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Perfetti nell’unitá

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,20-26

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Parola del Signore.

Il Vangelo di oggi ci ha, immediatamente, fatti venire in mente una delle primissime parole che ci ha donato Papa Leone XVII che vi proponiamo come meditazione per oggi:

“L’unità della Chiesa – chiede Papa Leone a fratelli e sorelle «vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio». Una «Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato».
Il tempo presente – riconosce Papa Prevost – è lacerato da «troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri». E in «questa pasta» i cristiani sono chiamati a essere «un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità». Sono chiamati «a dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno», esorta il Pontefice, ripetendo la frase di Sant’Agostino da lui scelta come motto episcopale.

«In Illo uno unum» («In Lui siamo una cosa sola»)

Così indica quale è«la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace».

Buon cammino nell’Unità

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi❤️

Siano una cosa sola, come noi

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,11b-19

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Parola del Signore

Custodire è parola che rassicura e tranquillizza. La richiesta di Gesù al Padre perchè ci custodisca dal maligno è, perciò, molto interessante e ci offre la certezza di un Amicizia che si preoccupa del nostro presente e del nostro futuro. Ma la custodia non basta. Gesù infatti la chiede perchè ogni uomo possa ricevere la “pienezza” della sua gioia. Ma che bello! Avere dentro di noi la “gioia” del Signore. Perchè “gioia” e “custodia” possano poi concretamente svilupparsi Gesù ci lascia la sua Parola di verità. Ed è la certezza di essere custoditi e rafforzati dalla Parola della verità a darci la gioia che ci sollecita e ci spinge ad andare per le strade del mondo come testimoni capaci di essere a Servizio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Padre, é venuta l’ora

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,1-11a

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Parola del Signore.

In un tempo e in un mondo come quello che viviamo tutto proiettato verso i “miti” del piacere, del successo e del denaro parlare di vita eterna, di glorificazione come innalzamento sulla croce non é facile ed é anche facile immaginare il comune rifiuto. Ma Gesù non ha paur dei nostri “no”, non di scoraggia di fronte alle scelte diverse delle donne e degli uomini, Gesù se ne fa carico e prega il Padre. Ricorda di averci donato le Parole del Padre che sono guida e sostegno, che danno forza e coraggio a chi decide di Ascoltarle e Viverle.

Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Abbiate coraggio

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,29-33

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Parola del Signore.

Le strade, le piazze, i luoghi di lavoro, le case e le chiese sono spesso piene di volti tristi e di donne e uomini smartiti, a volte stanchi o delusi dalla vita. Manca qualcosa, … Manca qualcuno. Abbiamo perso lil sentiero che dona il coraggio e la forza per affrontare la vita. Ci mancano i punti fermi che abbiamo cercato di sistituire con le cose, con i desideri superiori alle possibilità e viviamo sempre ansiosi, impauriti e non vediamo vie di sbocco. Spesso ci isoliamo ancora di più e la situazione si fa ancora più difficile.

E allora? Allora l’unica vera, autentica e duratura soluzione é cercare di recuperare una relazione profonda con colui che al prezzo della vita ha vinto il male con il bene. Nessun male può vincere contro il bene offerto totalmente in dono. Compiere questo passaggio dalla “morte” alla “vita” allora é un compito e una responsabilità che siamo chiamati a fare. Ed é qualcosa che possiamo fare solo e solo se lo decidiamo restando in Dio che é Padre.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti quelli che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo.

San Giovanni della Croce

Un bene piú forte

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24,46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Parola del Signore.

