Gesù guarisce. È Lui che, oggi, prende l’iniziativa. Vede un bisogno e interviene liberando la donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni. Capita che ai benpensanti, agli uomini della religione, questa libera iniziativa di Gesù non piace e lo rimproverano. Gesù che è anche “uomo di fede” li chiama “Ipocriti” e li ridicolizza davanti al popolo che, invece, intuisce la via buona che Gesù pratica e testimonia: fare il bene dell’altro sempre ed in ogni circostanza anche quando non ci è espressamente richiesto. Gesù si fa testimone dell’Amore e pur potendo essere Maestro e lo è preferisce essere uno che da l’esempio. Se vogliamo possiamo imitarlo. Non c’è bisogno di parole (se servono anche quelle) ma piuttosto di azioni concrete di bene.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,10-17
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Parola del Signore.