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Partenze necessarie

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,5-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Parola del Signore.

A volte le partenze sono non solo necessarie ma anche occasione di crescita e di assunzione di responsabilità. Occorre, quindi, essere consapevoli che esiste un progetto che dobbiamo scoprire vivendo e fidandoci di un Dio che é Padre.

Volontario al Giubileo 2025 (prima parte)

Siamo in tanti a fare un’esperienza di volontariato al Giubileo 2025. Molti sono qui da mesi (sono i “fissi”), alcuni, come me (i “mobili”) per alcuni giorni. Viviamo insieme alla Domus spei a pochi passi dal Vaticano. Abbiamo colazione, pranzo e cena in mensa e un turno di almeno sei ore di servizio. In breve vi racconto qualcosa. Per ora sono stato impiegato alla Porta di Bronzo (qui c’é un crocevia di persone che si incrociano e occorre “regolare” il traffico) mentre ieri sono stato impiegato all’infopoint su Via della Conciliazione. Tra sabato e domenica sono transitate quasi 20000 persone (iscritte) ma forse erano in più. Tanti volti, tante lingue, i più diversi colori della pelle, … facce curiose, sorrisi (tanti), richieste di informazione e storie … Ma é soprattutto tra i volontari che nascono relazioni e ci si scambia non solo il telefono ma si creano conoscenze e ci si racconta. É abbastanza facile aprirsi e stabilire un feeling emotivo e per certi versi di reciproca simpatia. Paola, Valentina, Emanuela, Francesca, Teresa, Carlo, Giuseppina, … Ogni nome una storia, mille storie, tanta sofferenza ma anche gioia e sorrisi pieni di Speranza (e non potrebbe essere che così in un Grande evento di popolo che davvero coinvolge il mondo) … Poi ci sono gli incontri che non ti aspetti e che ti sorprendono … C’é la semplicità di chi come Mons. Fisichella (Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, il dicastero che ha il compito di organizzare il Giubileo) viene di persona a salutare i volontari con uno stile di sobrietà, di Servizio e di autorevolezza che ti apre il cuore. É bello essere qui anche se ho 63 anni e sto con tantissime/i ragazze/i pieni di entusiasmo e voglia di fare. Davvero una grande opportunità di crescita … Un’esperienza da vivere per poterla comprendere.
Beh credo di essermi allungato un pò ma in questi giorni proverò ancora a raccontare qualcosa di questo straordinario momento che sto vivendo nel cuore della cristianità.
Sono le 5,13 e tra poco mi alzerò per fare colazione … Alle 7 in punto devo essere con gli altri volontari all’Infopoint per cominciare il mio terzo turno … A presto.

La potenza che custodisce

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,23-29

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore.

C’è una potenza che emerge dalla Parola di oggi (Gv 14,23-29) che, vi confessiamo, ci fa tremare e ci emoziona. È una potenza che custodisce, che dona coraggio e forza anche a chi, come noi, con semplicità e spontaneità vive la chiamato a testimoniare con l’Ascolto, l’Obbedienza, la Fedeltà ad una Grazia che abbiamo ricevuto. Tutti, infatti, siamo “chiamati” a vivere “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia” il nostro tempo sapendo che così e solo così diamo senso e valore alla Pace di Cristo che ci è stata “lasciata” per sostenerci nella pazienza, nella sopportazione e nella gioia che si prova ogni volta che riusciamo, senza merito, a spingere i nostri passi un pochino oltre. Obbedire, nel silenzio operoso, con mitezza e semplicità è questa la fonte della gioia sapendo bene di essere Amati da Dio.

Franca e Vincenzo, Eremo di famiglia 

Vi ho scelti io dal mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.

Abbiamo bisogno di forza, di coraggio … abbiamo bisogno di continuare a Sperare anche contro ogni evidenza. Anche se odiato, perseguitato, offeso e ignorato il cristiano continua a fare la Volontà del Padre. É il Signore che chiama ad abbandonare per sempre la logica oppressiva di questo mondo abitata dall’odio, dalla gelosia, dal rancore, dall’invidia per abbracciare la logica di Dio. Non siamo servi ma Amici e sappiamo che Gesù ci ama e ha dato la vita per la nostra salvezza.

Diamoci da fare finché possiamo, non cediamo alla tentazione del male, restiamo veri, restiamo umani … il mondo, questo mondo rovesciato ha ancora bisogno di testimoni credibili. Gesù ci ha chiamati ad Essere non ad avere. Ci ha chiamati ad Essere Veri e non finti. Ci ha chiamati a portare la buona notizia con la vita.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

PS Da oggi sarò impegnato come volontario al Giubileo per alcuni giorni. Vi terrò informati.

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore.

