Monaci tra cella e dormitorio

La sostituzione della cella a favore del dormitorio comune avviene alla fine del secolo V in Gallia (per evitare i vizi della proprieta` privata, della gola, dell’incontinenza), e la cosa si nota anche a Costantinopoli. I motivi iniziali dell’abbandono della cella sono il lavoro manuale e l’Ufficio divino in comune. In questo cambiamento dalla cella al dormitorio si deve vedere il fatto piu` importante della storia del monachesimo antico. La cella dava al monaco un carattere solitario e contemplativo; il suo abbandono significa che si lascia questo alto ideale per assicurare la pratica di certe virtu` elementari; salvare la poverta` e i buoni costumi sembra piu` urgente che l’orazione incessante.

  1. Ciascun monaco dorma in un letto proprio
  2. e ne riceva la fornitura conforme alle consuetudini monastiche e secondo quanto disporrà l’abate.
  3. Se è possibile dormano tutti nello stesso locale, ma se il numero rilevante non lo permette, riposino a dieci o venti per ambiente insieme con gli anziani incaricati della sorveglianza.
  4. Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lampada fino al mattino.
  5. Dormano vestiti, con ai fianchi semplici cinture o corde, senza portare coltelli appesi al lato mentre riposano, per non ferirsi nel sonno.
  6. Così i monaci siano sempre pronti e, appena dato il segnale, alzandosi senza indugio si affrettino a prevenirsi vicendevolmente per l’Ufficio divino, ma sempre con la massima gravità e modestia.
  7. I più giovani non abbiano i letti vicini, ma alternati con quelli dei più anziani.
  8. Quando poi si alzano per l’Ufficio divino, si esortino garbatamente a vicenda per prevenire le scuse degli assonnati.

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