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La forza del silenzio

Teofilo, memorabile per la sua santità, vescovo di Alessandria, era in viaggio per Sceta e i fratelli, radunatisi, dissero all’Abate Pambo: Di’ una parola o due al vescovo, affinché la sua anima in questo luogo possa essere moralmente edificata. L’anziano rispose: Se per lui non è edificante il mio silenzio, non c’è speranza che lo siano le mie parole.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Il vecchio mantello

Un soldato chiese a un anziano se Dio avrebbe perdonato un peccatore. Ed egli gli disse: Dimmi, caro, se il tuo mantello è lacero lo getterai via? Il soldato rispose dicendo: No, lo rammenderò e lo rimetterò addosso. L’anziano gli disse: Se tu ti prendi cura del tuo mantello, vuoi che Dio non sia misericordioso con te che sei la sua immagine?

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Timor di Dio

Due fratelli andarono da un anziano che abitava da solo a Sceta. Il primo disse: Padre, ho imparato a memoria tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. L’anziano gli disse: Hai riempito l’aria di parole. L’altro disse: Ho copiato l’Antico e il Nuovo Testamento e li ho nella mia cella. E a costui l’anziano replicò: Hai riempito di pergamena la tua finestra, ma non conosci colui che disse: Il regno di Dio non è nelle parole ma nella potenza? E ancora: non quelli che ascoltano la legge saranno giustificati davanti a Dio, ma quelli che la mettono in pratica. Perciò i fratelli gli chiesero quale fosse la via della salvezza ed egli disse loro: L’inizio della salvezza è il timor di Dio e l’umiltà unita alla pazienza.

(Cos’è il timor di Dio? Si tratta di fidarsi di Dio e non di altri).

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli Amici dell’eremo di famiglia camaldolese.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Il rumore del silenzio

Uno degli anziani disse: Un monaco non dovrebbe chiedere come agisce questo e come vive quello. Domande simili ci allontanano dalla preghiera e ci portano a sparlare e a spettegolare. Non c’è niente di meglio del silenzio.

La saggezza del deserto: ” Detti dei Padri” scelti per gli Amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e priscilla.

L’asino e Padre Isacco

Gli anziani e tutti i monaci che abitavano nel deserto di Sceta si riunirono in assemblea e decisero che padre Isacco fosse ordinato presbitero per servire la Chiesa in quel luogo solitario, in cui, in determinati giorni e ore, i monaci del deserto si riunivano per il culto. Ma l’Abate Isacco, udendo la decisione che era stata presa, fuggì in Egitto e si nascose in un campo tra i cespugli, poiché si riteneva indegno dell’onore del sacerdozio. Molti monaci si misero in cammino dietro lui per prenderlo. Quando alla sera si fermarono in quello stesso campo a riposare, stanchi del viaggio (nel frattempo era sopraggiunta la notte), lasciarono libero l’asino che portava i bagagli e lo mandarono a pascolare. L’asino, mentre mangiava, giunse nel luogo dove l’Abate Isacco si era nascosto. Sul far del giorno i monaci, cercando l’asino, arrivarono dove il vecchio si era nascosto. Sorpresi di come Dio li avesse favoriti, lo presero e stavano per legarlo e portarlo via prigioniero. Ma il venerabile anziano non lo permise, dicendo: Ora non posso più oppormi a voi, dal momento che forse la volontà di Dio è che io, per quanto indegno, riceva gli ordini del sacerdozio.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Sotto il sole

L’Abate Zenone raccontava che una volta, quando era in cammino verso la Palestina, si era seduto sotto un albero, essendo stanco del viaggio. Era proprio vicino a un campo di cocomeri. In cuor suo pensò di alzarsi e di mangiare un cocomero per recuperare energie. Infatti – egli disse – non sarebbe stato gran cosa prenderne uno. Ma, rivolto a se stesso, disse: Quando i ladri vengono condannati subiscono la tortura. Così anch’io dovrei mettermi alla prova e vedere se sono in grado di sopportare i tormenti che sopportano i ladri. E alzatosi immediatamente restò in piedi sotto il calore del sole per cinque giorni e bruciò il suo corpo. Allora disse nella sua mente: Non potrei sopportare le torture, perciò non devo rubare, ma lavorare con le mie mani come è consuetudine e vivere del frutto della mia fatica, come dice la Sacra Scrittura: Se mangerai del lavoro delle tue mani sarai benedetto e il bene sarà con te [Gn 26, 3-12]. Questo, in verità, è ciò che cantiamo ogni giorno al cospetto di Dio.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Tra foglie e frutti

Una volta chiesero all’Abate Agatone: Che cos’è meglio: praticare l’ascetismo del corpo o vigilare sullo spirito? L’anziano disse: L’uomo è come un albero. Le opere del corpo sono come le foglie dell’albero, ma la capacità di vigilare sullo spirito è come i frutti. Dunque, poiché è scritto che ogni albero che non porta buon frutto deve essere tagliato e gettato nel fuoco, dobbiamo aver cura di produrre questo frutto, che è la disciplina dello spirito. Ma abbiamo anche bisogno delle foglie per coprirci e adornarci: e ciò significa opere buone, fatte con l’aiuto del corpo. L’Abate Agatone fu saggio nella comprensione e instancabile nel lavoro e pronto a tutto, si applicò con energia al lavoro manuale e fu parco nel cibo e nel vestiario.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Due monete e la nostra speranza

Uno dei confratelli chiese a un anziano: Sarebbe giusto se io tenessi due monete per me, nel caso mi ammalassi? L’anziano, leggendo nei suoi pensieri che egli voleva tenerle, disse: Tienile. Il fratello, ritornando alla sua cella, cominciò a lottare con i suoi pensieri, dicendo: Mi chiedo se il padre mi ha dato la sua benedizione oppure no. Alzandosi, tornò dal padre e gli rivolse queste parole: In nome di Dio, dimmi la verità, perché sono tutto ansioso per queste due monete. L’anziano gli disse: Dal momento che ho visto i tuoi pensieri e il tuo desiderio di tenere quelle monete, ti ho detto di tenerle. Ma non è bene tenere più di quello che ci serve per il corpo. Ora queste due monete sono la tua speranza. Ma se le perdessi, Dio non si prenderebbe forse cura di te? Lasciate ogni preoccupazione a Dio, allora, perché egli si prenderà cura di voi.

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Franca e Vincenzo, osb-cam

Il mio libro

Un filosofo chiese a sant’Antonio: Padre, come puoi essere così felice quando sei privato della consolazione dei libri? Antonio rispose: Il mio libro, o filosofo, è la natura, e ogni volta che voglio leggere le parole di Dio, il libro è davanti a me.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo, osb-cam