopo il riconoscimento del miracolo da parte di papa Francesco. Il dono di una sua reliquia è davvero qualcosa di speciale che custodiremo insieme all’immagine e alla reliquia di San Giovanni Paolo II che abbiamo ricevuto alcuni anni fa direttamente dal Vaticano.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Il Beato Romero è stato ucciso da un colpo di pistola al cuore mentre celebrava la Messa il 24 marzo 1980. I paramenti che indossava erano intrisi di sangue. La sua camicia grigia clericale ha avuto un posto prominenente nella beatificazione di Romero a maggio a San Salvador. La camicia è stata portata in processione cerimoniale fino all’altare dove è stato incensata e venerata. Dopo la beatificazione, la camicia è stato inviata a varie chiese in El Salvador per la venerazione.  (La camicia è vista nel lato destro della imagine di testata di questo blog.)

Foto San Francisco Te Ve.
A causa di preoccupazione per la sua integrità, la camicia è stato recentemente sostituita con un pezzo molto inferiore di stoffa con il sangue di Romero che è stata posta in una nuova teca da inviare intorno in El Salvador. Questo tessuto non è da paramenti di Romero, ma dal panno di lino bianco (chiamato il corporale), su cui il calice eucaristico era stato posto durante la Messa finale di Romero. La nuova teca contiene anche un mitra (abito di testa vescovile) indossato da Romero. La Chiesa salvadoregna intende inviare queste reliquie di ogni parrocchia in El Salvador, e alle cattedrali delle altre capitali dell’America centrale.  Il pellegrinaggio durerà tre anni.
Purtroppo, c’era molto sangue di Romero prodotta in quel fatidico Lunedi sera a marzo 1980. Il proiettile killer ha colpito il cuore di Romero, innescando abbondanti emorragie attraverso il foro d’entrata nel petto di Romero, così come attraverso la sua bocca e le narici, dopo che i suoi polmoni divennero pieni di sangue. Alcune delle fotografie più inquietante della scena mostrano le suore che lavoravano nell’ospedale di cui cappella Romero fu ucciso pulendo il sangue dopo il suo corpo è stato sottrato. Sembravano essere consapevole della sua sacralità, raccogliendolo in lenzuola bianche, anziché lavandolo con attrezzature per la pulizia ordinaria. Frammenti di quei fogli sono stati dati come reliquie preziosi ai devoti Romero per molti anni.