Parlare o dire che cosa è l’Amore è complicato. Certamente è qualcosa di diverso dal semplice voler bene. Forse il libro “Il Piccolo Principe” può darci qualche dritta per entrare un pò di più in questo mistero.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Da Il Piccolo Principe:

“Il piccolo principe strappò anche con una certa malinconia gli ultimi germogli di baobab. Credeva di non tornare mai più. Ma tutti quei lavori consueti, quel mattino, gli sembravano estremamente dolci. E quando, innaffiò per l’ultima volta il suo fiore, e si preparò a metterlo a riparo sotto una campana di vetro, scoprì che aveva una gran voglia di piangere.

Addio, disse al suo fiore.

Ma lui non gli rispose.

Addio, ripeté.

Il fiore tossì. Ma non era perché fosse raffreddato.

Sono stato uno sciocco, disse infine al fiore. Scusami e cerca di essere felice.

Restò colpito dalla mancanza di rimproveri, e rimase lì sconcertato, con la campana di vetro sospesa per aria. Non riusciva a capire quella dolcezza.

E sì, ti amo, disse il fiore. Tu non lo hai saputo per colpa mia. Questo non ha alcuna importanza. Ma tu sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice e lascia quella campana di vetro. Io non lo voglio più.

(…) Poi aggiunse: Non indugiare ancora, è fastidioso. Hai deciso di partire. Allora vai.

Non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso…

🥰

Amare è desiderare il meglio dell’altro; è permettere all’altro di essere felice, anche quando le sue scelte sono diverse dalle nostre. L’Amore è disinteressato ed è un dono volontario; un darsi completamente. L’Amore vero non farà mai soffrire.

Rimanete nel mio Amore

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Parola del Signore.

Gesù dona la “gioia” … Questa “gioia” è la certezza di essere Amati da un Dio che è Padre, da un Dio che è presente SEMPRE che da forza e coraggio nell’affrontare la vita. Avere nel cuore questa certezza ci dona ciò di cui abbiamo bisogno per affrontare la vita anche quando le circostanze sono sfavorevoli o il male (qualsiasi) ci vorrebbe trascinare nella tristezza. Restiamo nell’Amore di Gesù amando il nostro prossimo con il coraggio e la forza di essere sempre veri e autentici e senza finzioni di circostanza. Forse è proprio vero che l’indifferenza è il peggiore disprezzo e se la subiamo preghiamo uniti al nostro Maestro che ci chiede di Amare sempre e comunque.

Buona giornata

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Amati e chiamati a stare

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.

Non so se hai voglia e tempo ma queste parole del papa mi hanno molto colpito … Siamo amati così come siamo e per quello che siamo … abbiamo un compito che solo noi possiamo portare a compimento.

Vincenzo diacono e Franca, oblati camaldolesi ❤️

Omelia del Santo Padre Leone XIV Visita al Sepolcro di San Paolo Basilica di San Paolo fuori le Mura
Il brano biblico che abbiamo ascoltato è l’inizio di una bellissima lettera indirizzata da San Paolo ai cristiani di Roma, il cui messaggio ruota attorno a tre grandi temi: la grazia, la fede e la giustizia. Mentre affidiamo all’intercessione dell’Apostolo delle genti l’inizio di questo nuovo Pontificato, riflettiamo insieme sul suo messaggio.

San Paolo dice prima di tutto di aver avuto da Dio la grazia della chiamata (cfr Rm 1,5). – anche io sono chiamato, anche noi (tutti) lo siamo- Riconosce, cioè, che il suo incontro con Cristo e il suo ministero sono legati all’amore con cui Dio lo ha preceduto, chiamandolo ad un’esistenza nuova mentre era ancora lontano dal Vangelo e perseguitava la Chiesa. Sant’Agostino – anche lui un convertito – parla della stessa esperienza dicendo: «Cosa potremo noi scegliere, se prima non siamo stati scelti noi stessi? In effetti, se non siamo stati prima amati, non possiamo nemmeno amare» (Discorso 34, 2). Alla radice di ogni vocazione c’è Dio: la sua misericordia, la sua bontà, generosa come quella di una madre (cfr Is 66,12-14), che naturalmente, attraverso il suo stesso corpo, nutre il suo bambino quando è ancora incapace di alimentarsi da solo (cfr S. Agostino, Esp. sul Salmo 130, 9). – per esempio io sono scelto per essere sposo e diacono, tu per …. , ognuno di noi ha un compito ed è chiamato a realizzarlo con fedeltà… nessuno può impedircelo, nessuno!!!-

Paolo, però, nello stesso brano, parla anche di «obbedienza della fede» (Rm 1,5), e pure qui condivide ciò che ha vissuto. Il Signore, infatti, apparendogli sulla via di Damasco (cfr At 9,1-30), non lo ha privato della sua libertà, ma gli ha lasciato la possibilità di una scelta, di una obbedienza frutto di fatica, di lotte interiori ed esteriori, che lui ha accettato di affrontare. anche io sono invitato ad obbedire nella fede- La salvezza non viene per incanto, ma per un mistero di grazia e di fede, di amore preveniente di Dio, e di adesione fiduciosa e libera da parte dell’uomo (cfr 2Tm 1,12).

