Paolo, Aquila e Priscilla

All’inizio della vita della Chiesa gli Apostoli abitavano nelle case dei cristiani dove condividevano il lavoro e incontravano i “fratelli”. Il caso più eclatante è quello di Paolo che ha vissuto per tanto tempo a casa di Aquila e Priscilla. È un modello di Chiesa che meriterebbe un recupero anche attraverso una concreta sperimentazione.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

   Parola di Dio

Pieni della tua gloria

Guardare il cielo e toccare la terra, ascoltare il canto degli uccelli e lo scorrere dell’acqua del ruscello, sfiorare l’erba del prato e accarezzare le spighe del grano che biondeggiano nei campi, respirare l’aria del mare e fare un giro in barca ci aiutano a “sentire” la Tua confortante presenza.

Gli occhi si perdono nelle meraviglie del creato mentre il male del covid19 devasta la terra e sconvolge la vita.

La Tua stupenda creazione è attaccata e noi tuoi figli siamo qui ad implorare la fine della pandemia ma anche a lodarti e ringraziarti per la vita che ci hai donato e che non abbiamo apprezzato e non apprezziamo ancora come dovremmo fare.

Questo tempo ci invita a cambiare radicalmente la nostra vita. Signore dacci la forza di comprenderlo e di ridare valore alla terra, al lavoro fisico, al sudore dopo aver zappato l’orto, ad abbandonare per sempre i vecchi progetti che, oggi, non hanno, per davvero, più senso.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Sal 148

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.

Credi e sarai salvo

Nell’ora più buia, quando le tenebre ci avvolgono gridiamo a Dio di guardare la nostra realtà. Ed è proprio in quest’ollora che Dio decide di intervenire e far sentire la sua confortante presenza.

Questo è il momento nel quale Dio interviene: spalanca le porte e spezza le catene del male che ci opprimono. Accade qualcosa di simile a Paolo e a Sila che stavano in carcere ma i due non scappano. Non è la prigione il male peggiore. Al carceriere, servo del male, infatti, si aprono gli occhi del cuore e chiede di essere salvato. Paolo e Sila “Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia»”.

Ognuno di noi se vuole può passare dal male al bene e ottenere la salvezza se crederà nel Signore Gesù. Lui non ci lascerà mai soli. Mai.

Il suo Spirito ci guiderà a fare le giuste scelte e salverà la nostra vita dal male che ci tiene prigionieri.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

   Parola di Dio

Vi scacceranno

Gesù annuncia persecuzioni ed emarginazioni per i suoi discepoli. È davvero sconcertante per chi decide di seguirlo accettare di essere tra coloro i quali saranno scacciati e perfino uccisi. Ma queste appaiono prove sicure che i veri discepoli di Gesù devono essere pronti a vivere. Applausi e facoltà di esercitare il potere, in questo mondo, non sembrano, invece, essere segni buoni per i servitori e i discepoli di Gesù. I testimoni del Signore li potremo riconoscere dalla bontà del loro agire, dalla dolcezza delle loro parole, dai segni di accoglienza e dalle buone relazioni che sapranno costruire. Invochiamo lo Spirito Santo affinché ci aiuti ad aprire gli occhi del cuore permettendoci di vedere oltre la facciata, oltre le forme e ci dia la forza e il coraggio del discernimento.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

   Parola del Signore

Non vi lascerò orfani: verrò da voi.

Il Signore non ci abbandonerà mai. Prima di tornare dal Padre ci ha lasciato lo Spirito Santo che ci guida, ci accarezza e ci incoraggia. L’unica cosa che ci chiede è di essere amato e di amarci fra noi.

Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui»

