Oltre ogni colpa … Il perdono

San Benedetto esige una riparazione pubblica per quegli “sbagli commessi per negligenza”, ma non dice in che cosa essa consista; probabilmente in una prostrazione a terra. Ancor oggi nei monasteri si conserva l’uso di questo atto di umilta` per gli errori durante l’Ufficio: si porta la mano al petto o si genuflette al proprio posto… Sono, oltre che espressioni di umilta`, atti di riverenza verso la santita` di Dio. Chi non voleva sottoporsi a questa umiliazione e riparazione veniva punito piu` severamente, a giudizio dell’abate (forse con la soddisfazione degli scomunicati).

  1. Il monaco che per colpe gravi è stato escluso dal coro e della mensa comune, al termine dell’Ufficio divino si prostri in silenzio davanti alla porta del coro,
  2. rimanendo lì disteso con la faccia a terra dinanzi a tutti quelli che escono
  3. e continui a fare in questo modo fino a quando l’abate non giudichi che ha sufficientemente riparato.
  4. Quando poi sarà chiamato dall’abate, si getti ai piedi di lui e di tutti i fratelli per chiedere le loro preghiere.
  5. Allora, se l’abate vorrà, potrà essere riammesso in coro al suo posto o a quello designato dallo stesso abate,
  6. senza permettersi, però, di recitare un salmo, una lezione o altro, a meno che l’abate glielo ordini.
  7. Inoltre al termine di tutte le Ore dell’Ufficio divino, si prostri a terra lì dove si trova
  8. e faccia così la sua riparazione, finché l’abate non metterà fine a questa penitenza.
  9. Quelli, invece, che per colpe più leggere sono stati esclusi solo dalla mensa, facciano penitenza in coro per il tempo stabilito dall’abate
  10. e la ripetano fin tanto che questi li benedica e dica: Basta
  1. Se un monaco commette un errore mentre recita un salmo, un responsorio, un’antifona o una lezione e non si umilia davanti a tutti con una penitenza, sia sottoposto a una punizione più severa,
  2. perché non ha voluto correggersi umilmente dell’errore commesso per negligenza.
  3. Nel caso dei ragazzi, invece, per una colpa di questo genere si ricorra al castigo corporale
  1. Se, mentre è impegnato in un qualsiasi lavoro in cucina, in dispensa, nel proprio servizio, nel forno, nell’orto, in qualche attività o si trova in un altro luogo qualunque, un monaco commette uno sbaglio,
  2. rompe o perde un oggetto o incorre comunque in una mancanza
  3. e non si presenta subito all’abate e alla comunità per riparare spontaneamente e confessare la propria colpa,
  4. sarà sottoposto a una punizione più severa, quando il fatto verrà reso noto da altri.
  5. Ma se il movente segreto del peccato fosse nascosto nell’intimo della coscienza, lo manifesti solo all’abate o a qualche monaco anziano,
  6. che sappia curare le miserie proprie e altrui senza svelarle e renderle di pubblico dominio.

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