“… tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
Siamo al cuore del Vangelo.
Già nell’antico testamento Dio aveva scelto e preferito i poveri ma adesso, con Gesù, (il Figlio) Dio si identifica con il povero; Dio è il povero che incontriamo ai bordi della strada, che soffre in un letto dell’ospedale, che subisce gli attacchi e gli scherni, che piange per mille e mille motivi, che ha fame, sete, è nudo … Queste persone sono Gesù, il Figlio di Dio.
Ora non possiamo più dire di non sapere. Il giudizio finale, infatti, misurerà la nostra esperienza di vita, la nostra adesione o meno alla pratica evangelica del dono.
Gesù si serve di parole semplici senza tante fronzoli, non fa ragionamenti contorti, non indica pratiche astruse e vuote. No, Gesù è chiaro e ci propone di vivere la nostra esistenza facendoci prossimo di chiunque incontriamo sulla via: poveri, malati, affamati, disperati, immigrati, …
Su questo sarà misurata la nostra esistenza e non sul rispetto di regole formali spesso vuote o costruite ad arte per giustificare il potere di cui alcuni godono in virtù di un agire furbesco.
No, Gesù ci vuole semplici ascoltatori della Parola e attenti testimoni del vangelo nella vita quotidiane. Le occasioni per “essere” sono continue, spetta a noi coglierle e viverle condividendo i beni che ci sono stati dati in dono. Siamo convinti, infatti, che ciò che abbiamo ricevuto non è nostro ma ci è stato dato per condividerlo con chi ne è privo e conquistare il Regno di Dio.
Buon cammino
Franca e Vincenzo