Tutti gli articoli di eremo

Porte chiuse

Pace a voi”! – Grazie per essere venuto.

La paura ci abita e il timore di morire si è impadronito della vita. Abbiamo chiuso porte e finestre sbarrato l’ingresso delle case. Rafforzato le misure di protezione con i lucchetti e non sappiamo che fare.

Gesù entra comunque nelle nostre case allo stesso modo di come fece dopo la Pasqua, “il primo giorno della settimana dove si trovavano i discepoli”.

Pace a voi” .

Ecco sembra di vederlo mentre mostra mani e fianco. E dopo aver donato ancora “Pace” soffia su di loro e dona lo Spirito Santo.

Tommaso, assente, tornato non crede. Dopo otto giorni Gesù torna e lo invita a credere e a toccare le sue ferite. E, forse, è proprio nel nostro dolore e nella nostra sofferenza che possiamo vedere e toccare Gesù.

Oggi, domenica in Albis e domenica della Misericordia, Gesù entra nelle nostre case e più ancora nei nostri cuori, soffia il Suo Spirito e ci invita a portare l’annuncio della Sua risurrezione e il Suo Amore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

   Parola del Signore

Andate per le strade

La bufera avvolge l’aria, agita la terra e scuote gli alberi della foresta. Il vento soffia forte e spazza via tutto ciò che incontra, distrugge amicizie e amori. È in questo drammatico scenario che Gesù muore in croce.

Gli apostoli sono avvolti dalla tormenta e i cuori impauriti e smarriti hanno iniziato a battere forte. Non era né facile né scontato riempire il vuoto di un’assenza cosi straordinaria. Smarriti, disorientati, soli, svuotati, terrorizzati, quando sono sul baratro del precipizio APPARE GESÙ. La luce abbagliante della sua presenza squarcia la realtà e offre coraggio e speranza agli sfiduciati. La vita riprende vigore.

Questa esperienza è, oggi, la nostra storia, la storia del giorno di Pasqua che deve diventare la storia ordinaria, quotidiana e illuminante capace di aiutare l’esistenza. Ed invece, noi, duri di cuori e tardi a credere; scettici e dubbiosi facciamo fatica a “vedere Gesù”. Siamo uomini di poca fede che, però, Gesu chiama ad andare per le strade del mondo per raccontare il nostro incontro con Lui e come Lui, con il Suo Amore, ha cambiato la nostra vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

   Parola del Signore

Gettate la rete

 Sulla parola, sulla Tua Parola … Fidarci e affidarci sembra non essere più un valore. Cerchiamo certezze ma non ci sono. Pretendiamo di realizzare i nostri desideri e non i sogni di Dio. Il mistero ci fa paura mentre è proprio in quel Mistero che si nasconde il piano di Dio. Abbiamo smarrito il senso e il valore dell’affidarci. Crediamo solo a ciò che vediamo e solo a ciò che tocchiamo. Ed è così che l’infelicità ha preso possesso dell’umanità. Abbiamo sostituito Dio con il potere, con il denaro e con il successo.

Oggi anche noi siamo invitati a gettare le reti, anche noi siamo chiamati a fidarci del Signore. È Lui che muove la storia mentre noi, poveri illusi, crediamo di essere qualcuno. Crediamo di essere noi gli artefici di ogni cosa e poi basta un invisibile virus a cambiare le nostre vite. Nemmeno il più ricco e potente fra gli uomini è riuscito o ha provato a fermare la folle corsa del covid19 che sta seminando paura e morte.

Da quando l’uomo ha smarrito il senso e il valore di fidarsi e di affidarsi al Signore il male non trova più ostacoli e il cuore dell’uomo non riesce più a guidarlo verso scelte di vera felicità.

