Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,16-20
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Parola del Signore.
Gioia, questa é la “promessa” e la “profezia” del Maestro in un mondo di ieri (ma anche di oggi) che vive tra dubbio, incertezza e, purtroppo, anche indifferenza. Ed é questa la vera opposizione ad una vera Umanità. Essere indifferenti é l’anticamera che permette di infrangere ogni “regola” di vita. Quando si resta indifferenti di fronte al dolore, alla povertà, alla malattia, alla guerra, ai bisogni (veri) dell’altro significa che un virus disumanizzante si é impadronito del cuore e anche della testa.
Restiamo Umani!!! Questo é la prima, necessaria ed indispensabile (prima) pietra per costruire un’edificio (un corpo di Uomo vero) capace di essere in relazione, in dialogo e logicamente pieno di gioia autentica. A guidarci in questa costruzione c’é lo Spirito che accende luci e genera segnali che guidano il cuore e la mente verso la costruzione dell’unica Umanità possibile: solida, solidale, fraterna, collaborativa e piena di cura per ogni cosa animata o inanimata. La gioia risiede, appunto, nel riconoscimento di una Verità che appartiene all’intera Umanità al di là di ogni credo.