Rabbì, sono forse io?

Essere traditi ed esserlo da una persona a cui si è legati fa male, molto male. Ed è ciò che vive Gesù. Eppure c’è un risvolto della storia ancora più tragico ed è lo stato in cui precipita il traditore. Sappiamo che Giuda, il traditore, non riuscirà a reggere il rimorso che lo condurrà ad una tragica fine. Ma vediamo che anche gli altri discepoli chiedono a Gesù “… sono forse io?”. Tutti, in qualche modo, s’interrogano. E noi? Forse ciascuno di noi dovrebbe farsi la domanda se e quando ha tradito o sta per tradire Gesù. Spesso, infatti, siamo davvero ipocriti: quando diciamo e annunciamo belle parole e bei pensieri, ma non riteniamo di doverli mettere in pratica; quando usiamo il Vangelo e l’appartenenza alla Chiesa per nostri scopi personali; quando partecipiamo alla liturgia, ma la nostra vita non si conforma a quanto abbiamo vissuto nella comunione con Gesù; quando mischiamo fede e superstizione; quando diciamo di credere in Dio e ci affidiamo a cose che nulla hanno a che vedere con la fede (carte, oroscopi, amuleti, …); quando non lo riconosciamo nel fratello e nella sorella che stendono la mano verso di noi per domandare aiuto; quando abbandoniamo la sposa o lo sposo o quando da genitori o da figli pensiamo solo a noi stessi e ci comportiamo da perfetti egoisti; quando spingiamo gli altri a prendere decisioni delle quali un giorno si pentiranno amaramente; quando facciamo prevalere le nostre ideologie politiche su quanto ci insegna il Vangelo; quando ci limitiamo a compiere in privato le nostre devozioni; quando preghiamo intensamente, ma la preghiera non si trasforma in carità, in impegno di comunione e riconciliazione; quando, pur dicendoci cristiani e credenti, rifiutiamo la Chiesa, la calunniamo e ne prendiamo le distanze come se fosse altra cosa dal Signore. Si potrebbe continuare ancora e ognuno di noi può aggiungere altro, tanto altro e Gesù ci risponderà: “Tu lo hai detto”.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Parola del Signore.

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