“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
«I poveri sono ol tesoro prezioso della Chiesa!» così disse il diacono San Lorenzo prima di finire sulla graticola e Gesù preannuncia al ricco la fine della vita.
Non sono le cose che possediamo che possono donare la vita o la gioia. Vita e gioia, infatti, sono dono di Dio ma il ricco non riesce a riconoscerlo preso com’è dal desiderio di accumulare tesori. Il ricco, infatti, crede di aver meritato tutto ciò che ha per le sue capacità ed esclude Dio … Non ha tempo per Dio e, quindi, spesso, nemmeno ne riconosce l’esistenza. La sua vita è centrata sul dio danaro ed esclude, perciò , il Dio della vita. Gesù, quindi, avvisa questo tipo di ricco che non è condannato per il possesso dei beni ma per l’uso personale che ne fa. Gesù, infatti, in altra occasione, dice: “Non di solo pane vive l’uomo” e in questo modo non condanna la ricchezza ma l’utilizzo egoistico che se ne fa. Potremmo anche aggiungere che di solo pane si muore. La nostra vita, in sostanza, non dipende da cosa possediamo ma da che cosa siamo capaci di donare. La vita allora dipende dalla capacità di donare. La nostra vera ricchezza si misura solo da ciò che siamo stati capaci di donare. L’uomo ricco, invece, e lo sappiamo è incapace di gestire la sua vita. Egli vive in un deserto, vive solo, è isolato da tutti per godere ciò che ha. Ma questo possedere esclusivo lo fa schiavo, lo rende un morto alla vita, un infelice. Mentre gioia, felicità e vita sono il frutto delle relazioni vere e autentiche fondate sul dono e sulla condivisione. È il dono, perciò, la chiave della felicità e della vita.
Dona e sarai felice.
Franca e Vincenzo