Paure

La sofferenza ci fa paura e la paura ci rende fragili. Cerchiamo certezze, desideriamo sicurezza, forza e tanta pace. Quando qualcuno o qualche cosa mette a rischio le nostre cose più personali si scatenano i nostri istinti di conservazione. Ma per quanti sforzi facciamo a volte non abbiamo possibilità di incidere molto in certe situazioni. Facciamo di tutto per evitare di attraversare alcuni “deserti” ma in certe occasioni ciò non è possibile perché non tutto dipende da noi. Ci manca la pazienza e la forza della sopportazione. Soprattutto ci manca il coraggio di testimoniare il vangelo la cui logica interiore segue percorsi distinti e distanti da quelli di questo mondo. Quella del vangelo, infatti, è una logica che il mondo rifiuta. Al mondo piace il potere, il successo e il denaro. Sono tre tentazioni che ci allontanano dalla vita evangelica.

Gesu, infatti, venuto ad annunciare la buona notizia si scontra con il potere religioso del suo tempo e ha ben intuito quale sarà il percorso della sua vita. Più volte lo annuncia ai suoi discepoli. Pietro reagisce e in disparte rimprovera Gesù che con questo suo modo di fare scoraggia i seguaci che lo vedono come un leader perdente. Pietro non ha ancora capito. Gesù lo allontana e lo apostrofa chiamandolo “Satana”. Quella di Gesù è una reazione forte con la quale cerca di scuotere Pietro.

E noi cosa pensiamo? Siamo anche noi come Pietro? Accettare la nostra croce, invece, appare via di salvezza, strada capace di offrirci la felicità fin da subito. Rifiutare la nostra croce, ora lo sappiamo, ci getta in una sofferenza maggiore e distrugge il dialogo con Gesù e la vita fatta di speranza e di relazione autentica con il mistero.

Coltivare la speranza, invece, è come camminare nella vita portando con sé la valigia delle cose semplici ed essenziali e un grappolo di palloni colorati che danno gioia al cuore e forza per spingere i nostri passi anche nel grigiore di certi tempi. Il sole è dietro l’angolo!!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

   Parola del Signore

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