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Guardare oltre

Esiste una povertà ben più grande: non essere amato, desiderato, sentirsi escluso ed emarginato. (Madre Teresa)

Se ci guardiamo attorno, se osserviamo oltre le facciate esterne (oltre le maschere) non sarà difficile scoprire questo mondo di poveri. Forse anche alcuni di noi sono “esclusi” o “emarginati”. Alcuni lo avvertono altri, purtroppo, non se ne accorgono o, peggio, fanno finta di nulla (ignavi). I potenti del momento, quasi sempre mediocri figure mascherate, però, si avvalgono proprio di questo “strumento” per colpire chi non è gradito o non si adegua. Queste tristi figure di detentori del potere, così facendo, credono o pensano di far credere di essere migliori, di essere più bravi, più capaci di altri. Ebbene, questo esercizio del potere è noto, compreso e per nulla stimato. Ma non importa. La vita è piena di una bellezza che nessuna espressione del potere, anche quella più becera, potrà mai oscurare, perché il dono di Dio è immensamente più grande della mediocrità umana. Eppure chi è vittima dell’esclusione, chi è emarginato, chi è spinto al silenzio, chi non si sente amato o desiderato è un uomo ridotto in povertà. Chi si macchia di questa infamia è spesso un mediocre, incapace di accettare il confronto e, purtroppo, incapace di Amare. Quando l’escluso riesce a comprendere questo stato di cose riesce anche a scrollarsi di dosso la condizione di povertà e ha compassione dell’oppressore, riesce perfino a guardarlo negli occhi con sguardo pietoso e a pregare per lui. L’escluso consapevole, perciò, avrà pietà del suo carnefice e lo considererà il vero povero, l’uomo bisognevole di cura e di attenzione: l’uomo da amare. Farà del proprio meglio per aiutare il suo “carnefice” ad uscire da questa sua condizione e cercherà, perciò, di essere strumento dell’amore del Padre. Si sentirà “incaricato” di portare una testimonianza credibile del martirio. Il povero escluso, non amato, emarginato e messo in disparte si sentirà inviato dal Padre, titolare di una missione d’amore da compiere per salvare l’uomo del potere. Un uomo, questo, che con la sua azione quotidiana, spesso nascosta e mascherata da parole vuote, crede, magari, di compiere il bene mentre, in questo modo, sta solo offrendo alla sua vittima l’occasione per esercitare la sua missione d’amore. L’invito per tutti è quello di riuscire a guardare oltre fino al confine del nostro possibile, fidandoci e affidandosi a Dio Padre che ha sempre cura dei suoi figli.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Rifiutiamo la maldicenza e il disprezzo

Vangelo vivo: un versetto al giorno.
Da vivere il 22 maggio 2019

Mt dal capitolo 13 “Non è costui il figlio del falegname? … Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi”.

Quante volte accanto a noi si ripete questa situazione? Non facciamoci avvolgere dai pregiudizi o, ancora peggio, dalle maldicenze e non facciamoci noi stessi propagatori di menzogne denigrando gli altri per gelosia o per antipatia.

Franca e Vincenzo, osb-cam

La Parola nel cuore

Il Vangelo di oggi (Gv 21, 1-19) ci spinge a condividere qualche semplice pensiero e a condividerlo. Buona lettura.

Siamo stanchi;

affaticati, sfiduciati

la vita ha mortificato i sogni;

guardiamo al futuro con rassegnazione.

Come Pietro, riprendiamo a pescare;

come il piccolo resto abbiamo occhi spenti;

la fatica del quotidiano riprende vigore;

e i risultati sono magri, quasi nulli.

Sulla riva della spiaggia ecco un uomo;

egli ci invita a riprovare;

seguiamo la sua Parola

ed ecco il frutto del lavoro si fa abbondante.

Ora uno dei nostri riconosce quell’Uomo;

Pietro d’impulso gli va incontro;

arriviamo anche noi;

troviamo l’Uomo a preparare il cibo;

è li come colui che serve.

Ci chiede parte del pescato;

Pietro va a prenderlo

e lo fa stando attento a non strappare la rete;

Pietro evita di lacerare la comunità;

ha cura di tutti, nessuno escluso.

