L’ufficio notturno in estate e di domenica

La preghiera con la liturgia delle ore caratterizza in maniera significativa la vita dei monaci … San Benedetto, come stiamo cercando di capire, la regolamenta nei dettagli e lo fa offrendo una serie di indicazioni molto precise. Di qui nasce uno stile che aiuta l’unità e costruisce ponti di fraternità oltre ogni limite e distinzione di sesso, di lingua, di razza, ecc. Ed è  cosi che ognuno può pregare lodi, ore medie, vespri e compieta nella propria lingua, nella propria terra, con il proprio ruolo,  sapendo che tutti stanno recitando le stesse preghiere allo stesso modo. Questo crea unità. Bello!

Dalla Regola di San Benedetto:

  1. Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga lo stesso numero di salmi, che è stato prescritto sopra;
  2. eccetto che, a causa della brevità delle notti, non si leggano le lezioni dal lezionario, ma, invece di tre, se ne reciti a memoria una sola dell’antico Testamento seguita da un responsorio breve;
  3. tutto il resto si svolga, come è già stato prescritto, cioè nell’Ufficio vigiliare non si dicano mai meno di dodici salmi, senza contare i salmi 3 e 94.

Capitolo XI – L’Ufficio notturno nelle Domeniche

  1. Per l’Ufficio vigilare della domenica ci si alzi un po’ prima.
  2. Anche in questo caso si osservi un determinato ordine, cioè, dopo aver cantato sei salmi come abbiamo stabilito sopra ed essersi seduti tutti ordinatamente ai propri posti, si leggano sul lezionario quattro lezioni con i relativi responsori, secondo quanto abbiamo già detto;
  3. solo al quarto responsorio il cantore intoni il Gloria e allora tutti si alzino subito in piedi con riverenza.
  4. A queste lezioni seguano per ordine altri sei salmi con le antifone come i precedenti e il versetto.
  5. Quindi si leggano di nuovo altre quattro lezioni con i propri responsori, secondo le norme precedenti.
  6. Poi si recitino tre cantici, tratti dai libri dei Profeti a scelta dell’abate, che si devono cantare con l’Alleluia.
  7. Detto quindi il versetto, con la benedizione dell’abate si leggano altre quattro lezioni del nuovo Testamento nel modo gi indicato.
  8. Dopo il quarto responsorio l’abate intoni l’inno Te Deum laudamus,
  9. finito il quale lo stesso abate legga la lezione dai Vangeli, mentre tutti stanno in piedi con la massima reverenza.
  10. Al termine di questa lettura tutti rispondano Amen, poi l’abate prosegua immediatamente con l’inno Te decet laus e, recitata la preghiera di benedizione, si incomincino le lodi.
  11. Quest’ordine dell’Ufficio vigiliare della domenica dev’essere mantenuto in ogni stagione, tanto d’estate che d’inverno,
  12. salvo il caso deprecabile in cui i monaci si alzassero più tardi, nella quale circostanza bisognerà abbreviare le lezioni e i responsori.
  13. Si stia però bene attenti che ciò non avvenga; ma se dovesse accadere, il responsabile di una simile negligenza ne faccia in coro degna riparazione a Dio.

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