Siamo nel tempo dell’evangelizzazione. Tutti chiamati a portare la buona notizia che é gioia ed Speranza ad un mondo che anche in questo appare nella morsa del male. Eppure, questa, é solo un’impressione. Distratti o, in qualche caso rapiti dal pessimismo, ci pare che il male prenda il sopravvento. Ma non é così. Ogni battezzato, donna o uomo, é chiamato a testimoniare nel quotidiano che c’é un “Bene” più forte di ogni male; che c’é una gioia più vera e profonda; che esiste una Speranza che si fa, passo dopo passo, più piena e più realizzata.Con la certezza che tutto ciò si sta compiendo ognuno, con semplicità sia segno visibile di questa verità che cambia il mondo e lo modella sempre più secondo il piano misterioso di un Dio che é Padre. Ed é con Lui e per Lui che anche noi lo vediamo ascendere al cielo lì dove ci aspetta a braccia aperte.

Franca e Vincenzo, Eremo di Famiglia

Benedetta tu fra le donne

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-56
 
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.

Tutto avviene perché Maria si é fidata e ha scelto di accogliere la Parola pronunciata dallo Spirito nel suo cuore. Da quel momento Ella é stata capace di compiere tanti gesti inusuali e pienamente liberi in un contesto socio-culturale legato a solide tradizioni.

Maria appare davvero una donna libera e capace di sfidare le tradizioni per rinnovarle e rompere vecchi tabú.

Maria é benedetta e porta benedizioni ovunque va perché sa costruire relazioni, sa Servire e sa fare del bene a chi ne ha bisogno.

Maria é la “donna” nuova. É forte, tenera, premurosa, ferma e determinata. É “donna” in senso pieno perché é stata capace di raccogliere tutto l’antico e renderlo nuovo.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Volontario al Giubileo 2025 (terza parte). Dalla tristezza alla gioia

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,20-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Parola del Signore.

Si può piangere e si può soffrire mentre altri si rallegrano. Si può stare nella tristezza e soffrire e restare avvolti da un dolore e conservare la gioia nel cuore. Sembra un controsenso, una finzione ma non è così. In questi giorni di servizio all’Infopoint di Via della Conciliazione 7 mentre una marea umana sfilava verso Piazza San Pietro per attraversare la Porta Santa e altrettanta faceva ritorno in senso contrario due clochard, tutti giorni alla stessa ora entravano nel centro per prendere un caffé. Lo facevano con estrema semplicità, allo stesso modo e come tutti, esattamente in maniera identica. Entravano, salutavano guardandoti come tutti e arrivati alla macchina inserivano le monetine e dopo aver scelto il tipo di caffé attendevano di ritirarlo allo sportello. Consumavano il caffé con calma, poi, con educazione, uscivano salutavano e attendevano la risposta.
Sono scene ordinarie ma anche speciali; sono proposte viventi di una realtá che invita tutti noi a riflettere. Ma non finisce qui. Basta girare un pò per le stradine che circondano Piazza San Pietro ma anche dentro la stessa piazza che puoi vedere tanti clochard mescolati tra i cosiddetti normali. Dicono che da qualche tempo il loro numero é aumentato e che nella schiera sono entrati anche tanti anziani che con le pensioni da fame non ce la fanno. Per molti dei “normali” i clochard non esistono e c’é chi vorrebbe quasi mandarli via per un maggior “decoro”. No, a dispetto di tutti, i barboni sono li: vigili e attenti, rispettosi, silenziosi, educati e tranquilli. Si mischiano con gli altrirl e con gli altri costruiscono sogni. E si sa, i sogni fanno gioire … Sono loro i migliori custodi della gioia che non finisce … Si, i clochard che i perbenisti non vedono e non vogliono vedere sognano e, proprio in Piazza San Pietro, papa Francesco ha dato loro un posto.

Sognano i clochard perché sono donne e uomini come tutti e, probabilmente, migliori. …

“Buongiorno, -mi dice uno di loro con barba e capelli grigi, entra tranquillamente nell’Infopoint, prende il suo caffé, lo gusta con calma, si guarda intorno e pian piano esce portando in spalla la sua casa . Esce e rinnova il suo “Buongiorno” accompagnandolo con un sorriso e attende la mia risposta. “Buongiorno” rispondi. Poi esce e lo vedo allontanarsi con tutta calma verso Piazza San Pietro. …

“Buona giornata a te che hai letto”.

