I talenti

Diciamo sempre che Dio ci ama. E, certamente, è così. Oggi ne riceviamo la conferma. Se, infatti, alla parola “talenti” (ogni talento vale circa 30 kg di oro) diamo il significato di “capacità di amare” riusciamo a comprendere il senso della parabola e anche a capire meglio la logica di Dio. Dio, dona alle donne e agli uomini il suo più grande tesoro, l’Amore. Come questo padrone che consegna ad alcune persone parte del suo immenso patrimonio Dio ci ha donato il suo Amore. Due di questi uomini impiegano quanto ricevuto e cioè condividono l’Amore e lo mettono in circolo ricevendone molto di più. Al momento del ritorno del loro padrone, cioè di Dio, potranno mostrare il frutto di questo Amore. Il terzo, invece, che ha paura e non si fida di Dio nasconde l’Amore ricevuto e al ritorno del suo padrone, non ha nulla da mostrare. Questa terza persona ha una falsa idea di Dio, ha paura di Dio e sbaglia la sua vita. A Dio non resterà altro che prendere atto della sfiducia di questa persona che ha già vissuto un’esistenza pigra, sola e senza amore. Non è Dio che condanna. Dio non condanna nessuno ma non può nemmeno cambiare la vita di chi non vuole cambiarla. Siamo sempre in tempo ad Amare e a farlo con tutto noi stessi.

Mettiamo in circolo l’Amore ricevuto da Dio e cambieremo la nostra vita, cambieremo la realtà attorno a noi dando vera gioia alla nostra vita. L’Amore non chiede nulla in cambio ma è capace di penetrare ogni situazione di male, di paura o di sfiducia. Provare per credere.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 

«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. 

Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 

Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 

Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 

Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.

Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

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