Mentre allora ringraziamo il Signore per la chiamata con cui ha trasformato la vita di Saulo , -e ha trasformato anche la mia, la tua … e quella di tutti- gli chiediamo di saper anche noi rispondere ai suoi inviti allo stesso modo, facendoci testimoni dell’amore «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Gli chiediamo di saper coltivare e diffondere la sua carità, facendoci prossimi gli uni per gli altri (cfr Francesco, Omelia dei II Vespri nella Solennità della Conversione di San Paolo, 25 gennaio 2024), nella stessa gara di affetti che, dall’incontro con Cristo, ha spinto l’antico persecutore a farsi “tutto a tutti” (cfr 1Cor 9,19-23), fino al martirio. Così, per noi come per lui, nella debolezza della carne si rivelerà la potenza della fede in Dio che giustifica (cfr Rm 5,1-5).

Questa Basilica da secoli è affidata alla cura di una Comunità benedettina. Come non ricordare, allora, parlando dell’amore come fonte e motore dell’annuncio del Vangelo, gli insistenti appelli di San Benedetto, nella sua Regola, alla carità fraterna nel cenobio e all’ospitalità verso tutti (Regola, capp. LIII; LXIII)?

Ma vorrei concludere richiamando le parole che, più di mille anni dopo, un altro Benedetto, Papa Benedetto XVI, rivolgeva ai giovani: « Cari amici – diceva – Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto […]. All’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio», e la fede ci porta ad «aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio» (Omelia nella Veglia di preghiera con i giovani, Madrid, 20 agosto 2011).

È qui la radice, semplice e unica, di ogni missione, anche della mia, come successore di Pietro ed erede dello zelo apostolico di Paolo. Mi dia il Signore la grazia di rispondere fedelmente alla sua chiamata.


( Il corsivo sono mie aggiunte. L’ho fatto per sottolineare qualche passaggio che ci ha colpito, emozionato
e che ci appartiene)

Vincenzo, diacono

Vi do la mia Pace

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,27-31a

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Parola del Signore.

Oggi ci chiediamo quale è la Pace che Gesù ci ha lasciato. È una pace senza conflitti, senza dolore, senza morte o senza sofferenza? No. La Pace di Cristo è quella che se la possediamo ci fa attraversare il male, ogni tipo di male, di ingiustizia, di dolore, di sofferenza sopportandola, semplicemente sopportandola. È una pace non armata ma disarmata. È la pace di chi sa di essere Amato e perciò Ama ogni creatura. È la pace di Spera e crede fermamente di poter vincere il male con il bene. È una pace che ha pazienza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,21-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore.

Ripetiamo spesso che stiamo vivendo tempi difficili ed è vero. Notiamo che c’è disorientamento, confusione e, purtroppo, appare difficile conoscere il confine tra il bene e il male.

Crediamo che è proprio in questo contesto di relativismo diffuso che sia necessario farsi ispirare e guidare dallo Spirito Santo. Facciamoci ispirare dalla sapienza del cuore che ci guiderà permettendoci di decidere e di fare scelte come le farebbe Dio. Questa è la Luce che lo Spirito Santo ci dona

Nella sequenza di Pentecoste, preghiamo così: «O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli». E non dimentichiamo queste parole di Gesù: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3, 8).

Camminando con fiducia e Fede lo Spirito ci guiderà dove Dio vuole.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Amare

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,31-33a.34-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore.

“Amare!!! È questa la Via. Amarsi “gli uni gli altri”. Gesù indica la strada “nuova” per coloro che vogliono seguire i suoi insegnamenti. Ma non basta. Indica anche la “misura” con la quale Amare… “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. E ben sappiamo che Gesù ha amato fino a donare la vita. Non ci sono mezze misure se non Amare totalmente. È una Parola “dura” ma è l’unica capace di scrivere pagine nuove rigenerando la “buona notizia” del Vangelo nella vita quotidiana. Amare senza clamore, senza like, senza scopi personali. Amare per Amare senza nulla chiedere in cambio. È così che la Speranza si fa Vita e la vita Vita Vera. Il segno dell’Amore fa sbocciare fiumi profumati dove il mondo vede solo povertà e dolore. L’Amore è davvero il buono e il bello per una nuova Umanità.

Franca e Vincenzo, Eremo di famiglia