Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Padre, é venuta l’ora

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,1-11a

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Parola del Signore.

In un tempo e in un mondo come quello che viviamo tutto proiettato verso i “miti” del piacere, del successo e del denaro parlare di vita eterna, di glorificazione come innalzamento sulla croce non é facile ed é anche facile immaginare il comune rifiuto. Ma Gesù non ha paur dei nostri “no”, non di scoraggia di fronte alle scelte diverse delle donne e degli uomini, Gesù se ne fa carico e prega il Padre. Ricorda di averci donato le Parole del Padre che sono guida e sostegno, che danno forza e coraggio a chi decide di Ascoltarle e Viverle.

Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Benedetta tu fra le donne

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-56
 
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.

Tutto avviene perché Maria si é fidata e ha scelto di accogliere la Parola pronunciata dallo Spirito nel suo cuore. Da quel momento Ella é stata capace di compiere tanti gesti inusuali e pienamente liberi in un contesto socio-culturale legato a solide tradizioni.

Maria appare davvero una donna libera e capace di sfidare le tradizioni per rinnovarle e rompere vecchi tabú.

Maria é benedetta e porta benedizioni ovunque va perché sa costruire relazioni, sa Servire e sa fare del bene a chi ne ha bisogno.

Maria é la “donna” nuova. É forte, tenera, premurosa, ferma e determinata. É “donna” in senso pieno perché é stata capace di raccogliere tutto l’antico e renderlo nuovo.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Volontario al Giubileo 2025 (terza parte). Dalla tristezza alla gioia

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,20-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Parola del Signore.

Si può piangere e si può soffrire mentre altri si rallegrano. Si può stare nella tristezza e soffrire e restare avvolti da un dolore e conservare la gioia nel cuore. Sembra un controsenso, una finzione ma non è così. In questi giorni di servizio all’Infopoint di Via della Conciliazione 7 mentre una marea umana sfilava verso Piazza San Pietro per attraversare la Porta Santa e altrettanta faceva ritorno in senso contrario due clochard, tutti giorni alla stessa ora entravano nel centro per prendere un caffé. Lo facevano con estrema semplicità, allo stesso modo e come tutti, esattamente in maniera identica. Entravano, salutavano guardandoti come tutti e arrivati alla macchina inserivano le monetine e dopo aver scelto il tipo di caffé attendevano di ritirarlo allo sportello. Consumavano il caffé con calma, poi, con educazione, uscivano salutavano e attendevano la risposta.
Sono scene ordinarie ma anche speciali; sono proposte viventi di una realtá che invita tutti noi a riflettere. Ma non finisce qui. Basta girare un pò per le stradine che circondano Piazza San Pietro ma anche dentro la stessa piazza che puoi vedere tanti clochard mescolati tra i cosiddetti normali. Dicono che da qualche tempo il loro numero é aumentato e che nella schiera sono entrati anche tanti anziani che con le pensioni da fame non ce la fanno. Per molti dei “normali” i clochard non esistono e c’é chi vorrebbe quasi mandarli via per un maggior “decoro”. No, a dispetto di tutti, i barboni sono li: vigili e attenti, rispettosi, silenziosi, educati e tranquilli. Si mischiano con gli altrirl e con gli altri costruiscono sogni. E si sa, i sogni fanno gioire … Sono loro i migliori custodi della gioia che non finisce … Si, i clochard che i perbenisti non vedono e non vogliono vedere sognano e, proprio in Piazza San Pietro, papa Francesco ha dato loro un posto.

Sognano i clochard perché sono donne e uomini come tutti e, probabilmente, migliori. …

“Buongiorno, -mi dice uno di loro con barba e capelli grigi, entra tranquillamente nell’Infopoint, prende il suo caffé, lo gusta con calma, si guarda intorno e pian piano esce portando in spalla la sua casa . Esce e rinnova il suo “Buongiorno” accompagnandolo con un sorriso e attende la mia risposta. “Buongiorno” rispondi. Poi esce e lo vedo allontanarsi con tutta calma verso Piazza San Pietro. …

“Buona giornata a te che hai letto”.

Vincenzo, dall’Infopoint di Via della Conciliazione 7

La Gioia “promessa”

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Parola del Signore.

Gioia, questa é la “promessa” e la “profezia” del Maestro in un mondo di ieri (ma anche di oggi) che vive tra dubbio, incertezza e, purtroppo, anche indifferenza. Ed é questa la vera opposizione ad una vera Umanità. Essere indifferenti é l’anticamera che permette di infrangere ogni “regola” di vita. Quando si resta indifferenti di fronte al dolore, alla povertà, alla malattia, alla guerra, ai bisogni (veri) dell’altro significa che un virus disumanizzante si é impadronito del cuore e anche della testa.
Restiamo Umani!!! Questo é la prima, necessaria ed indispensabile (prima) pietra per costruire un’edificio (un corpo di Uomo vero) capace di essere in relazione, in dialogo e logicamente pieno di gioia autentica. A guidarci in questa costruzione c’é lo Spirito che accende luci e genera segnali che guidano il cuore e la mente verso la costruzione dell’unica Umanità possibile: solida, solidale, fraterna, collaborativa e piena di cura per ogni cosa animata o inanimata. La gioia risiede, appunto, nel riconoscimento di una Verità che appartiene all’intera Umanità al di là di ogni credo.