Al ritorno, l’Uomo Gesù lo interroga sull’amore;

Pietro assicura il suo bene tutto umano;

l’amore è qualcosa di più;

Pietro non è ancora pronto al martirio;

ma Gesù gli affida comunque il suo popolo.

Quando obbediamo a Dio e non agli uomini

tutto va meglio, tutto è più giusto.

Ci vuole coraggio per questo,

ci vuole la forza di una coscienza pacificata,

ed è questo che ci chiede Dio:

OBBEDIRE A LUI E NON AGLI UOMINI !!!


Luce nel buio

Ci sono stanze oscure e ambienti bui nei quali basta una sola piccola fiamma di candela per vincere le tenebre. Quella piccola luce porta con se nuove visioni capaci di ridare forza alla vita e grazia ai pensieri. Se a questa flebile luce se ne affianca un’altra la speranza prende corpo e si fa più concreta e, quindi, più capace di dare valore a relazioni spente. Credere in tutto questo è come dare corpo ad una vita nuova. Ognuno di noi può essere luce per l’altro e sconfiggere le tenebre di questo mondo.

Il pozzo nel deserto

Forse è tempo di ritornare a scoprire il pozzo nel deserto … una sfida personale per dare senso all’esistenza e pacificarla.
L’essenziale è invisibile agli occhi o meglio possiamo anche vederlo ma come metà da conquistare. Solo il cuore può davvero vedere l’invisibile agli occhi. In questo tempo, però, abbiamo perduto questo sentiero e l’uomo è sempre più perso nell’impegno a cercare cose materiali distruggendo l’esistenza e non trovando mai vera pace. E così tutto diventa fatica, sudore, lacrime mentre non riusciamo a vedere il bello che c’è in ciò che unisce. Non possiamo ridurre l’essenziale ad oggetti a cose materiali. Se lo facciamo restiamo prigionieri della materia mentre l’uomo pieno è spirituale. Non facciamo sottometterci al potere delle cose e degli altri.

Le croci del mondo

Dai migranti ai bambini abusati, dalle famiglie spezzate ai consacrati fedeli che vengono rifiutati.
Nella preghiera finale al Colosseo, le sofferenze di oggi.
“CHE IL SIGNORI CI AIUTI A VEDERE LE CROCI DEL MONDO”
Papa Francesco (19/04/2019)

«Signore Gesù aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo:

la croce delle persone affamate di pane e di amore;

la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;

la croce delle persone assetate di giustizia e di pace;

la croce delle persone che non hanno il conforto della fede;

la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;

la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici;

la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza;

la croce dell’ umanità che vaga nel buio dell’ incertezza e nell’ oscurità della cultura del momentaneo;

la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’ omicida leggerezza e dall’ egoismo;

la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati;

la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore;

la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei;

la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante;

la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati;

la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall’ interno e dall’ esterno;

la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’ avidità e dal potere.

Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen!».

Vi ho dato l’esempio

L’esercizio del potere è il chiaro segno di chi tradisce il Vangelo. Escludere l’altro, evitarlo, non accoglierlo, non perdonarlo, umiliarlo indica che abbiamo bisogno di conversione. Siamo ancora in tempo!!!

«… Ognuno di noi deve essere servitore degli altri. Questa è la regola di Gesù e la regola del servizio: non dominare gli altri, non umiliare gli altri». Papa Francesco

Franca e Vincenzo, osb-cam

La “parola” di oggi è TRADIMENTO

Continuiamo oggi a rilanciare il percorso di riflessione proposto dalla Comunità di San Biagio che ci aiuta a mettere a fuoco un po’ delle nostre esistenze.

