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Gesù, segno di contraddizione

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,33-35

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore.

La Parola di Dio se ascoltata in profondità scava i cuori e lascia emergere le contraddizioni che ci costituiscono. È più facile fare cose che far uscire le verità nascoste delle nostre vite. Sarà questa, forse, la ragione che ci spinge a fare gesti o compiere azioni piuttosto che fermarci a riflettere sulle nostre esistenze. Oggi, il vecchio Simeone, carico della sua saggezza e ispirato dallo Spirito, ci rivela che Gesù con le sue Parole svelerà i pensieri nascosti in molti cuori. Anche noi, se veramente desideriamo conoscerci in profondità, dobbiamo avere il coraggio di misurarci con la sua Parola. Se lo facciamo riusciremo a scoprire tante cose di noi che teniamo buone buone nascoste. Gesù, perciò, con i suoi punti di domanda e con la sua vita ci aiuta a farle uscire fuori per farci vivere la vita in Lui fin da subito … È così che ci dona la vita eterna e la Pace nel cuore.

Buon viaggio con la Parola che resta l’unica, vera e autentica Peregrinatio da vivere per Essere.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Il Mistero della Croce

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore.

Al centro della nostra domenica c’è la Croce con tutto il suo carico di Mistero. Dolce o amaro che sia, il piano di salvezza del Signore passa attraverso la Croce, l’unica che salva davvero. Gesù modifica la lettura della croce come castigo-salvezza/perdono dell’Antico Testamento e ce la dona come ancora di salvezza non futura ma presente, attuale. E’ nel Vangelo di oggi che per la prima volta si parla di vita eterna, cioè vita con una qualità indissolubile. E’ una vita presente che ci è donata senza contraccambio perché il Dio Amore è offerto a tutti e non ci sono azioni specifiche da compiere ma è richiesta solo l’adesione incondizionata al Figlio e l’accoglienza del suo immenso Amore. Credere è la salvezza che Gesù ci dona e questo è il senso della festa di oggi, quella dell’Esaltazione della Croce, appunto.

Franca e Vincenzo Testa, oblati camaldolesi ❤️

Perchè mi invocate e non fate quel che dico?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,43-49

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

Parola del Signore.

Buongiorno. Anche oggi affidiamo la riflessione a Padre Davide Maria Turoldo, un vero profeta tra i più letti e, forse, inascoltati.

UOMINI, NON INVOCATEMI PIÙ.
Di p. Turoldo

«Uomini, non invocatemi più ».
È il primo dei tuoi comandamenti:
« Non nominate il nome di Dio invano ».
Cosa abbiamo fatto del tuo nome, Signore!
Cosa dice ormai questo nome agli uomini? A che serve? È ancora la sua voce: «Non nominatemi invano, non disturbatemi con le vostre ciance ».
Infatti ci sono preghiere che possono essere bestemmie (le mie forse).
Come possono esserci bestemmie di disperati (secondo il nostro giudizio), le quali invece sono preghiere. « lo non so cosa farmene dei vostri incensi.
Non continuate più a recare offerte inutili. Il novilunio, il sabato e le altre feste comandate non le posso soffrire. Le vostre solennità mi sono di peso, sono stanco di sopportarle: finché regna l’iniquità nelle vostre riunioni. Lavatevi, mondatevi, togliete via dagli occhi miei la malizia delle vostre intenzioni ».
«Non nominatemi più almeno per molti anni. Avete fatto scudo di me ai vostri orgogli, avete coperto col mio nome cose innominabili. Avete innalzato nel centro delle vostre città il vitello d’oro e lo avete adorato come vostro Dio.
E nel mio nome avete tenuto buoni tutti i poveri della terra, miei veri tabernacoli di carne. Invece di vendicarli.
Nessuno che almeno preghi insieme ai miei poveri nelle vostre chiese.
«Non invocate più il mio nome quando assumete le cariche del governo del mondo, o quando celebrate i vostri processi. E poi non siete capaci di trasformare una spada in vomero e una lancia in falce, o gente fomentatrice di guerre, uomini perennemente in guerra contro i vostri fratelli: gente divisa in mille religioni. Voi non siete che giudici di parte, e sempre nel mio nome.
E non pensate che ai vostri diritti, a ciò che voi e non io chiamate diritto.
Il diritto per me è solo di colui che è umiliato e offeso ed è senza lavoro e senza pane; il diritto è di quanti voi scartate dalle vostre assemblee e rapinate coi vostri sistemi detti civili.
«Non nominatemi più fino a quando un solo fanciullo è rovinato da voi grandi; fin quando milioni e milioni di figli miei sono esclusi dai vostri guadagni, ridotti alla fame e alla morte. E poi non date a me la colpa, poiché ci sono più ricchezze sulla terra che astri nel cielo.
Voi non sapete che cosa è un uomo, un solo uomo per me: ogni uomo che soffre è il mio Cristo, grumo di fango e lacrime del Figlio mio.
«A me basta che ci sia qualche giusto sulla terra per perdonarvi, quelle creature semplici che voi non sapete neppure se esistono: è solo per costoro che non mi pento di avervi creato. La mia gloria è l’uomo, e però questo non l’avete ancora capito. Ma non abbiate paura: per questi figli miei, un resto (il piccolo resto d’Israele!), io salverò ugualmente la mia creazione.
«Solo non voglio, non voglio che vi facciate belli col mio nome.
Ci sono atei – così voi li chiamate – che mi sono più vicini di voi. Voi non sapete dove mi nascondo. «Non nominatemi più, uomini, almeno per molti anni. Quale altro nome fu così macchiato e deturpato? Quanto è il sangue innocente versato in mio onore? E quante le ingiustizie che fui costretto a coprire?
«Per favore non nominate il mio nome invano ».