Partenze necessarie

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,5-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Parola del Signore.

A volte le partenze sono non solo necessarie ma anche occasione di crescita e di assunzione di responsabilità. Occorre, quindi, essere consapevoli che esiste un progetto che dobbiamo scoprire vivendo e fidandoci di un Dio che é Padre.

La potenza che custodisce

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,23-29

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore.

C’è una potenza che emerge dalla Parola di oggi (Gv 14,23-29) che, vi confessiamo, ci fa tremare e ci emoziona. È una potenza che custodisce, che dona coraggio e forza anche a chi, come noi, con semplicità e spontaneità vive la chiamato a testimoniare con l’Ascolto, l’Obbedienza, la Fedeltà ad una Grazia che abbiamo ricevuto. Tutti, infatti, siamo “chiamati” a vivere “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia” il nostro tempo sapendo che così e solo così diamo senso e valore alla Pace di Cristo che ci è stata “lasciata” per sostenerci nella pazienza, nella sopportazione e nella gioia che si prova ogni volta che riusciamo, senza merito, a spingere i nostri passi un pochino oltre. Obbedire, nel silenzio operoso, con mitezza e semplicità è questa la fonte della gioia sapendo bene di essere Amati da Dio.

Franca e Vincenzo, Eremo di famiglia 

Vi ho scelti io dal mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.

Abbiamo bisogno di forza, di coraggio … abbiamo bisogno di continuare a Sperare anche contro ogni evidenza. Anche se odiato, perseguitato, offeso e ignorato il cristiano continua a fare la Volontà del Padre. É il Signore che chiama ad abbandonare per sempre la logica oppressiva di questo mondo abitata dall’odio, dalla gelosia, dal rancore, dall’invidia per abbracciare la logica di Dio. Non siamo servi ma Amici e sappiamo che Gesù ci ama e ha dato la vita per la nostra salvezza.

Diamoci da fare finché possiamo, non cediamo alla tentazione del male, restiamo veri, restiamo umani … il mondo, questo mondo rovesciato ha ancora bisogno di testimoni credibili. Gesù ci ha chiamati ad Essere non ad avere. Ci ha chiamati ad Essere Veri e non finti. Ci ha chiamati a portare la buona notizia con la vita.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

PS Da oggi sarò impegnato come volontario al Giubileo per alcuni giorni. Vi terrò informati.

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore.

Parlare o dire che cosa è l’Amore è complicato. Certamente è qualcosa di diverso dal semplice voler bene. Forse il libro “Il Piccolo Principe” può darci qualche dritta per entrare un pò di più in questo mistero.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Da Il Piccolo Principe:

“Il piccolo principe strappò anche con una certa malinconia gli ultimi germogli di baobab. Credeva di non tornare mai più. Ma tutti quei lavori consueti, quel mattino, gli sembravano estremamente dolci. E quando, innaffiò per l’ultima volta il suo fiore, e si preparò a metterlo a riparo sotto una campana di vetro, scoprì che aveva una gran voglia di piangere.

Addio, disse al suo fiore.

Ma lui non gli rispose.

Addio, ripeté.

Il fiore tossì. Ma non era perché fosse raffreddato.

Sono stato uno sciocco, disse infine al fiore. Scusami e cerca di essere felice.

Restò colpito dalla mancanza di rimproveri, e rimase lì sconcertato, con la campana di vetro sospesa per aria. Non riusciva a capire quella dolcezza.

E sì, ti amo, disse il fiore. Tu non lo hai saputo per colpa mia. Questo non ha alcuna importanza. Ma tu sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice e lascia quella campana di vetro. Io non lo voglio più.

(…) Poi aggiunse: Non indugiare ancora, è fastidioso. Hai deciso di partire. Allora vai.

Non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso…

🥰

Amare è desiderare il meglio dell’altro; è permettere all’altro di essere felice, anche quando le sue scelte sono diverse dalle nostre. L’Amore è disinteressato ed è un dono volontario; un darsi completamente. L’Amore vero non farà mai soffrire.

Rimanete nel mio Amore

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Parola del Signore.

Gesù dona la “gioia” … Questa “gioia” è la certezza di essere Amati da un Dio che è Padre, da un Dio che è presente SEMPRE che da forza e coraggio nell’affrontare la vita. Avere nel cuore questa certezza ci dona ciò di cui abbiamo bisogno per affrontare la vita anche quando le circostanze sono sfavorevoli o il male (qualsiasi) ci vorrebbe trascinare nella tristezza. Restiamo nell’Amore di Gesù amando il nostro prossimo con il coraggio e la forza di essere sempre veri e autentici e senza finzioni di circostanza. Forse è proprio vero che l’indifferenza è il peggiore disprezzo e se la subiamo preghiamo uniti al nostro Maestro che ci chiede di Amare sempre e comunque.

