Carissimi oggi vi proponiamo questa meditazione di Padre Adolfo, missionario di Gaeta in Bangladesh. Se riuscite leggetela tutta!!!
Come ogni anno, sto preparando il presepe e mi viene spontaneo di ricordare di pregare. Il Vangelo di Luca riporta “… si adempì il tempo in cui Maria doveva partorire, e diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e, lo depose in una mangiatoia” Cap 2: 6-7
La mangiatoia richiama animali come l’asino o asinello ed il bue. Asino è, secondo la tradizione, animale da soma, cioè da carico. Alla mente ritornano ricordi come quello della strada che va da Calegna a S. Agostino, che vedeva asini carichi camminare in una lunga linea, dopo la vendemmia.
Li incontravi sulle strade o sui viottoli di Maranola, Campodimele o verso Monte S. Biagio e Lenola. Il vangelo parla dell’asino non solo a Bethlehem, per riscaldare con l’alito il Bambinello, ma viene utilizzato da Gesù per entrare in Gerusalemme come Re, portatore di Pace. Su di esso il Samaritano adagiò il ferito pestato dai ladroni per portarlo al riparo. L’arte grafica usa questo animale per far muovere Maria: nello scappare in Egitto, per andare da Elisabetta, per andare a Nazareth.
Un giovane scaltro commenta che forse voglio insinuare che allora farsi carico dei problemi degli altri è un farsi somaro? Qui in Bangladesh non ricordo di aver visto questo animale, ma a me capita ogni giorno di incontrare persone che operano come “animali da soma”. Incontri ragazzi minorenni con carichi di mattoni da preparare per le fornaci; donne che lavorano per la costruzione di un nuovo fabbricato che trasportano tutto sulla testa; donne che fanno il bucato al fiume cariche della biancheria dell’ospedale; ragazzi con il sacco di quello che raccolgono per strada e che può essere riciclato, operai che scaricano sacchi più pesanti di loro dai camion o dal treno.. Il conto non finisce mai……..
Credo che il vangelo mi conceda di essere “ asino” quando do spazio ad una vedova con figli in missione; quando mi prendo la responsabilità del poveraccio, del drogato o del disabile. Penso che a volte Gesù ci chieda di farci “animale da carico” senza capire.
“Ma chi te lo fa fare” , è una frase che sentii quando da giovane davo del tempo libero per visitare o per aiutare, o perdevo giornate per incontrare qualcuno in situazioni difficili.
Avevo litigato “di brutto” con uno dei miei fratelli. Lasciatolo solo fui occupato a fare il presepe in casa. Era mio compito perché ero un artista….. Mio padre entrò, mi guardò e poi disse : ”Fate subito la pace , o quest’anno in casa faremo il Natale senza presepe”.
Con la fantasia mi dico di essere contento se sono ancora utile a Maria per portarla a visitare, andare, aiutare. Il Suo è un peso davvero leggero.
Riprendo per terminare il presepe nella mia camera. Vi ringrazio se avete avuto il coraggio di leggermi sino a questo punto. Vi chiedo di ricordarvi di me quando nel vostro presepe porrete l’asinello nella grotta dove nasce Gesù. Di nuovo un Santo Natale.
Dal vostro amico asino Fr.Adolfo