Beati i perseguitati

Ieri come oggi non è difficile entrare nel gruppo dei perseguitati. Per essere inseriti basta poco. Si, basterà dire qualcosa di vero e, peggio ancora, dire cose vere che danno fastidio a chi non le vive e quindi le ascolta con fastidio. Questo è quello che accadde a Giovanni Battista il quale non aveva peli sulla lingua e aveva rimproverato Erode che intratteneva una relazione non regolare con la moglie del fratello. Per questo, dice l’evangelista Marco, Erodiade odiava Giovanni e, quindi, alla prima occasione propizia approfittò per farlo eliminare.

Essere perseguitati, perciò, è molto facile e lo è anche oggi. Naturalmente le ragioni sono varie ma le più comuni riguardano le persone che con le loro denunce mettono a rischio i piani e i progetti di coloro che intendono continuare a vivere per soddisfare in maniera disonesta o in barba alle regole della buona vita i loro egoismi.

Eppure il cristiano per non tradire la fede non può perdere il coraggio di esprimersi per portare la buona notizia del Vangelo in ogni ambito di vita anche quando le sue parole possono infastidire i vari manovratori.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,17-29
 
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *