Nostalgia

Mai come in questo tempo affiora nei nostri cuori una profonda “nostalgia” di Dio. Ma non è un sentire triste o, peggio, un bisogno di guardare indietro. No, assolutamente no. La nostalgia della quale parliamo riguarda il bisogno di affrontare uniti il presente e il desiderio di ricevere nel cuore la voce che ci dice: “Non temere“. È la stessa voce che raggiunge Maria per darle sicurezza sul suo presente e sul suo futuro e che la invita a stare nella gioia.

Dio interviene con potenza e Grazia, e il suo Spirito ci proteggerà. Il grande merito di Maria sta nell’aver accolto con docilità l’annuncio dell’angelo mettendosi nelle mani di Dio e lavorando senza alcuna pigrizia. Maria si è data molto da fare, ha accettato il compito affidato (accogliere un figlio, allevarlo, istruirlo e poi lasciarlo andare). Un compito che Dio, con il dono dei figli ha dato anche a molti di noi. Questo, infatti, è il nostro compito più importante. Vivere mettendo al primo posto la carriera, il successo, il denaro, la conquista delle cose materiali è fonte di grande infelicità. È, infatti, un superfluo che è vuoto, incolore e anche fonte di tristezza e inquietudine. Al cristiano che ha la gioia basta di poter lavorare con onestà e dare il meglio di se per il bene dei figli affidati. Il resto, tutto il resto, sono cose non essenziali e la cui ricerca non ci aiuta a vivere con serenità.

Se accoglieremo davvero il mandato ricevuto da Dio (crescere ed educare figli) faremo esperienza della Sua potenza e del suo grande Amore per noi.

Capiremo che “nulla è impossibile a Dio” e che la vera felicità, quella che non tramonta mai, sarà per sempre con noi. La stessa vita sarà piena di colori come i fiori di un campo a primavera e la diversità sarà per tutti bellezza del creato.

Abbandoniamo la tristezza e accoglienti e operativi agiamo per il bene dei figli affidati crescendoli con Amore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

 Dal Vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

   Parola del Signore

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