Vincenzo, dall’Infopoint di Via della Conciliazione 7

La Gioia “promessa”

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Parola del Signore.

Gioia, questa é la “promessa” e la “profezia” del Maestro in un mondo di ieri (ma anche di oggi) che vive tra dubbio, incertezza e, purtroppo, anche indifferenza. Ed é questa la vera opposizione ad una vera Umanità. Essere indifferenti é l’anticamera che permette di infrangere ogni “regola” di vita. Quando si resta indifferenti di fronte al dolore, alla povertà, alla malattia, alla guerra, ai bisogni (veri) dell’altro significa che un virus disumanizzante si é impadronito del cuore e anche della testa.
Restiamo Umani!!! Questo é la prima, necessaria ed indispensabile (prima) pietra per costruire un’edificio (un corpo di Uomo vero) capace di essere in relazione, in dialogo e logicamente pieno di gioia autentica. A guidarci in questa costruzione c’é lo Spirito che accende luci e genera segnali che guidano il cuore e la mente verso la costruzione dell’unica Umanità possibile: solida, solidale, fraterna, collaborativa e piena di cura per ogni cosa animata o inanimata. La gioia risiede, appunto, nel riconoscimento di una Verità che appartiene all’intera Umanità al di là di ogni credo.

Volontario al Giubileo 2025 (seconda parte)

Il tempo scorre veloce, una settimana passa in fretta, troppo in fretta … ma i volti, le parole dette e quelle che avresti voluto dire e che hai evitato di pronunciare per pudore, rispetto e senso del dovere, … i sorrisi e qualche smorfia di dolore danno corpo al vissuto davvero intenso di questo Servizio volontario al Giubileo 2025.
Tornerò, torneremo (forse) per offrire ancora un pò di tempo per questo Evento e dare un piccolo ulteriore contributo ad un’organizzazione che sta accogliendo milioni di persone provenienti da ogni continente. Ci sono famiglie, giovani (tantissimi) … donne e uomini di ogni età e poi, quei gruppi che “sfilano” su via della conciliazione con quelle croci che sono segno e simbolo a livello planetario dei sobbalzi della vita e che accolgono il pianto e le preghiere che si alzano da corpi raccolti da un solo Spirito capace di mostrarsi con profili umani e con parole diversissime.
Qui ti rendi conto dell’immane lavoro organizzativo che uomini semplici come Ciarlie o Pino o … stanno coordinando. Ogni giorno i volontari sono divisi in piccole pattuglie e raggiungono le varie postazioni ruotando con il loro servizio per rendere il cammino dei pellegrini il più ordinato e comodo possibile. Tra i volontari tu immagini di trovate solo giovani o giovani adulti ed invece ti sbagli. Tra i volontari ci sono anche tanti anziani … Giuseppina di 82 e il marito di 88, Rita di 78 e il marito di 82 … Ma che ci fanno starai pensando? E invece ti sbagli. Anche loro con uno spirito che non immagini sono sempre presenti e puntuali e con precisione fanno il loro servizio prima di tornare alla “Domus spei” o in una Caserma che offre vitto e alloggi ad una parte dei volontari. Ci sono poi, Paola, Teresa, Francesca, Rosaria … Si, l’esercito dei volontari é un mix che rappresenta tutto il popolo di Dio e realizza un servizio davvero importante. Mi piacerebbe condividere cosa fanno i volontari quando non sono di turno. Scrivo che semplicemente visitano Roma e le sue straordinarie bellezze. É in questo frangente che prendono corpo e si consolidano le conoscenze offrendo l’occasione per far nascere relazioni piú solide e piú forti… Forse, tra qualche giorno, proverò ancora a dire qualche altra parola … Per ora mi fermo qui facendo parlare le immagini che, più delle parole, raccontano cosa significa fare servizio al Giubilio 2025. Ora sono le 23.16 ed é il momento di mettermi a letto e riposare.

E’ lo Spirito che ci fa liberi

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore.

É lo Spirito che ci fa liberi.