P. David Maria Turoldo

Può forse un cieco guidare un altro cieco?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore.

Signore, come dunque essere segno della tua presenza nel mondo? Vedendo le nostre opere come potranno trovarti gli altri, i fratelli che ti cercano? Signore, donaci coerenza e stabilità e fa’ che non diventiamo noi il più grande ostacolo a quanti vorrebbero crederti. Amen.

(David Maria Turoldo)

Buona giornata

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Siate misericordiosi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,27-38


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Parola del Signore.

«Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il Vangelo» (Turoldo).

Franca e Vincenzo Testa, oblati camaldolesi ❤️

Beati i poveri. Guai a voi ricchi.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Parola del Signore.

Gesù parla agli Apostoli che sono i “poveri” beati, cioè felici per averlo seguito. Ora sarà il Padre a prendersi cura di loro. Se avranno fame saranno saziati e se piangeranno sarà il Padre a portare Gioia. Quando il mondo li insulterà, li perseguiterà e li odierà dovranno rallegrarsi perchè la loro ricompensa sarà grande in cielo. Nella seconda parte, Gesù non sta minacciando, piuttosto si sta lamentando e piange per i ricchi, i sazi, per coloro che vivono nel mondo per il mondo e restano indifferenti verso gli altri (i poveri in particolare) … piange soprattutto per coloro che ricevono “applausi” dal mondo definiti falsi profeti. I profeti quando sono autentici procedono controcorrente rispetto al mondo; accettano e sopportano gli insulti, l’emarginazione, i soprusi e le angherie dei ricchi, potenti e applauditi che spesso sono la vera causa delle povertà materiali.

Buona giornata

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Ne scelse dodici

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19
 
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore.

Oggi ci soffermiamo a riflettere sulla scelta dei dodici. Sono chiamati a qualcosa di importante. Sono mandati a portare la “buona notizia”. Possiamo dire che è la stessa missione alla quale siamo chiamati tutti. Gli Apostoli con la loro testimonianza possiamo anche considerarli il nostro specchio. Sono scelti ma anche loro scelgono di seguire Gesù, il Signore. Non sono perfetti. Ognuno ha pregi e difetti e lungo il cammino possono cadere ma sono pronti a rialzarsi restando fedeli al Signore.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Maria, la creatura nuova

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

Parola del Signore.

Oggi, 8 settembre, è la Festa della NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA e proponiamo un pensiero della nostra amica Mirella Muia, Eremita di Gerace, Eremo dell’Unità

Con Maria nasce la creazione nuova,
Grazie a lei ogni creatura rinasce…
Da lei impariamo a vedere la nostra povertà – e solo così può compiersi
Per ogni creatura umana
La trasfigurazione della piccolezza in grembo,
Del limite in orizzonte,
Di ogni fragilità in dimora
Di Colui che viene svuotando se stesso…

Rinunciare

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. 
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore.

La Parola che oggi più ci colpisce è “rinuncia”. L’invito è a “lasciare andare”, a “perdere”, ad “abbandonare”, ad “abdicare”, a “cedere”, a “dimettersi”, a “rifiutare e si potrebbe continuare. È una “Parola” che spinge a camminare controvento rispetto ai miti di ogni tempo e anche di questo nostro complicato tempo. Ma è una “Parola” che viene direttamente da Gesù che ci chiede di seguirlo mettendolo al primo posto della nostra vita. Lui ci promette Pace e Gioia e ci ha dato l’esempio rinunciando e rifiutando denaro, successo e potere. Eccoli i miti del mondo che a ben riflettere non hanno mai dato pace interiore a nessuno, figuriamoci poi la Gioia del cuore. Per avere Pace e Gioia dobbiamo percorrere un’altra strada e rinunciare davvero ai miti di questo mondo.

Franca e Vincenzo Testa, Eremo di famiglia

«Il Figlio dell’uomo è signore del sabato»

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.

Giudicare gli altri è sempre facile. Spesso si è attenti ai dettagli e non si perde occasione per evidenziare parole, gesti e atteggiamenti che non rispettano le regole. Gesù ci invita a superare questo stile e questo modo di pensare e ci suggerisce di andare oltre le prescrizioni, oltre le indicazioni teologiche e/o morali, oltre le regole di vario genere, oltre le devozioni e le tradizioni. Dio, Padre dell’Amore, custode dei cuori e appassionato della vita umana è il Vero Signore della nostra vita ordinaria. È il rapporto e la relazione con il Signore a misurare la qualità della nostra Fede.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️