Buona giornata

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Amati e chiamati a stare

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.

Non so se hai voglia e tempo ma queste parole del papa mi hanno molto colpito … Siamo amati così come siamo e per quello che siamo … abbiamo un compito che solo noi possiamo portare a compimento.

Vincenzo diacono e Franca, oblati camaldolesi ❤️

Omelia del Santo Padre Leone XIV Visita al Sepolcro di San Paolo Basilica di San Paolo fuori le Mura
Il brano biblico che abbiamo ascoltato è l’inizio di una bellissima lettera indirizzata da San Paolo ai cristiani di Roma, il cui messaggio ruota attorno a tre grandi temi: la grazia, la fede e la giustizia. Mentre affidiamo all’intercessione dell’Apostolo delle genti l’inizio di questo nuovo Pontificato, riflettiamo insieme sul suo messaggio.

San Paolo dice prima di tutto di aver avuto da Dio la grazia della chiamata (cfr Rm 1,5). – anche io sono chiamato, anche noi (tutti) lo siamo- Riconosce, cioè, che il suo incontro con Cristo e il suo ministero sono legati all’amore con cui Dio lo ha preceduto, chiamandolo ad un’esistenza nuova mentre era ancora lontano dal Vangelo e perseguitava la Chiesa. Sant’Agostino – anche lui un convertito – parla della stessa esperienza dicendo: «Cosa potremo noi scegliere, se prima non siamo stati scelti noi stessi? In effetti, se non siamo stati prima amati, non possiamo nemmeno amare» (Discorso 34, 2). Alla radice di ogni vocazione c’è Dio: la sua misericordia, la sua bontà, generosa come quella di una madre (cfr Is 66,12-14), che naturalmente, attraverso il suo stesso corpo, nutre il suo bambino quando è ancora incapace di alimentarsi da solo (cfr S. Agostino, Esp. sul Salmo 130, 9). – per esempio io sono scelto per essere sposo e diacono, tu per …. , ognuno di noi ha un compito ed è chiamato a realizzarlo con fedeltà… nessuno può impedircelo, nessuno!!!-

Paolo, però, nello stesso brano, parla anche di «obbedienza della fede» (Rm 1,5), e pure qui condivide ciò che ha vissuto. Il Signore, infatti, apparendogli sulla via di Damasco (cfr At 9,1-30), non lo ha privato della sua libertà, ma gli ha lasciato la possibilità di una scelta, di una obbedienza frutto di fatica, di lotte interiori ed esteriori, che lui ha accettato di affrontare. anche io sono invitato ad obbedire nella fede- La salvezza non viene per incanto, ma per un mistero di grazia e di fede, di amore preveniente di Dio, e di adesione fiduciosa e libera da parte dell’uomo (cfr 2Tm 1,12).

Mentre allora ringraziamo il Signore per la chiamata con cui ha trasformato la vita di Saulo , -e ha trasformato anche la mia, la tua … e quella di tutti- gli chiediamo di saper anche noi rispondere ai suoi inviti allo stesso modo, facendoci testimoni dell’amore «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Gli chiediamo di saper coltivare e diffondere la sua carità, facendoci prossimi gli uni per gli altri (cfr Francesco, Omelia dei II Vespri nella Solennità della Conversione di San Paolo, 25 gennaio 2024), nella stessa gara di affetti che, dall’incontro con Cristo, ha spinto l’antico persecutore a farsi “tutto a tutti” (cfr 1Cor 9,19-23), fino al martirio. Così, per noi come per lui, nella debolezza della carne si rivelerà la potenza della fede in Dio che giustifica (cfr Rm 5,1-5).

Questa Basilica da secoli è affidata alla cura di una Comunità benedettina. Come non ricordare, allora, parlando dell’amore come fonte e motore dell’annuncio del Vangelo, gli insistenti appelli di San Benedetto, nella sua Regola, alla carità fraterna nel cenobio e all’ospitalità verso tutti (Regola, capp. LIII; LXIII)?

Ma vorrei concludere richiamando le parole che, più di mille anni dopo, un altro Benedetto, Papa Benedetto XVI, rivolgeva ai giovani: « Cari amici – diceva – Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto […]. All’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio», e la fede ci porta ad «aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio» (Omelia nella Veglia di preghiera con i giovani, Madrid, 20 agosto 2011).

È qui la radice, semplice e unica, di ogni missione, anche della mia, come successore di Pietro ed erede dello zelo apostolico di Paolo. Mi dia il Signore la grazia di rispondere fedelmente alla sua chiamata.


( Il corsivo sono mie aggiunte. L’ho fatto per sottolineare qualche passaggio che ci ha colpito, emozionato
e che ci appartiene)

Vincenzo, diacono