Solo affidandoci al Signore, invece, potremo ritrovare quella vita buona che vive nei desideri puri e belli che il creatore ci ha donato. Sta proprio in quei desideri semplici e che ci accarezzano la vita che potremo trovare la serenità e la gioia per la quale siamo nati.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

   Parola del Signore

Essere testimoni

Di fronte al nuovo siamo impauriti. Le novità ci spaventano. Abbiamo tutti bisogno di sicurezze. Oggi, il covid19, ha fatto emergere le nostre fragilità, le nostre paure, le preoccupazioni e siamo sempre meno certi del futuro. Nulla è per sempre e oggi stiamo imparando a capire che nemmeno il futuro sarà come il passato. D’altra parte, lo sappiamo bene: il futuro non è mai stato come il passato. Il cambiamento fa parte della vita e vi sono momenti topici nei quali i cambiamenti sono repentini e totalmente imprevisti ed imprevedibili.

Nessuno degli apostoli poteva immaginare la passione e la morte di Gesù e, fatto ancora più eclatante, nessuno poteva immaginare che il Cristo risorgesse dai morti. Per credere, infatti, abbiamo bisogno di guardare e toccare. A volte, lo sappiamo, non basta nemmeno questo.

Gesù, oggi, però, ci invita, ancora una volta, a credere in Lui. Ci chiama a dimostrarlo proponendoci di vivere da Risorti, cioè da donne e da uomini testimoni del suo Amore. Egli ci vuole appassionati innamorati dei crocifissi della storia. Ci chiede di essere pazienti e umili pellegrini in cammino sulle sue orme. Gesù ci chiama a cambiare vita e a perdonare chiunque ci ha fatto, ci fa o ci farà del male. Questo è il compito del “testimone”: ” Amare e Perdonare“.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

   Parola del Signore

Resta con noi

Quando il sole tramonta e calano le ombre, quando la sera della vita si fa prossima e la notte è più vicina, la tristezza bussa alla porta del cuore e la paura avanza. È questo il tempo nel quale si fa urgente cercare un sostegno, un tetto che ripara, un porto dove rifugiarsi e trovare protezione.

Smarriti e disillusi, i due discepoli di Emmaus, incontrano Gesù sulla strada e subito il cuore riprende a battere forte. L’emozione provoca forti vibrazioni che ridanno fuoco alla vita. Le Parola di Gesù sollevano l’esistenza e fanno volare i pensieri. Le donne, la tomba vuota e gli angeli … Poi Gesù accoglie l’invito ed entrò per restare con loro e quando spezzò il pane ai discepoli si “aprirono gli occhi e lo riconobbero”.

Il mistero si fa “presenza” e la presenza offre certezza ai cuori che ora gridano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

   Parola del Signore

Ho visto il Signore

Vedere e annunciare. Il coraggio di essere testimoni quando tutto il resto del mondo corre come se Gesù non ci fosse. È questo, probabilmente, il compito più difficile che attende le donne e gli uomini. Raccontare Gesù nell’agire nella vita quotidiana, e, saperlo fare bene, infatti, è l’arduo compito che ci viene affidato. È questa la via privilegiata per annunciare il Cristo risorto. Si, perché siamo chiamati ad annunciarlo nella vita quotidiana, nei luoghi ordinari dell’esistenza, la dove possiamo davvero “vederlo, incontrarlo e servirlo“. Ogni volta che lo facciano siamo gli Apostoli del Signore, i suoi testimoni. Per farlo occorre sapersi convertire ogni giorno e restare fedeli.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

   Parola del Signore

Crocevia

Il lunedì dell’Angelo 2020 è, per davvero, un crocevia del tempo e della storia. Seduti nel piccolo orto giardino leggiamo “il passo del vento” di Mauro Corona e Mauro Righetti, un sillabario alpino. Ci fermiamo un attimo alla voce “crocevia” (forse allargando la foto -che trovate alla fine di questo testo- potete leggere, anche voi,le prime righe).

