Niente collera

Un confratello interrogò l’Abate Isidoro, il più anziano di Sceta, dicendo: Perché i demoni ti temono così tanto? Il vecchio gli disse: Da quando sono diventato monaco, cerco di non lasciare che la collera salga fino alle mie labbra.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese “Aquila e Priscilla”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

2 commenti su “Niente collera”

  1. Condivido la perla di don Cesare Lodeserto con voi :”Eliminiamo le inutili divisioni… Sono sentimenti che vanno avanti da tempo, spesso conseguenza di banali incomprensioni ed inutili gelosie, situazioni sgradevoli e rancori inaspriti. Allora si cambia strada quando l’uno intravede l’altro, non c’è nulla dire ed è difficile dominare la rabbia interiore. Ma tutto ciò a cosa serve? Forse per difendere interessi, o per affermare una propria verità? Di fatto si sta male e chi è sensibile si rende conto che portare sulla coscienza queste divisioni che spesso non hanno motivo di esistere, non serve assolutamente a nulla e non migliora la qualità della vita. Perché convivere con le divisioni e mantenere le distanze da quello o da quell’altro? Questo avviene anche nei luoghi importanti della vita e dove non dovrebbero esistere divisioni. Parliamo della famiglia, delle lacerazioni tra coniugi, come anche i conflitti tra genitori e figli, che non sono solo generazionali, come qualcuno afferma per giustificarne l’esistenza, ma si fondano sulle quotidiane incomprensioni. Ci sono anche le divisioni nelle comunità di fede, dove il buon Dio viene spesso messo a margini e la sua parola, che dovrebbe essere fonte di comunione, non serve a nulla, non esiste, per cui si vivono conflitti assurdi e si prendono le distanze. E noi siamo quelli che predichiamo l’amore e la comunione fraterna, siamo i figli dello stesso Dio che chiamiamo Padre pregando insieme, ma quando termina la liturgia c’è la fuga l’uno dall’altro, una fuga che spesso inizia anche prima della liturgia, scegliendo il posto in chiesa ben lontano dalla persona con la quale si ha un conflitto, per non concedere il segno della pace. Si tratta di situazioni reali ed assurde, che non possono trovare spazio in una coscienza che crede nei valori della fraternità, della pace, della giustizia interiore, dell’amore evangelico. Non possiamo affermare i principi della vita cristiani senza renderli in noi fermento di vita vera, senza che producano nella vita interiore la scomoda rivoluzione del bene e della verità. E’ giunto il tempo della riconciliazione, del dialogo, dell’incontro, perché vivere la distanza della divisione vuol dire anche vivere la distanza dai valori nei quali crediamo. Non pensare a chi debba fare il primo passo. Fallo e se non sarà gradito, abbi la certezza che anche il rifiuto ricevuto sarà per te motivo di serenità interiore e perenne apertura al dialogo… (4 febbraio 2019).”

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