AMICI E SERVITORI DELLA PAROLA
16 aprile 2019 – MARTEDì DELLA SETTIMANA SANTA

DALLA PAROLA DEL GIORNO
“È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
(Gv 13, 26-27)

COME VIVERE QUESTA PAROLA?
Oggi la parola che potremmo approfondire è TRADIMENTO. Gesù sapeva che sarebbe stato tradito. Sapeva sempre di essere tradito e “tradibile”: Pietro, Giovanni e Giacomo lo avevano già dimostrato, banalizzando le sue parole, non riconoscendolo più come amico, o pretendendo un’organizzazione gerarchica attorno a Lui, che prevedesse primi e secondi. Giuda continua la sequenza: la delusione dopo anni di entusiasmo lo porta a vendere Gesù, a sbarazzarsene.
Tutto molto riscontrabile anche nella nostra vita: ci piacciono persone, idee, progetti; poi, quando invecchiano o non si rivelano più così entusiasmanti, li “tradiamo”, li passiamo di mano ad altri, ad altro. Non li conosciamo più. Tutto è pronto per essere gettato nella spazzatura.
Gesù conosce questa postura dell’anima e sembra volerci dire che la questione è passare dall’essere spettatori entusiasti a protagonisti attivi, che condividono la stessa sorte. Quel boccone intinto, quel pezzo di pane imbevuto di vino è segno della necessaria condivisione, della comunione nella buona e nella cattiva sorte, nella compartecipazione del dolore, della sofferenza, come della gioia e della gloria.

Signore, avevi già detto ai tuoi “siete disposti a bere il calice che io berrò?”. Ti avevano detto di sì, ma non era vero. Perdonali, perdona la loro e la nostra debolezza e vigliaccheria e sostienici.

LA VOCE DI UNO SCRITTORE
“Un tradimento uccide soltanto gli amori già morti. Quelli che non uccide a volte diventano immortali.”
(Massimo Gramellini)

Commento di Sr Silvia Biglietti FMA
Casa di Preghiera San Biagio www.sanbiagio.org info@sanbiagio.org

La “parola” di oggi è SPRECO

In questi giorni della Settimana Santa abbiamo pensato di condividere le riflessioni della Comunità di San Biagio, dove tra le altre vive la nostra amica Suor Maria Pia Giudici.

AMICI E SERVITORI DELLA PAROLA
15 aprile 2019 – LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

DALLA PAROLA DEL GIORNO
“Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”
(Gv 12, 3)

COME VIVERE QUESTA PAROLA?
Lo spreco… il primo giorno della settimana santa ci invita a riflettere sullo SPRECO. Quella cosa che noi produciamo senza rendercene conto, per pigrizia, poca avvedutezza, per cui sciupiamo risorse a non finire: materie prime naturali, dell’ambiente, inquinando, usando e gettando, non riparando, non riciclando; ma allo stesso modo, con la stessa incoscienza, sprechiamo tante risorse di persone, umiliandole, discriminandole, non permettendogli di crescere, o formandole secondo educazioni non liberanti e ottuse. Per poi denunciare altre situazioni che definiamo spreco solo perché quelle risorse non sono riservate a noi. Nella logica egocentrica e poco riflessiva è spreco tutto quello che non posso usare io… non è spreco quello che butto via io.
Maria ci insegna un altro modo di essere consapevole e di possedere. I beni sono utili e utilizzabili, sempre in vista delle persone. Il bene delle persone è frutto del loro riconoscimento: riconosco che hai bisogno di casa, di salute, di istruzione, di mangiare, di socializzare, di studio, di benessere e tutto quello che concorre a soddisfare ciò, non è spreco. Nel riconoscere le persone non ci si ferma comunque ai bisogni primari e si possono mettere in luce gli aspetti più belli delle persone, permettendo ad essi di esprimersi. Maria ha riconosciuto Gesù come la persona più bella, amabile, buona e per lui è disposta a tutto. I suoi 300 grammi di profumo prezioso lei li versa su di lui, senza pensare che siano uno spreco. Lei ha cosparso Gesù di profumo con i suoi capelli che ne sono rimasti impregnati. L’effetto di questi gesti produce un aroma che si diffonde oltre i due e riempie la casa.

Signore, questo profumo sarà anche segno che anticipa la tua sepoltura, ma è soprattutto segno e pegno di amore senza fine!

LA VOCE DI UNA TESTIMONE
“Ho una vita sola e non posso sprecarla, voglio viverla per qualcosa di grande, per qualcosa che non passa: soltanto Dio non passa, solo l’amore resta.”
(Chiara Amirante)

Commento di Sr Silvia Biglietti FMA
Casa di Preghiera San Biagio www.sanbiagio.org info@sanbiagio.org