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Parola del Signore

Vi ho scelto io

 Vivere la propria fede con intensità, spesso, provoca negli altri reazioni contrastanti. Alcuni restano nell’indifferenza mentre altri reagiscono con fastidio e c’è anche chi osserva con sarcasmo. Può capitare di essere derisi o, peggio, subire la persecuzione. A volte ci sono esperienze di fede che possono dare fastidio a qualcuno e si subisce l’esclusione, l’emarginazione o, ancora più scioccante essere addirittura perseguitati con azioni pubbliche o anche attraverso sottili forme di isolamento sociale. Spesso, questi, sono tutti segni buoni che, se da un lato potrebbero scoraggiare e umiliare, dall’altro, invece, incoraggiano e aiutano a sentire in profondità l’amore del Padre. Il mondo, ci avverte Gesù, odierà i suoi veri amici, odierà quelli che il Signore ha scelto e che continuano a credere e a sperare, a vivere e a combattere la buona battaglia, La creatività dello Spirito, inoltre, continua a suscitare attorno a noi cose nuove e a farle vivere, anche nella debolezza, tra gli scartati e gli esclusi. Nonostante le persecuzioni palesi o occulte, l’indifferenza o il fastidio che possono suscitare le esperienze di fede, anche quelle che sono giudicate fuori dai soliti schemi, esprimono la loro testimonianza del Risorto e non potranno essere gli uomini a fermare il piano di Dio. Dio, infatti, non permetterà che il suo piano di salvezza possa essere oscurato dal male. Il male non prevarrà.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

   Parola del Signore

Amatevi gli uni gli altri

Fino in fondo, fino all’ultimo respiro, fino alla fine. Gesù ci ha amato senza limiti, senza alcun calcolo. Il suo è stato un amore grande, immenso, infinito e totale. Un amore paziente, capace di attendere. Un amore davvero straordinario.

Ha vissuto la sua vita con intensità e lo ha fatto per mostrarci come vivere la nostra vita dandole senso.

Egli, ogni giorno, infatti, ci tende la mano e ci chiama per nome. Lo fa con dolcezza, con parole appena sussurrate e senza imposizione. Come sempre siamo liberi di ascoltare e accogliere o di rifiutare e respingere.

L’invito è semplicemente quello di Amare e di farlo come ha fatto Lui pronti a dare la vita per amore senza guardare ai nostri interessi personali o di categoria. L’invito Gesù lo rivolge a tutti, nessuno escludo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore

Non servi … Ma Amici

Essere amati e sentirlo dentro è come avere il fuoco che scuote la vita e le dà forza, coraggio e passione. Sentire l’amore è un dono che abbiamo il “dovere” di scoprire … Ma come? Le risposte ai nostri dubbi stanno nei fatti. Gli eventi della vita, infatti, sono le tracce che ognuno è chiamato a fiutare con lo stile del ricercatore attento capace di scoprire e trovare le risposte nei fatti concreti. Siamo chiamati, quindi, ad ascoltare il presente con le sue indicazioni concrete e a deciderci per Amare la vita come donne e uomini attivi. Vivere è agire seguendo l’ Amore abbandonando ogni passività e ogni sfiducia che nascondono il virus del male. Gesù, interviene e scuote la nostra vita. È soprattutto nei momenti difficili che Gesù si fa vivo con il suo Amore e la sua Amicizia per donarci il coraggio e la determinazione smarrita invitandoci da Amico a mettere a frutto i talenti che ci ha dato e che non riusciamo a vedere. Il tempo per agire è oggi e già domani potrebbe essere tardi.

L’amore che Lui ci dona siamo chiamati a condividerlo gli uni con gli altri e Amare significa donare la vita come ha fatto Lui.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioisia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.

Parola del Signore

Io sono la vite e voi i tralci

 Restare attaccati alla Parola per respirare i profumi spirituali che dalla Parola si diffondono è via buona che incoraggia la vita. E, se osserviamo il lavoro del saggio contadino nella sua vigna comprenderemo molto della nostra vita cristiana. Egli pota i tralci che non portano frutto e sfronda le foglie perché ci sia ancora più frutto.

Allo stesso modo noi dobbiamo restare ancorati al nostro Signore con la nostra fede e resistere alle tentazioni di questo mondo sempre più aggressive e pervasive. Solo così riusciremo a mostrare la bellezza della vita cristiana e la pace che da essa riceviamo in dono. La Parola, perciò, sarà il nostro cibo per la vera vita quella che avrà senso grazie al buon vino che saprà mostrare e condividere.

Franca e Vincenzo, osb-cam


Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

   Parola del Signore

Vi lascio la pace

La Pace è uno dei doni che Gesù ci ha lasciato e che ci aiuta a guardare il futuro con occhi pieni di speranza. Il dono della Pace è il segno più bello e più intenso con il quale Gesù ci sostiene e ci incoraggia ad affrontare la vita con i suoi ostacoli e le sue difficoltà. E noi siamo chiamati a donarla agli altri e a farlo come piccoli strumenti nelle sue mani. Se crediamo in Lui possiamo farlo e se lo faremo la Pace sarà con noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

   Parola del Signore

Aquila e Priscilla