È una immagine potente, soprattutto oggi, che viviamo il tempo del coronavirus. L’invito che riceviamo in questo pezzo di storia che siamo chiamati a vivere ci chiede di fare delle scelte fondamentali. C’è chi, finora, nella propria vita, non è ancora riuscito a prendere una direzione, altri che lo hanno gia fatto ma, oggi, è arrivato un tempo, ed è questo, nel quale la forza delle circostanze ci sollecita a scegliere o a cambiare le scelte già fatte. Indugiare ancora sarebbe davvero follia. Siamo invitati ad aprirci al mistero, a percorrere strade nuove, inesplorate, dove l’avventura si appropria dei giorni, delle ore, dei minuti e di ogni più piccolo secondo. Che faccio? Che facciamo? Di fronte a noi ci sono anche tanti piccoli segnali che vogliono vincere la nebbia ed evitare di portarci fuori pista. Da giovane, riflette Mauro Corona, puoi tornare indietro, noi alla nostra età non possiamo. Molto, ormai, è stato fatto. La linea è tracciata e il covid19 fa il resto condizionando la strada. Guardiamo il passato e non lo giudichiamo ma siamo contenti di aver dato un senso alla strada percorsa che ci ha portato a riconoscere nell’eremo una possibilità di essere. Abbiamo tentato molto e, se Dio vorrà, proseguiremo a scrivere qualche parola, forse qualche riga ancora. Abbiamo creduto e crediamo nella semplicità, nella essenzialità, nella sobrietà e passo dopo passo l’eremo, piccola Chiesa domestica, ha preso forma accompagnata dai nostri amici camaldolesi che ci hanno accolto, aiutandoci a leggere il nostro vissuto e il nostro presente per poi immaginare anche un possibile futuro. Mai come oggi diciamo grazie a don Innocenzo Gargano e madre Michela Porcellato e a tanti altri che prima di loro ci hanno accompagnato e che portiamo nel cuore. Oggi, con il senno di poi, possiamo dire che al crocevia che ci ha portato fin qui siamo stati aiutati a fare una buona scelta, qualcuno potrebbe dire “profetica” ma stiamo correndo troppo. Il vento dello Spirito ci ha sollevato fino ad immaginare l’eremo, piccola Chiesa domestica, in un tempo (allora) nel quale nessuno avrebbe mai potuto pensare che l’umanità avrebbe dovuto vivere questo tempo attuale. Lo abbiamo immaginato quando il mondo correva in un’altra direzione e c’era chi, e forse c’è ancora, crede che tutto tornerà come prima. Noi siamo convinti che il passato non tornerà più in quel modo. Intanto, ora, siamo “tutti a casa”, tutti protetti nelle nostre domus, con il mondo fermo. Risorgeremo certamente. Ma il futuro, come pian piano in numero sempre più ampio di persone, stiamo comprendendo non sarà più come il passato. Davvero, per certi versi, dobbiamo dire Grazie. Grazie perché saremo costretti ad abbandonare le folla corsa del passato, dovremo abbandonare certe abitudini stressanti, dovremo lasciare perdere il consumismo e tante vecchie abitudini che non potranno più appartenere alla vita quotidiana. Il coronavirus ci ha messo di fronte un nuovo mondo e ci ha fatto scoprire tutta la nostra fragilità. Oggi abbiamo l’opportunità di aprire testa e cuore alla solidarietà, al dialogo, a rapporti più autentici. abbandonando maschere e finzioni. Anche la mappa del cosiddetto “potere” sarà ridisegnato a tutti i livelli e in tutto il pianeta. Beh, ci fermiamo. È tempo di preparare qualcosa da mangiare. Oggi carbonara e carne alla brace. Avremo tutto il tempo, finalmente, per riflettere e per contemplare questo meraviglioso creato.

Buon lunedì dell’Angelo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Presero il denaro

Il male si esprime in tanti modi e spesso va a braccetto con la menzogna e con il denaro. Ieri come oggi si costruiscono “fake news”, false notizie, “verità” che sono bugie. Alla base c’è quasi sempre invidia, gelosia, brama di potere, ipocrisia. In questo modo si rovina e distrugge la convivenza sociale, la vita e la reputazione delle persone. Il male sembra godere di se stesso ma è inevitabile che rende la vita di chi lo pratica un inferno fin da subito. I tesori accumulati in questo modo, il successo costruito danneggiando gli altri e il potere conquistato con questo stile non danno la felicità.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

   Parola del Signore

… E vide e credette

Buona Pasqua

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

   Parola del Signore

Sabato santo

Oggi è il giorno del SILENZIO. Nessun commento solo un suggerimento per la riflessione personale.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo».
(PG 43, 439. 451. 462-463)
La discesa agli inferi del Signore
  Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
  Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
  Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
  Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
  Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
  Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
  Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
  Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».